Dave Bradshaw, Jr. – Set Me Free


Dave Bradshaw, Jr. – Set Me Free

C'è una certa raffinatezza nelle composizioni smooth jazz di Dave Bradshaw Jr.. Il suo nuovo album Set Me Free, uscito alla fine dell'anno scorso, con l'inconfondibile Darren Rahn al sassofono in veste di stretto collaboratore, è la conferma che il pianista ha talento da vendere. Bradshaw, l’uomo abituato al "dietro alle quinte" di grande successo, esce finalmente allo scoperto con la sua raccolta di brani originali che trasudano deliziose melodie ed una classe non comune. Il nuovo album del pianista californiano segna la consacrazione di Dave Bradshaw, Jr. sulla scena internazionale, come anticipato qualche mese fa da quel vero e proprio inno all’estate ed alla gioia di vivere intitolato “Jumpstep”, un perfetto e piacevolmente orecchiabile funky jazz, molto radio friendly. La storia dietro la crescita di Bradshaw come musicista di jazz urbano contemporaneo, dopo anni di gavetta, è particolare. Il tastierista è stato ispirato da alcuni grandi nomi dello smooth jazz come Kenny G e Brian Culbertson: sentiva di avere il potenziale per seguire le loro orme e diventare a sua volta un artista e performer di successo. Tuttavia, ad un certo punto, pur continuando a suonare professionalmente ed a migliorare dal punto di vista tecnico, Dave ha iniziato ad avere la sensazione di aver perso la sua passione per la musica. La scomparsa di suo padre nel 2010 ha cambiato tutto, facendogli capire che doveva cogliere l’attimo e che quello era il momento giusto per perseguire il suo sogno. Così comporre musica è diventata una catarsi quasi necessaria per Bradshaw, che da lì in avanti ha cominciato a mettere sul pentagramma tutte le sue intense emozioni. Aiutato da questa spinta interiore e rinfrancato dalla qualità di quello che scriveva, ha iniziato a fare tutto in casa, sfruttando le tecnologie digitali e auto producendosi il materiale di base per un intero album. È qui che entra in gioco Darren Rahn che, ascoltate le demo e suggeriti i miglioramenti necessari, ha deciso infine di produrre il lavoro di Dave Bradshaw. Questa frase rilasciata durante un’intervista chiarisce ulteriormente il concetto: "Dopo aver lavorato come sideman per così tanto tempo, eseguendo la musica di altri grandi artisti, è eccitante avere l'opportunità di sviluppare il mio stile come tastierista e condividere la mia musica con la gente", dice Bradshaw. Essere in grado di emergere e di lavorare con un musicista del calibro di Darren Rahn è come un sogno che si avvera." Fino a qui ho raccontato la storia di come un pianista di talento abbia finalmente trovato la sua strada artistica, ma com’è realmente questo Set Me Free? Si tratta di un album di classico smooth jazz, ovviamente tutto focalizzato sul pianoforte di Dave. Il tono generale è positivo e gioiosamente orecchiabile, raffinato ma sempre molto cantabile e pienamente godibile da un ampio ventaglio di ascoltatori. Si comincia con “West Coast Jammin”, un brano fluidissimo perfettamente tagliato per l’ascolto attraverso le radio o meglio ancora per un viaggio in auto. Di “Jumpstep” ho parlato precedentemente: aggiungo che il pianismo di Bradshaw sembra fatto apposta per dare qualcosa in più a qualsiasi pezzo. Dalla canzone più vivace al brano più rilassato non si può non apprezzare il tocco vellutato ed il gusto estetico che il pianista californiano riesce a mettere nella sua musica. E così si susseguono uno dopo l’altro “Guys’ Night Out” ancora una volta energica e quasi dance, la lenta ballata d’atmosfera che da il titolo all’album in cui il virtuosismo di Bradshaw è posto in primissimo piano, o ancora la bella e latineggiante “Saboroso”. In tutto il cd è davvero notevole il lavoro al sax di Darren Rahn così come il curatissimo apporto che viene dagli arrangiamenti, in cui nulla è lasciato al caso. “Back To The Top” ritorna alle ritmiche più sostenute mantenendo la melodia sui binari della cantabilità: certo sorprende il fraseggio di Dave che sostiene il peso dei brani con naturalezza in modo analogo a quello di un altro giovane ed interessante pianista come l’inglese Oli Silk. Anche “Eastern Beauty” regala un pianoforte liquidissimo su un tessuto ritmico moderatamente disco. Non manca un brano diverso, in qualche misura più complesso e jazzato come “Angels Pass”, dove si può apprezzare non solo il consueto, perfetto uso della mano destra di Bradshaw ma anche l’interessante fraseggio della sinistra a dettare intriganti e sofisticate armonie. Come lascia supporre il titolo, “Nothing But Groove” si cala nel tipico ambiente dello smooth jazz per mettere ancora più in evidenza lo splendido sound del pianoforte del giovane californiano. E’ davvero un piacere lasciar scorrere questi brani che sanno intrattenere senza noia. Così come avviene negli ultimi due pezzi di questo felice esordio discografico:  “Moon & Stars” si muove nuovamente in tono brillante e ottimista e “Here I Go Again” done un tocco di originalità con una inattesa e gradita spruzzata di blues. La classica chicca di chiusura che fa venire voglia di riascoltare tutto da capo. Mi piacerebbe sentire Dave Bradshaw, Jr. alle prese con un repertorio di jazz mainstream, magari in trio. Sarebbe una sfida interessante e credo che il pianista del sud della California abbia i numeri giusti per fare anche questo ulteriore salto di qualità nella sua carriera. Nel frattempo però possiamo goderci questo notevole esempio di ottimo smooth jazz. Non sarà certo un capolavoro assoluto, ma di sicuro è una piacevole scoperta ed un aggiunta di valore alla propria discoteca. Che sia un viaggio in automobile, una serata tra amici o il sottofondo di una cena, sono certo che non vi deluderà.