Roy Hargrove – Rh Factor - Distractions


Roy Hargrove – Rh Factor - Distractions

Roy Hargrove è un musicista da sempre fortemente orientato verso l‘hard bop (e anche uno tra i più acclamati "giovani leoni" del jazz). Divenne uno dei trombettisti più in evidenza nell’America della fine degli anni ‘80 e continua ad essere un personaggio di primo piano del jazz contemporaneo. Splendido specialista sia alla tromba che al flicorno, il texano Roy ha incontrato il maestro Wynton Marsalis nel 1987, quando quest'ultimo musicista visitò il liceo di Hargrove a Dallas. Impressionato dal brillante suono dello studente, Marsalis inserì subito Hargrove nella sua band e lo aiutò ad ottenere ingaggi importanti con musicisti del calibro di Bobby Watson, Ricky Ford, Carl Allen, e il gruppo Superblue. Roy  ha anche frequentato il Berklee College Of Music prima di trasferirsi a New York City, dove la sua carriera ha preso definitivamente il volo. Roy Hargrove oltre che talentuoso è anche culturalmente molto curioso e ama a volte spingersi oltre i rigidi stilemi del jazz; si può dire che abbia una doppia anima musicale, ed infatti nel 2006 ha pubblicato due album contemporaneamente. Questo Distractions, (con il marchio Rh Factor a sottolineare una evidente discontinuità) tutto elettrico ed influenzato dal funk e dal neo-soul ed un altro lavoro di matrice post bop, completamente acustico (canonicamente a suo nome). La sua casa discografica, la prestigiosa Verve, si è dimostrata quindi molto collaborativa nel supportare l’artista e assecondare sia il suo lato tradizionale che quello più moderno. Distractions, come Hard Groove fu nel 2003, è una registrazione incentrata sul neo-soul-jazz con una buona dose di funk e fusion inserite nel mix. Hard Groove era il primo esperimento di Hargrove fuori dall’ambito hard bop: quel disco aveva contenuti interessanti e spunti innovativi con in più un sacco di ospiti speciali,  tra i quali D'Angelo, Common, Erykah Badu, Karl Denson, Steve Coleman, Q-Tip, Meshell Ndegeocello, e Cornell Dupree per citarne alcuni. Distractions è stato invece registrato con la sua band, con la presenza del solo D'Angelo nel brano "Bull *** t" ed il grande sassofonista David "Fathead" Newman presente sulla metà delle tracce. Altri musicisti presenti che erano presenti su Hard Groove sono inoltre Renee Neufville, che canta e suona il piano Wurlitzer; Sparks Bobby alle tastiere, il sassofonista Keith Anderson e il batterista Willie Jones III. C'è sicuramente una vibrazione molto più “urban soul” in questo album ed anche il groove generale è più severo e rigoroso. A distanza di dieci anni dalla sua uscita si può affermare che Distractions è un disco visionario e anticipatore di future tendenze, al punto che a tratti ricorda le ultime stimolanti uscite del Robert Glasper Experiment. Tutto è giocato su degli arrangiamenti essenziali e moderni, fatti di un tappeto armonico intrigante, a tratti ipnotico e sui suoni urbani del nuovo millennio, mentre le ritmiche ammiccano al funk e all’hip hop. "Distractions" apre, chiude e si ripete brevemente lungo tutto  l’album come tema ricorrente, tocca Miles Davis, lo cita, ma non si fa portare alla deriva dal Maestro, lo fa con un suono che è tagliente, quasi spigoloso. Come dicevo l’ombra di un onesto e sincero urban soul è particolarmente presente in questo lavoro di Hargrove, in particolare sulla ballabile e swingante "Crazy Race", sul buon funk di "Holdin 'On" e sulla piacevole "On the One". Tutti brani caratterizzati dalla bella voce di Renee Neufville. "Family" è una ballata jazz-soul dal tono impressionista ed entusiasma per il magnifico sound del leader al flicorno. "Kansas City Funk" e "A Place" sono calati profondamente nel funk (quest'ultima alla maniera dei P-Funk e degli Ohio Players), ed è meraviglioso ascoltare Newman, Anderson e Roy Hargrove cavalcare il groove con i loro fiati di gran classe. "Bull *** t" è invece un brano di hip hop elettronico (blip-hop). La partecipazione di D'Angelo (che ha prodotto la canzone) aggiunge struttura e ritmo, ma sorprendentemente risulta essere forse l’unico punto debole dell’album essendo anche l'unica melodia dove in qualche misura manca il lirismo. Aspira al Miles Davis di On the Corner senza averne di quest’ultimo l’intensità. Distractions è comunque un lavoro gratificante, divertente, godibile e moderno. Gli echi di futuro che sono chiaramente avvertibili ne fanno un album di grande fascino e di sicuro interesse. Roy Hargrove si dimostra un trombettista di notevolissima caratura, dotato di un timbro cristallino e versatile, un musicista tecnico e sempre carico del giusto feeling, sia che si immerga nei groove del neo soul jazz come in questo caso, sia che percorra la strada maestra del jazz della tradizione.