Vinnie Colaiuta - Vinnie Colaiuta


Vinnie Colaiuta - Vinnie Colaiuta

Vinnie Colaiuta è un musicista statunitense di lontane origini italiane (la sua famiglia proviene da un paesino in provincia di Cosenza) ed è tra i più apprezzati e richiesti batteristi al mondo. Ha cominciato a suonare da bambino riuscendo però ad avere una sua batteria solo a quattordici anni. Dotato di estrema versatilità e di tecnica ineccepibile, ha i suoi maggiori punti di forza nella straordinaria potenza e velocità di esecuzione. Riconosciuto come uno dei pochi batteristi in grado di suonare indifferentemente ogni stile con un linguaggio appropriato e la giusta tecnica, passa dal jazz al progressive, dal metal al rock, dal latin alla fusion con estrema naturalezza.  E’ uno dei session man più presenti nelle registrazioni nella storia della musica moderna. Dopo aver frequentato il Berklee College of Music a Boston per un anno, Colaiuta si trasferì a Los Angeles (dove risiede tuttora), arrangiandosi a suonare dove c‘era la possibilità di farlo. Nell'aprile del 1978, all'età di ventidue anni, ebbe l'opportunità di fare un provino per Frank Zappa, eseguendo tra l'altro l'assolo di “The Black Page” (scritto in origine per Terry Bozzio) che è estremamente difficoltoso. L'audizione ebbe successo e Colaiuta lavorò con Zappa, sostituendo lo stesso Bozzio, dimissionario, come batterista principale nelle esibizioni dal vivo e in studio fino al 1982. Ma Colaiuta ha anche collaborato con una lista sterminata di altri illustri artisti: un elenco di celebrità e talenti infinito che sarebbe troppo lungo citare in dettaglio. Vinnie Colaiuta, è l'unico prodotto da solista del grandissimo batterista. L'album risale al lontano 1994 e leggere da quali musicisti è stato suonato è già un indizio della sua qualità. La registrazione contiene nove tracce piuttosto eterogenee e non certo di facile ascolto che richiedono l’attenzione di orecchie fini e preparate. La struttura musicale è complessa e non manca un certo gusto per i tecnicismi sperimentali. L’album inizia con un forte accento progressive: “I'm Tweeked/Attack Of The 20lb Pizza” è un favoloso brano che richiama alcune sonorità dei King Crimson, ma reinterpretati da una batteria che sembra agire contro tempo, con uno strano effetto che però si rivela una scelta ritmica del tutto voluta dal grande Colaiuta. Non inganni l’inizio roboante e piuttosto rock, l'album è molto interessante proprio per la varietà dei generi proposti nelle varie tracce. Un retaggio della lunghissima carriera di Vinnie attraverso quasi tutti i generi musicali esistenti. “Private Earthquake: Error 7” è un ottimo brano fusion che riesce a mescolare in un unico contenitore funky, psichedelia, jazz, e sperimentazione, il sound del sax non può non ricordare i Weather Report mentre la ritmica riporta alle sonorità cosmic jazz degli anni ‘70. Un sound che continua anche sulla successiva “Chauncey” in cui una batteria dal ritmo monotono è sostenuta da una strana sonorità di basso per un effetto fusion-psichedelico piuttosto inquietante, ma echi di Joe Zawinul e dei Weather Report sono comunque presenti. “John's Blues” suona quasi angosciante e molto strana, uscendo da qualsiasi canone stilistico. Probabilmente il brano più bello e articolato è “Slink”, un numero jazzistico elaborato e vivacissimo quasi scoppiettante per via del suo complesso apparato ritmico e del mirabile fraseggio tra le tastiere ed il sax. Colaiuta è semplicemente mostruoso per velocità, tecnica ed inventiva, una prestazione la sua che lascia letteralmente stupefatti. “Darlene's Song” arriva come una sorta di oasi rilassante, anche se la sua solo apparente semplicità nasconde in realtà un pezzo molto complesso, musicalmente evoluto ma anche emozionante. A spiazzare ancora una volta l’ascoltatore ci pensa l’enigmatica “Momoska (Club Mix)” che è una sorta di escursione nella tecno-fusion-latina: qualcosa di davvero inusuale e tuttavia piacevole e convincente. Fantastico e grintoso, pulsante e scattante il brano intitolato “Bruce Lee”, quasi una didascalia in musica della dinamicità del maestro del kung fu. “If One Was One” chiude l’album nello stesso modo di come era cominciato e cioè con un pezzo di progressive rock geniale e molto “Zappiano”. Una complessa struttura di tempi e ritmi sincopati che è un’evidente citazione del genio di Baltimora. Vinnie Colaiuta non ha solo messo in mostra tutta la sua monumentale e pirotecnica bravura ma ha anche dato vita ad un album innovativo, che mette insieme il jazz e la fusion contaminandola con quella parte più progressiva del rock che fa capo ai King Crimson ed a Frank Zappa. Su tutto si delinea la favolosa sperimentazione che il grande Vinnie fa con la sua batteria: questo suo unico lavoro (ad oggi)  rappresenta un vero must per ogni batterista, ma risulta molto interessante per ogni appassionato della grande musica. E' lecito attendersi al più presto un nuovo album.