Don Sebesky – Giant Box


Don Sebesky – Giant Box

Don Sebesky è un nome che alla maggior parte dei lettori non dirà quasi nulla, ma agli appassionati più attenti risulterà invece molto più popolare. Sebesky fu infatti l’arrangiatore di fiducia del produttore Creed Taylor e dunque il responsabile del sound di molti degli album della Verve, della A & M, e della quasi totalità delle produzioni della CTI/KUDU.  Don è il musicista la cui maestria orchestrale ha contribuito a rendere artisti come Wes Montgomery, Paul Desmond, Freddie Hubbard, e George Benson  più popolari e meglio accettati al pubblico al di fuori del jazz. Pur avendo subito critiche per il suo approccio particolare verso un genere che non ha mai amato l’uso delle orchestre, va detto senza remore che Don Sebesky è un musicista e compositore tra i più eleganti e completi del suo campo, un artista con una solida conoscenza dell'orchestra ed una coraggiosa visione dell’uso che se ne può fare nel jazz e nella fusion. Sebesky ha letteralmente creato uno stile, attingendo con intelligenza dal grande jazz delle big band, dal rock, dalla musica etnica, da quella classica di tutte le epoche, e perfino dall'avanguardia. Egli stesso ha citato Bela Bartok come suo compositore preferito, ma nel suo lavoro si sentono anche forti echi di Stravinskij. Don Sebesky ha iniziato la sua carriera professionale come trombonista mentre era ancora studente alla Manhattan School of Music, lavorando con Kai Winding, Claude Thornhill, Tommy Dorsey, Maynard Ferguson, e Stan Kenton. A partire dal 1960 ha lasciato il trombone per concentrarsi sull’arrangiamento e la conduzione d’orchestra. La svolta decisiva nel suo percorso artistico fu l’incarico di arrangiare l’album di Wes Montgomery “Bumpin'” (1965) che resta uno degli esempi più interessanti del suo lavoro nel jazz insieme a “The Shape of Things to Come” di George Benson,  “From the Hot Afternoon”  di Paul Desmond, e “First Light” di Freddie Hubbard. Tuttavia fu proprio questo originale  ed articolato album intitolato “Giant Box” che attirò i riflettori di pubblico e critica: infatti il cast messo a disposizione da Creed Taylor per l’occasione consente di ascoltare all’opera un vero concentrato di star. In effetti Giant Box può essere considerato il più ambizioso tra i numerosi progetti di Taylor per la CTI ed è indicativo il fatto che fu affidato in prima persona al prezioso lavoro di Don Sebeky. Il successo planetario della 2001 Space Odissey di Deodato (arrangiata proprio da Don) aveva fatto affluire copiose ed impreviste quantità di denaro nella casse della CTI e Taylor decise di utilizzare quasi tutti i migliori musicisti che aveva a disposizione nel  suo “roster”, mettendo alla guida di tutto Don Sebesky. La all-star band era così composta: Freddie Hubbard, Randy Brecker, Hubert Laws, Paul Desmond, Joe Farrell, Grover Washington, Jr., Milt Jackson, George Benson, Bob James, Ron Carter, Jack DeJohnette, Billy Cobham, Airto Moreira, Jackie Caino e Roy Kral, una cosa mai vista su un unico album. Il risultato è una vera e propria opera di ampio respiro che condensa e sublima tutto il sound distintivo e l’identità unica che ha caratterizzato la storia dell’etichetta CTI.  Un album che propone degli adattamenti classici (Firebird di Stravinsky ad esempio è unita in modo sorprendente con "Birds of Fire" di John McLaughlin), alcune orchestrazioni elaborate ed ardite, delle cover di brani pop, ed il giusto spazio per i solisti per mostrare tutto il loro talento. Ed infatti tutte le stelle riunite in questa registrazione riescono a brillare al loro meglio. Desmond suona particolarmente ispirato in una scintillante e romantica "Song To A Seagull" che esprime al contempo, in modo chiaro, il concetto di orchestrazione jazz che il maestro Sebesky ha nelle sue corde artistiche. Hubbard e Washington si esibiscono da par loro sul brano, appropriatamente intitolato, "Free as a Bird": lo stile è quello delle big band e qui sono i fiati a caratterizzare il sound.  Sebesky fu lasciato libero di sperimentare ed il suo talento nell’arte dell’arrangiamento orchestrale si delinea splendidamente (e con grande inventiva) ad esempio sulla citata "Firebird/Birds Of Fire" o sulla particolare "Fly/Circles" che vive le sue due anime contrastanti in modo molto originale. “Semi-Touch” va toccare il cuore del jazz dei seventies attraverso un sound funky quasi da blaxploitation ed è un tripudio di ritmica e groove. Che si tratti di atmosfere jazzistiche, di rivisitazioni di brani classici o che l’atmosfera viri sulla fusion, Sebesky riesce a mantenere un perfetto equilibrio, sintetizzando in modo magistrale le molteplici anime della musica moderna. L’album uscì in origine come doppio LP all’interno di un elegante box, con all’interno un libretto di fotografie e un'intervista esclusiva a Don Sebesky, mentre la ristampa su CD condensa tutto in un singolo disco, in accordo con la maggiore capacità di registrazione del supporto più recente. Giant Box rappresenta ancora oggi un’opera musicale in qualche misura sensazionale e mantiene viva la memoria di quanto forte ed importante fosse la CTI all’apice della sua parabola.