Steve Hobbs – Tribute To Bobby


Steve Hobbs – Tribute To Bobby

Il vibrafono e la marimba sono due strumenti particolari che non possono certo essere annoverati come popolari e diffusi. L’eccezione è costituita dal jazz, il genere musicale che nel corso degli anni ha visto l’utilizzo sia dell’uno che dell’altra, sia pure sempre in misura minore degli altri strumenti classici.  Per questa ragione è sempre un piacere constatare l’uscita sul mercato discografico di nuovi lavori che mettono al centro queste affascinanti percussioni. Steve Hobbs è uno dei migliori vibrafonisti emersi in ambito jazzistico a partire dagli anni ‘90: recentemente ha pubblicato il suo ultimo album, il terzo con lo stesso quartetto che lo ha affiancato anche nei precedenti due dischi. Tribute To Bobby è un omaggio al grandissimo Bobby Hutcherson (ovviamente un vibrafonista) che è uno dei punti di riferimento stilistici più importanti per Hobbs e non solo per lui. E’ un lavoro pieno di composizioni vivaci ed interessanti, quasi tutte scritte dallo stesso Steve, il quale è peraltro uno specialista della marimba, cosa evidenziata dall’uso massiccio di questo strumento nelle sue performance. L'apertura del cd è riservata a "The Craving Phenomenon" un esempio della leggerezza del tocco del leader, in un brano arioso e piacevole dove Hobbs è impegnato proprio alla marimba. "Into The Storm" è un pezzo intricato, giocato in velocità su un ritmo 5/4 in cui Steve passa al vibrafono. Lo standard "Besame Mucho" rallenta un pò il passo pur mantenendo vivacità e brio su un pezzo molto noto al pubblico che qui assume contorni inaspettati. Bello l’assolo di piano di Bill O'Connell. Un sentore di Coltrane si manifesta in "New Creation" dove ovviamente è il sax tenore muscolare di Adam Kolker a fornire credito a questo bel groove in pieno stile hard bop. "Tres Vias" è caratterizzato da tre sezioni distinte ma fuse in un unico fascinoso brano, con la spettacolare marimba di Hobbs in primo piano all’inizio, seguita da Kolker al sax soprano ed infine da O'Connell al piano. Non manca un pezzo con una ritmica più contemporanea, influenzata dal funk e dal rock: Thelonius Funk ha qualche somiglianza con certe composizioni di Frank Zappa nel periodo in cui sperimentò metriche musicali complesse impiegando, con grande efficacia, Ruth Underwood alla marimba. "The Road To Happy Destiny" è una melodia allegra dal sound ispirato direttamente dal gospel classico con tre cantanti ospiti e arricchita da un bel  passaggio scat di Marvin Thorne, a cui fa seguito un vivace assolo di Hobbs al vibrafono. Ad una canzone popolarissima come "Blowing In The Wind" di Bob Dylan è offerto un trattamento delicato e rispettoso, con lo stesso Steve Hobbs in evidenza sul suo vibrafono in una cover dal sapore jazzistico che valorizza al meglio il classico della musica pop americana. "El Sueno De Horace Silver" ("Il sogno di Horace Silver") è un bellissimo omaggio al grande pianista, tinto di latino, sobriamente ricordato anche nello stile stesso della composizione. "In From The Storm", è il secondo e ultimo brano che vede ospiti i vocalist, ed è una lussureggiante bossa nova con Hobbs nuovamente impegnato al vibrafono: molto intrigante. Il tema della classica ballata viene affrontato dal vibrafono di Steve nel suo originale intitolato "Millie",che regala momenti di delicatezza e relax grazie anche ad uno splendido assolo di piano di Bill O’Connell. Non poteva mancare un numero costruito sul calypso, "Let's Go To Abaco!" anche in questo caso interpretato con leggerezza e una piacevole orecchiabilità. Il set si conclude con lo standard di Rodgers&Hart "Where Or When" uno dei classici americani più eseguiti nel jazz: Hobbs la rivede con un ritmo piuttosto veloce, dandone una lettura molto frizzante. Adam Kolker ai sax, Bill O’Connell al piano  Peter Washington al contrabbasso e John Riley alla batteria compongono il quartetto che accompagna ormai da molto tempo il vibrafono e la marimba di Steve Hobbs. E’ un insieme di musicisti che lavorano in perfetta sinergia che costruiscono le basi perfette per il solismo sobrio ed elegante del leader, in quale si distingue per una tecnica ineccepibile ed una felice scelta anche a livello di repertorio e di composizioni originali. Come detto e come inequivocabilmente suggerisce il titolo, questo CD è un tributo ad uno dei più grandi tra i virtuosi del vibrafono: Bobby Hutcherson. I suoi settantacinque minuti sono una miniera di pezzi interessanti, eseguiti con perizia e trasporto nel rispetto della migliore tradizione jazz e solo qualche timida e non invasiva concessione alla contaminazione con altri generi. Il fatto che Hobbs collochi la marimba al centro di questo progetto, in particolare in un contesto da solista, rende l’album particolarmente interessante. Al di là di quanto il singolo possa o meno essere appassionato di vibrafono, Tribute To Bobby è un lavoro piacevole e molto vivace in grado di soddisfare pienamente l’ascoltatore.