Tony Williams - Young At Heart


Tony Williams - Young At Heart

“Il centro attorno al quale girava il suono del gruppo” Questa è la definizione che il grande Miles Davis diede di Tony Williams: una frase che non lascia spazio a dubbi, a ribadire che questo è uno dei più grandi batteristi del ventesimo secolo. Non sorprende, quindi, che la morte di Williams, avvenuta nel 1997 per un attacco cardiaco dopo un banale intervento chirurgico sia stato un grande shock per tutto il mondo del jazz. A solo cinquantuno anni, Tony era così giovane, in buona salute ed in forma, che la sua prematura scomparsa sconvolse tutto l’ambiente. Quasi come se i trentacinque anni di carriera già trascorsi non fossero che un istante, e rappresentassero solo l’antipasto di quello che avrebbero potuto essere altri decenni di musica in sua compagnia. Lo stile così caratteristico e particolare che Tony Williams ha creato nel corso della militanza nel Miles Davis Quintet, alla metà degli anni '60, è da considerarsi uno dei più influenti ed importanti della storia del jazz. Ma anche nei tre decenni successivi il batterista nativo di Chicago dispensò musica e registrazioni di grande livello, ferfino quando, spinto dalla sua curiosità intellettuale si spinse nei territori della fusion e della contaminazione con il rock. La storia artistica di Tony nasce con il padre che era un sassofonista, il quale diede l’opportunità al figlio di provare a confrontarsi con l’ambiente dei professionisti e di mostrare fin dalla più tenera età il suo potenziale ed il suo innato talento. Quindi prese lezioni da Alan Dawson, e a misura del sua precocità, a quindici anni lo si poteva già ascoltare nell’area di Boston (dove si era trasferita la famiglia), impegnato in varie jam session. Alla fine degli anni ‘50, Williams suonò spesso con il sassofonista Sam Rivers per poi spostarsi a New York nel 1962 (quando aveva appena diciassette anni), e suonare regolarmente con un altro grande del sax come Jackie McLean. Questo fu il suo trampolino di lancio e nel giro di pochi mesi si unì a Miles Davis, che lo trovò perfetto per la sua capacità di sostenere ritmi complessi con grande rigore, mantenendo una notevole libertà espressiva ed  ispirando al contempo tutti gli altri musicisti. Era nata, insieme a Herbie Hancock e Ron Carter, una delle sezioni ritmiche più straordinarie della storia del jazz. “Young At Heart” è l'ultima incisione del batterista, registrata sei mesi prima di morire, ed il titolo (giovane nel cuore) suona oggi quasi tristemente ironico. L’album ci mostra Williams in uno stato d'animo più morbido, quasi più conciliante rispetto ai ruggenti e ruvidi passaggi precedenti. Una sorta di sublimazione del suo drumming eccezionale  in favore di uno stile carico di sfumature ma più leggero e dunque idealmente perfetto per supportare il pianista Mulgrew Miller ed il bassista Ira Coleman.  Tutto senza che nemmeno per un attimo venga meno il suo infaticabile swing, il suo tipico “muro” ritmico. Questo trio è stato anche l'ultimo gruppo con il quale Williams è andato in tour, a conferma del fatto che il batterista si trovava in quel momento perfettamente a suo agio con la formula piano / basso / batteria. La formazione a tre è un contesto nel quale Williams non si era mai veramente impegnato nei suoi anni di leadership, ed appare evidente quanto in questo caso la fonte d’ispirazione sia stata lo storico sodalizio con Herbie Hancock e Ron Carter all'interno del quintetto di Miles Davis. Delle undici tracce presenti in Young At Heart, sei sono standard del jazz e su questi Mulgrew Miller brilla particolarmente con il suo pianismo ricchissimo di sfaccettature, un perfetto terreno per le sue brillanti idee musicali: suggestioni che corrono liberamente sul tappeto dei ritmi scoppiettanti forniti dalla magica batteria di Tony Williams. E’ bellissimo ad esempio  come il pianista si cimenti nella riarmonizzazione della classica ballata "Body and Soul". Favolosa anche la composizione "Promethean" di Tony Williams stesso, così intensa e forte, nella quale lo straordinario Miller cesella al piano frasi melodiche e armoniche di puro stampo bop come se un gioco da ragazzi. Tony è monumentale per tecnica e groove su questo brano ed altrettanto avvincente appare su "You And The Night And The Music" che vede protagonista anche il contrabbasso di Ira Coleman con uno stupendo assolo. L’interplay eccellente del trio è in piena evidenza soprattutto sulla reinterpretazione di "On Green Dolphin Street" dove a fronte di un tappeto ritmico raffinatissimo, Mulgrew Miller delizia gli appassionati di pianoforte con un saggio di virtuosismo senza pari. "Neptune For Nothing" è un’altra perla di Tony Williams che qui viene letta in modo più riflessivo rispetto alla registrazione precedente del batterista ed ancora una volta va sottolineato quanto siano straordinarie le estrapolazioni degli accordi modali di cui si fa carico Mulgrew Miller. Young At Heart potrebbe anche non essere considerato dai numerosi fan come portatore del tipico sound di Tony Williams, ma in realtà si tratta di una logica conclusione di una brillante ed unica carriera nel jazz. E’ la testimonianza finale (e per questo ancora più importante) del valore di un artista straordinario, dotato di una tecnica inarrivabile e di un talento sopraffino e tuttavia sempre vicino al cuore dell’ascoltatore. Caldamente consigliato.