Steve Gadd - Gadditude


Steve Gadd - Gadditude

Considerato uno dei batteristi più importanti ed influenti di tutti i tempi, è conosciuto soprattutto per la sua raffinatezza ed il suo gusto, oltre che per la sua notevole capacità tecnica. Da anni è uno dei più richiesti e pagati session man ed in carriera ha partecipato a moltissimi dischi di successo. Ecco in sintesi chi è Steve Gadd, l’uomo che nel corso di una vita dedicata alla musica ha dettato il ritmo per quasi tutti: dagli Steely Dan a James Taylor, da Chick Corea a Paul Simon. Un’attività molto intensa, spesso alla corte di altri artisti, così predominante da oscurare le proprie legittime velleità da solista. Una cosa che evidentemente deve aver toccato anche la sensibilità dello stesso Steve, perchè un po’ a sorpresa, in un arco di soli tre anni, il batterista è riuscito a dare alla luce ben quattro album in grado di mettere in risalto tanto la sua versatilità quanto una mai sopita vena compositiva. Gadditude, del 2013, è il titolo (non bellissimo) di questo lavoro che vede la partecipazione della stessa band che è stata di supporto ai tour di James Taylor per molti anni. Un gruppo di musicisti in grado di offrire un programma che è al tempo stesso ricco di divertimento, di atmosfera e di intensità. Il bassista Jimmy Johnson, il trombettista Walt Fowler, il chitarrista Michael Landau e il tastierista Larry Goldings sono tutti specialisti estremamente dotati e condividono gli stessi valori musicali, cosa che li rende ideali per questo progetto del formidabile Steve. Il quintetto agisce in scioltezza su un brano divertente e orecchiabile come "The Windup" ma è in grado di mostrare estrema sensibilità e delicatezza quando la musica richiede una diversa e specifica colorazione del suono come ad esempio su "Scatterbrain". Gadditude si sposta con apparente facilità dal terreno della musica ariosa e brillante a quello più complesso e intimo dei brani più impegnati. All’inizio dell’album, troviamo la fusion illuminata di "Africa", brano scritto da Michael Landau che colpisce subito per la struttura armonica e ritmica molto complessa ed intrigante. Il chitarrista mette in mostra tutta la sua qualità in questo pezzo atmosferico che a tratti ricorda il Miles Davis di In A Silent Way. "Ask Me Now" resta nell’ambito di una jazz fusion molto misurata ma sempre interessante ed intensa dove è in bella evidenza il suono caldo del flicorno di Walt Fawler, senza dimenticare lo stupendo assolo di piano elettrico di Larry Goldrings, davvero degno di nota. Ancora più riflessiva l’interpretazione della bellissima "Country" di Keith Jarrett dove Gadd e la sua band entrano nel cuore della composizione con grandissima sensibilità e misura. "Cavaliero", è invece una strana composizione di ispirazione latina venata di tango impreziosita dal gran lavoro di chitarra di Landau. Da sottolineare come il prezioso e raffinato lavoro di batteria del leader si mantenga sempre in sottofondo, senza manie di protagonismo o eccessi virtuosistici. Gadditude non può prescindere dalla forte impronta blues che ha caratterizzato tutta la carriera di Steve Gadd, ed infatti  la troviamo ben espressa in "Green Foam", che tuttavia rilegge lo stile classico con originalità.  Un pizzico di vecchia scuola soul fa capolino in  "The Mountain" firmata dal pianista Abdullah Ibrahim ed anche in questo caso non si può non notare quanta misura ed equilibrio vengano usati per approcciarsi alle tematiche del soul jazz.  Si ritorna al blues con il brano “Who Knows The Blues” per poi chiudere con i due numeri più jazzistici di tutto l’album quali sono le già citate “The Windup” e la sorprendente “Scatterbrain” dei Radiohead, che la band rivisita stravolgendone lo spirito rock ma esaltandone il valore compositivo. Steve Gadd con il suo Gadditude non riempie le orecchie dell’ascoltatore con roboanti e tecnicissimi assoli, ne va alla ricerca di facili soluzioni pop. Semplicemente propone quello che sa fare meglio: creare dei perfetti groove ritmici con raffinatezza e senso della misura, partendo con classe dalle imprescindibili fondazioni che sostengono tutta la musica e sottolineano i concetti fondamentali di ogni genere, sia esso il jazz, il blues, il soul o la fusion. Gadditude è sufficientemente vario, intelligentemente suonato ed ispirato quanto basta per farne un album degno di attenzione e rispetto.