Jazz Funk Soul – More Serious Business


Jazz Funk Soul – More Serious Business

Le super band sono un fenomeno musicale ambiguo e divisivo: se da un lato l’attrattiva esercitata dalla riunione di alcuni fenomenali musicisti in un unico progetto è qualcosa di quasi irresistibile, dall’altro può rivelarsi a volte un'operazione prevalentemente commerciale, con risultati artistici molto spesso di dubbia qualità. Nel caso del super gruppo denominato (non senza banalità, questo va detto...) Jazz Funk Soul siamo in una sorta di terra di mezzo. Ovviamente i nomi coinvolti e la loro classe assoluta fanno propendere verso un buon risultato del progetto J.F.S. I tre leader in coabitazione di questa formazione di stelle sono il tastierista Jeff Lorber, il sassofonista Everette Harp e il chitarrista Chuck Loeb: tutti nomi che rappresentano l’eccellenza nei rispettivi strumenti. Questo è un trio di veterani, esperti nell'elaborazione di ottimi groove, che nel corso delle loro carriere da solisti hanno scritto pagine memorabili della fusion e dello smooth jazz. Dal 2013, cioè da quando è partito il progetto Jazz Funk Soul, la popolarità del gruppo e l'entusiasmo del pubblico sono andati crescendo. Purtroppo la prima uscita di questa band fu una produzione discografica di cassetta piuttosto che un album concepito per il piacere di fare musica con un minimo di contenuti. Con la loro seconda pubblicazione le cose cambiano prospettiva ed il gruppo riesce ad andare oltre l’operazione di facciata. Il titolo, “More Serious Business”, sancisce già di per sé un netto cambio di passo, prima ancora che nel risultato finale, nelle intenzioni stesse dei musicisti, che evidentemente sentono di aver messo in campo quel qualcosa in più di cui si sentiva la mancanza. L’album del 2017 è un netto miglioramento rispetto al loro poco ispirato debutto del 2014. Sia chiaro, qui non si ascolta nulla che non sia mai stato proposto su decine e decine di similari produzioni di smooth jazz, ma è anche vero che il solo fatto che un disco suoni familiare non significa che non possa essere valido. Questo nuovo lavoro è stato evidentemente creato per soddisfare la domanda del loro crescente pubblico e More Serious Business in effetti è un buon disco, dove non mancano i brillanti assoli di sassofono, i riff di chitarra raffinati e gli interventi di tastiera molto funky ed accattivanti. Una ricetta che è già vincente, ma è ulteriormente arricchita dalle melodie coinvolgenti, dai ritmi all’insegna del groove (che si giovano della presenza di Vinnie Colaiuta alla batteria in quasi tutti i brani). Il tutto è perfettamente arrangiato con la classe e la raffinatezza che contradditinguono i tre leader. In More Serious Business appare chiaro che i Jazz Funk Soul si sono impegnati nel creare una raccolta di buona musica piuttosto che eseguire il compitino ad uso e consumo delle classifiche. Ad esempio una romantica ballata come "The Love?" non brilla per originalità, ma Everette Harp è talmente convincente con il suo sax alto da entrarti subito in testa mentre Loeb e Lorber accompagnano con classe e discrezione, mantenendosi quasi in disparte. In "Fall Departs" l’ospite d’onore è Nathan East, collega di Chick Loeb in un’altra superband come i Fourplay. East non delude ed è proprio il suo basso a mettere il turbo nel brano: Harp, Lorber e Loeb si prendono dei brevi assoli, fino a quando Nathan stesso illumina la scena con il suo sound unico e riconoscibile. "Tuesday Swings" mette in campo più energia, in un pezzo trascinante e ballabile, con il sax tenore a duettare con la tromba di Harry Kim e le belle linee di basso di Alex Al che vestono tutto di vivacità e brio. Una cosa è certa: in nessun momento Business More Serious cade di tono per quanto attiene alla qualità delle esecuzioni, alla classe nella produzione ed alla professionalità degli interpreti. Mancano forse quell’audacia e quella spontaneità care agli appssionati di jazz, così come la ricerca del rischio in favore dell’originalità. E’ un album che scorre fluido e patinato, perfetto per un ascolto serio ma facile e tranquillo: dopo una dura giornata di lavoro, per una serata con gli amici, magari per una bella gita nella natura. Trovate voi l’atmosfera giusta, i Jazz Funk Soul dispenseranno in ogni caso della buona musica ma resterete nella convinzione che non sia certo questo il luogo giusto per trovare spunti di innovazione e scoprire sonorità nuove. E’ smooth jazz ai massimi livelli ed è un bel passo avanti rispetto al sonnolento debutto di cinque anni fa. Tuttavia va detto che i Jazz Funk Soul devono fare un’ulteriore step per affrancarsi dall’essere percepiti come figli di un piano di marketing freddamente organizzato a tavolino. Basta poco, un pizzico di genuinità in più, un tocco di libera creatività e lo straordinario talento di questa super band potrà finalmente vedere la luce. Qualcosa che suoni davvero fresco e originale non è un miraggio per musicisti di questo calibro.