Lee Ritenour – Alive In L.A.


Lee Ritenour – Alive In L.A.

Lee Ritenour è uno dei “campioni del mondo” della cosiddetta fusion, come la si definiva una volta o smooth jazz nell’accezione attualmente in voga. Paladino da sempre di quella corrente musicale, prevalentemente strumentale, che è una via di mezzo tra il jazz ed il pop, il funk ed il soul con un occhio di riguardo verso il facile ascolto, senza tuttavia trascurare raffinatezza e complessità armonica. Lee è però anche un chitarrista che ha costantemente migliorato il suo bagaglio artistico nel corso degli anni, spostandosi sempre più da queste atmosfere patinate e leggere verso una forma più matura e tradizionale di jazz. Che Ritenour abbia un talento ed una capacità tecnica superiori è un fatto noto a tutti gli appassionati, dunque la sua naturale evoluzione non rappresenta certo una sorpresa: il parallelo con il suo idolo Wes Montgomery diventa quindi, di album in album, sempre più calzante. Lee Ritenour, sul finire degli anni ’90 giunse al termine del suo contratto con l’etichetta GRP, e pubblicò finalmente anche un disco registrato dal vivo. Un passaggio, quello del live, che oltre che chiudere due decenni di collaborazione con la storica casa discografica di Grusin e Rosen, una vera icona nel mondo della fusion, rappresentò anche e soprattutto un punto di svolta per la carriera stessa del formidabile chitarrista. Il jazz è probabilmente la più spontanea tra tutte le forme musicali e senza dubbio quella con il più alto tasso di libertà nell’improvvisazione. In linea di massima si può apprezzarlo meglio durante un concerto dal vivo, ovvero in un momento in cui l’essenza stessa di questo straordinario linguaggio artistico può andare oltre qualsiasi speculazione di carattere commerciale e la massima libertà di espressione musicale può fluire senza limiti apparenti. Alive in Los Angeles, questo è il titolo dell’album, è una brillante registrazione, realizzata senza sovra incisioni, in totale e genuina presa diretta. E’ un lavoro che sintetizza tutte le personali passioni musicali di Ritenour, tanto efficacemente esplorate in oltre 40 anni di carriera:  dalla musica brasiliana al blues, dal funk al  jazz mainstream. Coloro che lo conoscono solo per la sua produzione più commerciale potrebbero rimanere stupiti dal materiale contenuto in Alive In L.A., dato che troveranno in questi brani un artista jazz completo e maturo, capace di leggere con passione ed entusiasmo la musica composta e suonata in passato ma teso ad andare anche orgogliosamente oltre. Registrato nel 1997, nell'arco di tre serate all’Ash Grove di Santa Monica in California, Ritenour è qui coadiuvato da una band di musicisti in qualche misura ancora più esplosivi di quanto non siano i suoi compassati (ma sicuramente eccezionali) amici e colleghi Fourplay. Il sassofonista Bill Evans, i tastieristi Alan Pasqua e Barnaby Finch, il bassista Melvin Davis e lo straordinario batterista Sonny Emory. Il giudizio è presto dato: questo è stato un grande concerto che ha generato un’eccellente registrazione. L’interplay del gruppo è assolutamente fantastico: i musicisti appaiono empatici e magnificamente ispirati, gli assoli sono veramente ben eseguiti, trasudano passione e tecnica sopraffina. Molti dei brani sono tratti dagli album Wes Bound e Stolen Moments, cioè quelli che più e meglio di altri tirano verso un repertorio di estrazione jazzistica, ma non vengono dimenticati due classici della fusion come gli splendidi Night Rhythms e Rio Funk. E naturalmente il grande Lee ha inserito un’indimenticabile gemma brasiliana come San Juan Sunset di Eumir Deodato che è uno dei pezzi storici dell’album epocale del 1979 intitolato Rio. Come si conviene ad un live, i brani sono lunghi e dilatati per permettere alla chitarra solista del leader di offrire una serie di pregevoli assoli, lasciando anche al sax di Bill Evans e alle tastiere di Barnaby Finch e Alan Pasqua la possibilità di sciorinare i loro interventi in piena libertà. Non è insomma un monologo di chitarra accompagnato da un contorno passivo ma anzi evidenzia una vera e propria band con un impatto d’insieme molto convincente. Se da un lato è sempre un piacere riassaporare dei brani stupendi come Rio Funk, Night Rhythms e San Juan Sunset, scoprendone nuove sfumature grazie all’esecuzione dal vivo, sono proprio i numeri jazz proposti nei due precedenti album di studio a rendere davvero interessante Alive In L.A. Si va così dal moderno e latineggiante A Little Bumpin’, scelto come apertura, al sinuoso blues di Boss City griffato Wes Montgomery, al quale Lee Ritenour rende un ammirato omaggio, pieno di sensibilità. Si prosegue con la veloce Uptown che è l’essenza dell’hard bop al suo meglio: swingante e lucidissimo nella sua visione contemporanea del jazz. L’assolo di chitarra di Lee è semplicemente favoloso, mentre il piano di Barnaby Finch non è da meno, il tutto sospinto dal motore di una sezione ritmica straordinaria. Il lento jazz walzer di Waltz For Carmen è un piccolo gioiello scritto da Ritenour che vede un ispirato Bill Evans al sax soprano dettare la melodia subito prima dell’arrivo della inconfondibile 6 corde del leader. Wes Bound è già nel titolo una dichiarazione d’intenti: con il maestro Montgomery nella mente e nel cuore, Ritenour propone un brano profumato di funk ma con un’anima profondamente jazz. L’uso del piano elettrico da parte di Alan Pasqua restituisce quel tono vintage da inizio anni ’70 ad un contesto indiscutibilmente contemporaneo. Ma se c’è un pezzo che più degli altri sintetizza e sottolinea la bellezza di questo concerto è la celeberrima 4 On 6 di Wes Montgomery. Lee la interpreta magistralmente e vorrei far notare che la batteria di Sonny Emory è come sempre (ma forse ancor più di altre volte) da applausi a scena aperta. C’è anche un brano inedito, probabilmente composto per l’occasione, che si intitola Pacific Nights, un solo di chitarra acustica che rappresenta non solo un esercizio di perizia tecnica ma è anche un bel momento di musica. Lee Ritenour è un musicista prolifico e creativo, un chitarrista la cui velocità, il cui fraseggio e la cui tecnica sempre impeccabile non sono mai fini a se stesse ma al contrario sono al servizio della musica. Alive In L.A. è la perfetta essenza della sua personalità artistica, il puro concentrato di un grande musicista catturato durante tre magiche serate californiane: grazie a questo cd, abbiamo la fortuna di poterne godere anche noi, che ai quei concerti non c'eravamo.