Jason Miles – What’s Going On ?


Jason Miles – What’s Going On ?

Jason Miles è un tastierista e arrangiatore americano nato a Brooklyn, New York.  Sul finire degli anni ’70, al culmine del rivoluzionario movimento teso a fondere il jazz con altre forme musicali come il funk ed il rock, Miles si ritrovò completamente immerso nella scena artistica della Grande Mela. Si guadagnò gradualmente un buon credito tra musicisti ed addetti ai lavori, in particolare tra quelli più attenti ad un uso innovativo ed intelligente dell’elettronica. Jason Miles riuscì così a far valere le sue creative doti di programmazione dei sintetizzatori così come la sua tecnica nell’elaborazione dei suoni, entrando nel novero degli arrangiatori più richiesti. Il suo primo album, che risale al 1979 e s’intitolava Cosmopolitan, fu realizzato con l’aiuto del bassista Marcus Miller e del trombettista Michael Brecker: era un lavoro grezzo ma molto promettente, ricco di spunti e interessanti composizioni. Il rapporto di collaborazione con entrambi questi due rinomati musicisti è poi proseguito anche in seguito, ma purtroppo le registrazioni di Miles come leader non raggiungeranno più quei livelli. Va poi ricordato che, a partire dagli anni ’80, Miles ha lavorato per alcuni importanti artisti sia jazz che pop, come Miles Davis, Luther Vandross, lo stesso Marcus Miller, Whitney Houston, Chaka Khan, Diana Ross, Aretha Franklin, David Sanborn e Michael Jackson. Dopo il semisconosciuto debutto del ’79 (che comunque non vide la pubblicazione fino al 2005), all’inizio del nuovo millennio Miles ha pubblicato diversi altri album da solista e tra questi i più apprezzati dal pubblico (meno dalla critica) sono stati quelli che rendevano omaggio alla musica di un favoloso quartetto di mostri sacri: i rivoluzionari Weather Report, il brasiliano Ivan Lins, il favoloso Grover Washington, Jr. e in ultimo l’immortale e suo vecchio amico Miles Davis. Questa lista di tributi si ingrossa con un quinto stimolante progetto nel 2006, con la pubblicazione di un lavoro che intende riscoprire i classici di quel grande e sfortunato artista che fu Marvin Gaye. Piuttosto che limitarsi a registrare un album di anonime cover delle canzoni più popolari dell’artista di Washington, la volontà di Jason Miles sembra quella di mostrare quanto moderni e pertinenti restino anche ai giorni nostri i messaggi politici e romantici di Gaye. Quanto queste operazioni discografiche possano realmente approdare a risultati soddisfacenti e soprattutto quanto di nuovo un album così riesca a portare nel repertorio consolidato e famosissimo di Marvin Gaye (e degli altri prima di lui) è difficile a dirsi. Di sicuro si tratta di progetti ad alto rischio di banalità e probabilmente What’s Going On ? non si eleva al di sopra di una elegante e fin troppo patinata rilettura in chiave smooth jazz di undici evergreen del compianto Marvin. Ovvio che l'arrangiamento della title track “What’s Going On ?” sia comunque sexy e d'atmosfera, caldo e avvolgente come richiesto dallo stupendo pezzo, ma in ultima analisi è solo una vetrina perfetta per le belle parole della canzone, interpretata peraltro con grande intensità dall'esordiente Mike Mattison. What’s Going On ? si avvale della presenza di un bel gruppetto di leggende della musica, da Herb Alpert che ascoltiamo interpretare la seducente "Let 's Get It On", a Marcus Miller il cui basso è immediatamente riconoscibile su un altro capolavoro di Marvin come "Heavy Love Affair". C’è Jay Beckenstein che piazza uno dei suoi assoli sulla dolce "Too Busy Thinkin' Bout My Baby", e c’è anche Bobby Caldwell che canta “Distant Lover” con la sua voce pastosa.  Tutti bravissimi, tutti perfetti ma al di là della bellezza intrinseca delle composizioni si stenta ad andare. Al contempo Jason Miles appare intenzionato anche a valorizzare alcuni talenti emergenti, la cui presenza dona all’album perlomeno una nota di apprezzabile freschezza ed imprevedibilità. Fa particolarmente piacere scoprire ad esempio che la voce femminile di "I Want You" è quella della cantante romana Chiara Civello, che del famoso brano offre una lettura personale e profonda. Bravo anche James "D-Train" Williams, voce solista di "Heavy Love Affair". il flicorno di Chris Botti brilla sulla cover del jazzato "Trouble Man", ed il chitarrista Nick Colionne impreziosisce "I Heard Trough The Grapevine": nel 2006 loro erano già artisti affermati ed in seguito diventeranno star della fusion a livello internazionale. In conclusione bisogna onestamente ammettere che album come questi sono, tutto sommato, operazioni artisticamente risibili se non addirittura inutili: a fronte di una veste pur sempre elegante e raffinata, senza dubbio piacevole, non corrisponde altrettanta sostanza: diventa difficile andare oltre un gradevole ascolto di sottofondo. Personalmente preferivo la creativa ruvidità del primo lavoro di Jason Miles, Cosmopolitan, dove si respirava un’aria molto più genuina e propositiva. Evidentemente strizzare l’occhio alle esigenze commerciali non giova proprio a nessuno e Jason Miles non fa eccezione. Se ci viene voglia (e la cosa è caldamente raccomandabile) di ascoltare Marvin Gaye, meglio, molto meglio dedicarsi all’originale.