Joe Beck - Beck


Joe Beck - Beck

Il chitarrista Joe Beck ha goduto di un grande credito nell’ambiente fusion fin dall’inizio degli anni ’70. Le sue credenziali come session man comprendono anche le collaborazioni con artisti del calibro di Miles Davis, James Brown, Paul Simon, Frank Sinatra e Gil Evans. Durante gli anni '80 ha poi realizzato una serie di ottimi album fusion e pop-jazz per la DMP, e successivamente ha proseguito la sua carriera continuando a produrre numerosi cd, fino al 2008 quando gli fu diagnosticata una grave malattia ed in seguito morì a soli 62 anni. Beck ottenne il suo vero, primo successo nel 1975 con questo album omonimo concepito in stretta collaborazione con David Sanborn e registrato per la CTI, l’etichetta del produttore Creed Taylor che dominava la scena fusion dell’epoca. “Beck” non è mai stato pubblicato su CD, e risulta disponibile solo attraverso il canale  dell’importazione giapponese. Il disco è sicuramente un capolavoro di metà degli anni '70, il cui focus artistico è incentrato su un formidabile mix tra funky jazz e fusion. Fondamentale per la riuscita della registrazione furono senza alcun dubbio i musicisti coinvolti, che vanno da un giovane David Sanborn al sax  al grande Don Grolnick alle tastiere, passando per il basso di Will Lee e la batteria di Chris Parker. Tutte le otto tracce dell'album sono state registrate in solo due giorni di sessioni di studio. (In origine sul vinile erano solo sei, mentre la versione cd prevede due inedite bonus tracks). Alcune sovraincisioni sono state inserite  in un’ulteriore giornata di lavoro ed infine ci fu l’aggiunta di un minimo di archi arrangiati da Don Sebesky. "Star Fire" apre il set con un bell’unisono tra la chitarra di Joe Beck ed il sax di Sanborn: il sound è inequivocabilmente fusion e il dipanarsi del brano mette in risalto l’alto livello  di interplay tra i due solisti ed il resto della band.  Il groove è potente in un inseguirsi di stretti fraseggi di sax e cavalcate chitarristiche. Bellissima ed intensa “Cactus” firmata da Don Grolnick, un brano che diventerà un classico con il quale si cimenteranno molti chitarristi in seguito. "Texas Ann"  è un altro pezzo originale di Beck, dove Sanborn si mette in luce con un sentore di blues mentre lo stesso  chitarrista sciorina un assolo di pregevole fattura sulla base delle tastiere di Don Grolnick.  In "Red Eye" si respira aria di funk: su un medio tempo la discreta orchestra d’archi di Sebesky offre uno splendido sottofondo per l’assolo del sax acido di David Sanborn, il quale dimostra di essere già il fenomeno che in un decennio conquisterà le classifiche internazionali di contemporary jazz. La chitarra di Beck è al solito un misto di psichedelia, rock e jazz tanto affascinante quanto originale. Il brano più funk dell’album è "Café Black Rose", un numero che mette in mostra l'impegno del gruppo nel produrre un groove jazz graffiante ed energetico sulla base di una ritmica estremamente sincopata e nervosa. L’ospite Steve Khan aggiunge un tocco particolare con la sua slide guitar, incrementando la sensazione di funky alla Sly Stone. “Brothers And Others” gioca su tre distinte fasi: l’iniziale e la conclusiva molto blueseggianti e la sezione centrale che con un cambio di ritmo sposta repentinamente il baricentro nel territorio della fusion;  sia la chitarra di Joe che il sax di David ben si adattano alla situazione. Chiude i giochi l’altra bonus track “Spoon’s Theme”, un brano suonato ad alta velocità che è  un vero concentrato di puro jazz elettrico anni ’70, il feeling è esattamente quello delle serie tv poliziesche di quel periodo che tanto ci entusiasmavano. “Beck” è un ascolto essenziale per chiunque sia interessato al funk jazz della metà degli anni '70. Gli ingredienti classici sono tutti lì, in bella mostra: la tecnica, le idee e le composizioni sono proprio come dovrebbero essere. E di più, Joe Beck conduce al meglio l’amico David Sanborn e tutta la band in un viaggio fantastico tra vibrazioni positive, arrangiamenti essenziali ma efficaci ed un genuino spirito funk fino al cuore del tipico CTI sound. Quello di cui personalmente sono un ammiratore incondizionato.