Lou Watson - It Doesn't Matter


Lou Watson - It Doesn't Matter

Immaginate la perfetta fusione tra una voce profonda, calda e baritonale e la grande tradizione classica del canto jazz e r&b. Immaginate delle creazioni musicali estremamente sensuali, romantiche, senza tempo eseguite con passione e tecnica perfetta: bene, ora vi siete fatti un quadro abbastanza preciso dello straordinario talento di un cantante afro americano di nome Lou Watson. Classe da vendere e uno stile vocale che si può definire inebriante. Lou è un cantautore e pianista che possiede quel particolare tipo di magia in grado di colpire fin dal primo ascolto, quell’x-factor (in questo caso reale e non fasullo) che si estrinseca in una disarmante facilità di canto e in un innato buon gusto musicale. Dovendo fare un paragone con un grande del passato il primo nome che mi viene in mente è quello di Lou Rawls. Tutte queste doti da consumato artista sono senza dubbio presenti sull’album di debutto di Lou intitolato “It Doesn't Matter”. Il disco è stato pubblicato nel Gennaio 2004 ed è la conferma tangibile di come si possano coniugare armoniosamente il jazz e l’R & B attraverso un approccio profondamente soul. Watson porta nuova linfa ad una accurata selezione di canzoni classiche, scelte con la collaborazione del famoso pianista ed arrangiatore Onaje Allan Gumbs, alle quali si aggiungono un paio di composizioni originali. Le superbe interpretazioni di Lou, la produzione di Gumbs, magistrale negli arrangiamenti, e una squadra di musicisti di altissimo livello, danno all'album una veste raffinata e luccicante. La registrazione si avvale del prezioso contributo di Kenny Davis (basso), Camille Gainer (batteria), e Dennis Davis (batteria), e offre l’opportunità di ascoltare gli eccellenti interventi strumentali di Romero Lubambo (chitarra), Gregoire Maret (armonica), Abdul Zuhri (chitarra) e Roger Byam (sassofono tenore). Lou Watson ha un talento speciale nell’infondere un’atmosfera speciale a famose e popolari canzoni, proponendosi con uno stile fresco, originale ed assolutamente unico. Prediamo ad esempio la sua versione della celeberrima "You Can’t Hurry Love": il classico di Holland-Dozier-Holland viene interpretato lentamente, stravolgendone l’andamento originale e facendone una ballata molto intensa. “Like A Lover” ricorda i meravigliosi arrangiamenti del periodo d'oro degli anni '70 dove il Rhodes di Gumbs accompagna Lou in una fantastica cavalcata melodica di stampo jazzistico. Intimista e dolce come pochi, Lou incanta con la sua voce baritonale, perfettamente modulata, accompagnato dalla magica chitarra acustica di Romero Lubambo sulla bella "So Many Stars" di Sergio Mendes. Meravigliosa l’armonica di Gregoire Maret che da un tocco particolare e malinconico al brano. È interessante anche la cover di “Against All Odds” proposta con un taglio soul jazz che anche in questo caso è permeato di sensibilità. Non mancano di sorprendere piacevolmente i due originali dello stesso Watson: “Chance Of A Lifetime” è un medio tempo sullo stile del miglior Stevie Wonder, con tanto di piano elettrico in pieno “seventies mood”. Più originale “It Doesn’t Matter”: canzone dalla ritmica particolare e dall’andamento profondamente r&b che tuttavia mantiene una apprezzabile orecchiabilità. Se a questo punto vi mancasse un po’ più di atmosfera jazzistica, verrete soddisfatti dal lento bop di “That’s All”, oppure dalla calda “Diary Of A Full”, magari da “Every Little Thing About Her” profumata di bossa nova o dalla stupenda ballad “Emily” di Johnny Mandel. Con una lunga gavetta  fatta di esibizioni nei locali notturni di New York, il bravo Lou Watson si è costruito una carriera che lo ha condotto fino alla pubblicazione di questo fantastico primo album. Il suo stile vocale e la sua musica sono influenzati da diversi generi, e tra le sue fonti d’ispirazione si possono senza dubbio annoverare artisti come Johnny Hartman, Nat King Cole, Kurt Elling e ovviamente Lou Rawls. Tuttavia Watson, dopo aver fatto suo un patrimonio musicale fatto di una sintesi tra jazz, funk, pop e soul ha sviluppato il suo personale modo di interpretare i classici e proporre al contempo anche le sue canzoni. It Doesn't Matter è solo l’inizio del percorso musicale di Lou Watson: uno straordinario artista che nel 2004 fece il primo passo alla ricerca di nuove vie di espressione per il jazz ed il soul nel rispetto della tradizione e con un occhio al futuro. La voce di Lou ha il potere di riscaldare il corpo e calmare l'anima, proprio come una salutare medicina.