Vibes Alive – After hours


Vibes Alive – After hours

Il vibrafono è stato inventato negli USA nel 1921 ed ha trovato presto un certo seguito tra i musicisti di jazz. Leggende come Lionel Hampton, Gary Burton, Milt Jackson, Cal Tjader, Bobby Hutcherson e Dave Samuels hanno contribuito nel corso degli anni a rendere lo strumento relativamente popolare. Più recentemente la corrente acid jazz ha in qualche misura riscoperto il vibrafono, mettendo in luce oltre al già famoso Roy Ayers, anche Roger Beaujolais (Beaujolais Band, Vibraphonic), Maxton Beasley (Incognito) Mike Benn (Duboniks) ed alcuni altri. Il famoso tastierista Jeff Lorber, grande scopritore di talenti e produttore di gran classe, nel 1997 diede voce alle ambizioni di un giovane vibrafonista di nome  Dirk Richter, dandogli la possibilità di pubblicare un solido debutto discografico uscito sotto lo pseudonimo di Vibes Alive. Dirk Richter, d’altra parte, è un predestinato, dato che già da bambino ha intrapreso lo studio del vibrafono, diventando presto un serio professionista di questo affascinante strumento. Immersosi completamente nella scena jazz locale di Pasadena, ha incontrato il chitarrista e compositore Randall Crissman che, in seguito, diventerà l’altra faccia del progetto Vibes Alive. Vibes Alive è un’idea musicale piuttosto particolare, dato che si concentra su uno strumento come il vibrafono, al quale al giorno d’oggi viene quasi sempre preferito il sax o il pianoforte. Deliziosamente onomatopeico, il nome della band non solo descrive la natura emozionale del sound, ma anche il fatto che nel suo cuore pulsa il vibrafono di Dirk Richter, usato come fulcro di una forma moderna ed evoluta di contemporary jazz. Analogamente a quanto fatto dal maestro inglese Roger Beaujolais con i suoi Vibraphonic, Dirk Richter si fa carico di gran parte dell’impalcatura musicale, sostenendo in prima persona le liquide melodie da lui stesso composte ed innestandole su un tappeto ritmico dal forte richiamo agli anni '70. Richter riesce bene nell’intento perché è abile come solista jazz ma è perfettamente a suo agio anche nell’affrontare in scioltezza il repertorio più leggero. A undici anni di distanza dal primo disco arriva la seconda versione dei Vibes Alive, protagonista ovviamente ancora il bravo Dirk Richter che cerca nuovamente di portare il vibrafono sulla scena jazz con la sua formula leggera, fatta di arrangiamenti accattivanti, piacevoli melodie ed un bel groove di base. L’album, intitolato After Hours, è stato scritto e prodotto in collaborazione con il chitarrista Randall Crissman, già presente sull’opera prima della band, e vanta la partecipazione di una superba schiera di musicisti. L’atmosfera di  After Hours è un’amalgama di sofisticate vibrazioni jazz contemporanee, cosa che lo pone, anche se molti anni dopo, su una linea di continuità con il disco d’esordio. La partecipazione di Jeff Lorber, Luis Conte, Jimmy Johnson, Gary Meek, Bob Summers e Vinnie Colaiuta è un valore aggiunto dal peso artistico e tecnico inestimabile per i Vibes Alive ed il loro contributo è immediatamente percepibile ascoltando questo interessante album. Sono undici le tracce presenti su After Hours ciascuna delle quali vede Randall Crissman in veste di coautore. La bellezza del disco sta tutta nella sua magia d’insieme, ma non mancano i momenti salienti da ricordare. “Lighthouse” introduce al meglio il tenore generale dell’album, riscaldando da subito l’atmosfera grazie al ritmo vivace e al suono del vibrafono doppiato da uno sfumato synth. L’andamento languido e suadente della title track è ulteriormente impreziosito dal sax di Gary Meek che dà il suo significativo contributo anche sulla funkeggiante “Lunch Truck”. Su questo bel brano si segnala anche un eccezionale Jeff Lorber con il suo piano elettrico. Gary Meek passa al flauto per “Sambahia” che dimostra la varietà delle composizioni andando ad abbracciare anche il samba brasiliano. "Bright Lights" resta in territorio latino dal punto di vista ritmico, ma il pezzo forte è offerto da un grande assolo di chitarra di Crissman, e non sono da meno sia il vibrafono di Richter che la bella tromba con sordina di Bob Summers. E’ sontuosa “Open Door”, un morbido pezzo che consente al vibrafono e alle tastiere di tessere melodie jazzate guidate dai pattern del sintetizzatore di Jeff Lorber. “In The Garden” da modo al talento di Richter di esprimersi in una sofisticata interpretazione della classica ballata jazz attraverso i meravigliosi suoni del vibrafono. Colaiuta alla batteria e Conte alle percussioni danno un tocco di eccellenza ulteriore. Il divertimento puro e semplice della band è particolarmente evidente in “Blews Blues”: un numero di be bop jazz scattante e irresistibile nel quale ogni singolo membro della band si esibisce nel suo assolo, rendendo questo il momento migliore di tutto l’album. “Walk Away” è ricca di groove ed è molto interessante ascoltare l’inusuale connubio sonoro tra chitarra elettrica e vibrafono. “Magnolia” infine è ancora una volta un brano convincente: una delizia laid-back estremamente accattivante che entra in testa e si fatica a dimenticare. I Vibes Alive offrono una visione musicale che si distacca notevolmente dall’appiattito smooth jazz che si può ascoltare al giorno d’oggi e d’altra parte un ritorno in auge del vibrafono è cosa auspicabile ed attesa da tempo. After Hours è certamente un passo avanti sulla (lunga) strada per la rinascita della più armoniosa e melodica delle percussioni.