Billy Higgins & Charlie Haden - Silence


Billy Higgins & Charlie Haden - Silence

Billy Higgins è uno dei batteristi più importanti e quotati della storia del jazz. In particolare per la sua militanza nel rivoluzionario quartetto di Ornette Coleman, una formazione che ha di fatto sancito la rinascita del movimento free. Di fatto Higgins può essere considerato senza ombra di dubbio un batterista versatile ed intuitivo, di non comune talento, le cui agili strutture ritmiche hanno raggiunto un perfetto equilibrio tra funzione e forma. Il grande trombettista Lee Morgan arrivò ad affermare che: "Billy Higgins non suona mai sopra le righe, ma puoi contare sul fatto che lui è sempre lì”. Silence è un album del 1987, registrato in Italia, con una band formata dal bassista Charlie Haden, dal grande Chet Baker alla tromba (morirà solo sei dopo) e dal pianista italiano Enrico Pieranunzi. Ed è proprio il triste lirismo di Baker ad essere una presenza rilevante in tutti i brani di questo interessante lavoro. E’ cosa nota che il Chet Baker degli ultimi anni non fosse certo quello smagliante degli anni del cool jazz e del sodalizio con Gerry Mulligan, ma la timbrica poetica e controllata della sua tromba è ancora in grado di regalare emozioni ed intense vibrazioni. Di tutto ciò e della classe degli altri musicisti coinvolti si giova “Silence”: Charlie Haden è un contrabbassista tecnico e versatile, sempre in perfetta sinergia con la batteria di Higgins, coadiuvato dalla tecnica sopraffina del nostro Enrico Pierannunzi. Il pianismo di quest’ultimo, ispirato da Bill Evans e tuttavia molto personale, si inserisce in maniera perfetta nel quartetto, risultando la spalla ideale della voce crepuscolare e sofisticata di Chet Baker. "Silence", composta da Haden è una sorta di intensa e malinconica preghiera in forma di ballata jazz, recitata dalla tromba di Baker, qui particolarmente drammatica. Molto interessante la composizione firmata da Pierannunzi intitolata “Echi”, dove trovano spazio sia l’impressionismo trombettistico di Baker che il classicismo formale del pianista italiano. Molto bella la versione proposta dal quartetto di “Visa” di Charlie Parker: un vero tuffo nel be bop degli anni d’oro di questo stile.  “Conception” di George Shearing è il brano più vivace ed allegro dell’intero disco, certamente un modo per sdrammatizzare un repertorio altrimenti più orientato alla malinconia. L’impegno di Chet Baker è costante anche sui brani che sono stati nel suo repertorio per oltre 35 anni, come l’immortale "My Funny Valentine" e la meravigliosa "Round ‘Bout Midnight": la dimostrazione che anche dopo una vita difficile e molte cadute rovinose, i suoi ultimi momenti da artista sono stati pieni di qualità ed emozione. Il sussulto finale di un grande e tormentato musicista. Il pianista Enrico Pierannunzi suona in uno stile che abbraccia completamente il jazz, ma richiama echi di musica classica, non diversamente da quanto fatto dal maestro Bill Evans. Billy Higgins, da parte sua, porta con se il bagaglio di una moderna e dinamica sensibilità nel drumming, con uno stile originale, tutto giocato su un tocco leggero e raffinato che si adatta perfettamente alla natura tranquilla di questo album e che tuttavia sa essere incisivo e pulsante quando serve. In ultima analisi Silence è un ottimo album: oltre a darci l’opportunità di ascoltare l’ultimo Chet Baker in uno stato di forma più che dignitoso, propone un gruppo di musicisti affiatati e propositivi nel contesto di un repertorio scelto con cura e suonato con grande professionalità.