Sonny Emory - Hypnofunk


Sonny Emory - Hypnofunk

Nativo di Atlanta, Georgia, Sonny Emory  era ed è un predestinato: ebbe in regalo il suo primo set di batteria all'età di quattro anni e mostrò immediatamente di avere un talento innato. Meno famoso a livello globale di altri mostri sacri del drumming, è tuttavia a mio parere uno dei più bravi in assoluto. Dopo la laurea presso la Georgia State University in “Jazz Performance”, Sonny si è lanciato nel mondo del professionismo arrivando presto a suonare con Joe Sample e i Crusaders. Sonny vanta oltre 20 anni di duro lavoro sia dal vivo che in studio, dove continua ad essere impegnato come richiestissimo session man sia in ambito jazzistico che in molti altri contesti. Di fatto Emory è conosciuto principalmente per la sua militanza, lunga tredici anni, con i mitici Earth Wind And Fire, ma la verità è che, grazie alle sue doti, si è esibito con un numero enorme di artisti della musica leggera e del jazz tra cui Stanley Clarke, David Sanborn, Bette Midler, Al Jarreau, Paula Abdul, Jean-Luc Ponty, gli Steely Dan e Boz Scaggs. Sonny è anche noto per il suo pittoresco ed innovativo uso di alcuni spettacolari numeri di abilità con le bacchette durante le sue esibizioni dal vivo, che includonoanche le tecniche di back-sticking (gergo tecnico che significa battere il tamburo con il manico della bacchetta in luogo della testa). Emory ha vinto un Grammy Award, ed è considerato dagli addetti ai lavori uno dei più grandi batteristi degli ultimi 15 / 20 anni. Stile inconfondibile, grande competenza, tecnica sopraffina ed un groove feeling fantastico sono il marchio di fabbrica di questo straordinario musicista. Nel 1996 ha finalmente dato alla luce il suo progetto solista: un album di puro funk jazz intitolato Hypnofunk, prodotto dal fondatore degli EW&F e batterista a sua volta, Maurice White. Hypnofunk è la perfetta vetrina per mettere in mostra la bravura, il senso del ritmo e l’inventiva di Sonny Emory alla batteria, ma anche un certo talento per la composizione ed il buon gusto musicale. Diciamo subito che si tratta di funk contaminato a sprazzi da atmosfere jazzistiche, da un tocco di hip hop e da una qualche venatura di smooth jazz. E poi naturalmente c’è quell’ispirazione che viene direttamente dal retaggio degli Earth Wind And Fire, palpabile in più di un’occasione. Su tutto domina il sound della batteria di Emory, sempre precisa, pulita e potente eppure mai sopra le righe. Dopo un brevissimo brano introduttivo, l’album inizia con “Hypnofunk”: un funk che più funk non si può. A seguire un altro brano dal groove profondissimo ed irresistibile intitolato appropriatamente “Funky Swing” in cui un riff di fiati ripetuto ossessivamente sottolinea una ritmica trascinante. “Scratch” rimanda ad atmosfere quasi da acid jazz intervallate da un bel rap. Anche la successiva “In The Pocket” si configura come un sofisticato hip hop all’interno del quale trova posto un bell’assolo di piano di matrice jazzistica. “Travellin’” ha grande affinità con le ritmiche degli EW&F e la cosa non sorprende di certo. Tranquilla e rilassata è invece “Be Still My Beating Heart”, caratterizzata da un bellissimo sax soprano e dai toni tipici dello smooth jazz. “Mo Go Go” riporta tutto al cuore del funk, in un numero tutto ritmo scandito quasi esclusivamente da un bel basso slap e dai favolosi fraseggi e stacchi della batteria di Sonny. Il pezzo più bello dell’album è però “Napoleon’s Run” che, alla consueta favolosa batteria del leader, affianca una struttura armonica e melodica davvero notevole ed è impreziosita dai puntuali interventi dei solisti: sax, piano e tromba entrano splendidamente in gioco sul magnifico tappeto ritmico di Sonny. “Tribal Phunk” è un brevissimo intermezzo per sola batteria e percussioni. Orecchiabile e fluida “Mimosa” rientra nei canoni dello smooth jazz più leggero tenendo sempre ben in evidenza il drumming sofisticato di Emory. Funky/rap colorato di Earth Wind & Fire infine per “Let Me Talk”. Entrare nello “showroom” di Sonny Emory con questo suo Hypnofunk non vi porter al cospetto di un capolavoro, tuttavia vi consentirà di scoprire tutta la maestria, la capacità tecnica e la creatività di un batterista dal talento cristallino e dalla tecnica sublime. Emory è in grado di suonare con nonchalance e naturalezza tutti i generi musicali siano essi il jazz, il funk, la fusion, l’r&b o il rock poco importa, la sua grande versatilità lo fa passare sopra gli stili in scioltezza.  Qui offre anche un saggio delle sue ottime doti di compositore: il risultato è un album piacevole che non delude e tra l'altro è ancora attuale nonostante siano passati vent'anni. Il suo ascolto sarà un piacere per qualsiasi appassionato della batteria e della buona musica.