Niels Voskuil - On Her Return


Niels Voskuil - On Her Return

C’è molto talento in giro per il mondo. Spesso purtroppo resta nell’ombra, qualche volta, con molti sacrifici, riesce ad emergere ed a farsi strada. Nel competitivo ambito dei batteristi mi è capitato di ascoltare un ragazzo olandese che ha attirato la mia attenzione. Niels Voskuil, è un batterista ventieseienne, nato in un piccolo villaggio nel nord dell'Olanda, dove ha iniziato a suonare la batteria all'età di tredici anni. In seguito ha continuato a perfezionarsi con lo strumento, specializzandosi principalmente nel jazz e in particolare nella jazz fusion, un’esperienza che lo ha portato molto presto ad essere un musicista a tutto tondo. Oggi vive a L'Aia e nel 2011 si è anche diplomato al Conservatorio di Amsterdam. Niels tra la sua ispirazione da batteristi come Vinnie Colaiuta, Gary Husband e Tony Williams, ma ha a suo volta uno stile originale: forte, energico e crudo, il giovane olandese lascia un sacco di spazio per l'improvvisazione. Anche nella composizione dei brani Voskuil si distingue per una sua marcata originalità, infatti trae inaspettatamente la sua ispirazione creativa dalla musica classica di Bach, Palestrina ed Eric Satie, ma una grande influenza sul suo sviluppo musicale sembrano averla anche artisti come il chitarrista Allan Holdsworth ed altri grandi esponenti della fusion. Quando è invitato a definire se stesso, Niels non pensa in termini di generi o stili,  vuole essere visto come un musicista piuttosto che come un mero batterista e per questo non classifica i diversi tipi di musica in stili differenti. Niels ha un unico sogno, che cerca di perseguire con tutte le sue forze: creare musica sincera ed onesta, possibilmente con i migliori musicisti del mondo. Nel 2012 viene pubblicato il suo primo album, On Her Return che è davvero un debutto discografico degno di nota. Diversi sono i musicisti che hanno contribuito alla registrazione di questo primo lavoro, come  il bassista olandese Frans Vollink (Randy Brecker, Richard Hallebeek), il bassista americano Ernest Tibbs (Allan Holdsworth, David Garfield), il sassofonista Andy Suzuki (al Jarreau, Chick Corea) e il pianista americano Steve Hunt (Allan Holdsworth, Stanley Clarke). Fondamentalmente On Her Return è un album di sofisticata jazz fusion dove tutte le composizioni sono originali, e nel quale si respira un’atmosfera inusuale per questo tipo di genere musicale. Il tono è estremamente rilassato, mai nervoso: Voskuil si ritaglia giustamente uno spazio di primo piano ed il suo drumming non manca di attirare l’attenzione, creando un intrigante contrasto con l’etereo, quasi rarefatto suono che la band produce. Il brano “9° North” è da subito un perfetto esempio del suo modo di intendere la musica: ritmo sincopato, tecnicamente complesso ed in continuo mutamento sul quale la band si esibisce in un paio di assoli degni di nota in particolare con il sax di Andy Suzuki ed il bel pianoforte di Steve Hunt. Da notare anche la pulsante energia fornita dal bassista Frans Vollink che contribuisce alla fluidità della composizione. “South Sweden” mette subito in primissimo piano proprio il basso di Vollink, mentre la batteria del leader continua a fornire una ritmica inusuale, spesso in controtempo. L’intervento di Suzuki con il suo sax soprano è da applausi per intensità e pathos. La formula si ripete anche sulla bella title track, che ci porta dentro atmosfere eteree e spaziali, grazie in particolare al bell’intervento di synth di Steve Hunt. “Sue” ricorda momenti del miglior progressive al confine con il jazz rock ed è un’escursione felice e gradita. La stessa cosa può descrivere il successivo “Inner Mirror”, brano che sui ricami del basso e le sferzate della batteria dipinge un quadro impressionista e suggestivo. Sugli scudi ancora una volta il magnifico uso del synth da parte del bravissimo Steve Hunt. “Triangles, Square And Water” inizia con l’immancabile assolo che ogni batterista inserisce nei propri album, ma presto lascia spazio ad un cambio repentino di sensazioni dato che la band entra in gioco spostando il baricentro verso una sorta di space jazz estremamente intrigante. On Her Return è un bellissimo ed originale debutto per questo giovane batterista. Ricco di atmosfere particolari e non privo di una sua evidente personalità che pare destinata a crescere di pari passo con la naturale maturazione di Niels Voskuil, dal quale è lecito aspettarsi grandi cose in futuro. Un album che si distingue in mezzo a tanti altri e al quale se proprio si vuole trovare un difetto, si potrebbe addebitare con dispiacere una eccessiva brevità.