Maynard Ferguson – MF Horns Vol.3


Maynard Ferguson – MF Horns Vol.3

Chi non ricorda la squillante tromba che accompagna Sylvester Stallone mentre sale di corsa la scalinata del Museo dell’Arte di Philadelphia? Una scena epica ed un tema musicale che sono entrati nell’immaginario collettivo. La tromba era quella di un musicista di talento e personalità: Maynard Ferguson. Ma la colonna sonora di Rocky non è certo l’unico momento importante di questo artista: quando debuttò con l'orchestra di Stan Kenton (e parliamo del 1950), dimostrò di poter suonare le note acute con un tono più alto di qualsiasi altro trombettista nella storia del jazz, ed in più di poterlo fare in modo molto accurato. Ferguson ha mantenuto questa prerogativa stilistica nel corso di tutta la sua lunga carriera, diventando poi dalla metà degli anni ’70 uno dei più famosi jazzisti del mondo. Di fatto Maynard Ferguson non si è certo distinto negli anni per un particolare gusto estetico o per la raffinatezza delle sue scelte artistiche (alcuni dei suoi sforzi più commerciali sono quasi inascoltabili). Tuttavia questo canadese entusiasta e pieno di energia ha guidato alcune importanti orchestre e sicuramente ha avuto un forte impatto sullo strumento con il suo unico modo di suonare la tromba. Alcuni puristi dell’idioma jazz si sono (forse giustamente) accaniti verso le registrazioni che Ferguson ha effettuato nel corso degli anni ’70: se in molti casi questo atteggiamento fortemente critico è giustificato dalla obiettiva scarsità di queste pubblicazioni, dall’altro non mi pare giusto fare di tutta l’erba un fascio.  Come in molti altri colleghi jazzisti, in quel particolare periodo storico, la contaminazione con il funk, il rock, il pop ebbe una forte influenza su Maynard Ferguson ed è assolutamente naturale che anche il trombettista muovesse i suoi passi in quella nuova direzione. Questo non significa che, soprattutto all’inizio, i suoi dischi non fossero di valore. Basta ricordare quali territori esplorarono dalla fine degli anni ’60 Donald Byrd, Jack McDuff, Miles Davis, Herbie Hancock, Chick Corea, Yusef Lateef, Freddie Hubbard, Rahsaan Roland Kirk o decine di altri importanti musicisti moderni. MF Horn Vol. 3 fu registrato nel 1973, a Londra e New York, come terza parte di una serie di album tutti accomunati dalla stessa matrice pop-funk. Ferguson stava concludendo il suo periodo di residenza in Inghilterra ed era prossimo al rientro negli Stati Uniti. La musica di questo album è un'emozionante testimonianza del fermento e della creatività della scena musicale di quel momento. Maynard Ferguson e il suo tastierista, Pete Jackson, combinarono il jazz con elementi di pop, rock e funk, e lo fecero in modo assolutamente ammirevole. Più avanti, negli anni a venire, Ferguson, per sua stessa ammissione, tentò di assicurarsi una solida stabilità finanziaria pubblicando dischi in grado di catturare un pubblico ancora più ampio, ed è probabilmente qui che il livello artistico della sua musica cominciò ad abbassarsi in modo preoccupante. Per quanto riguarda i contenuti di questo album, invece,  bisogna dire che sono decisamente interessanti, molto meglio di quanto la critica abbia mai ammesso. Con una band numericamente piuttosto numerosa, formata da musicisti di spessore, il buon Maynard mette insieme un programma solido ed energetico e per l’epoca molto moderno. Mescolando con sapienza il jazz con il funk e qualche elemento pop il trombettista confeziona un album che riesce a convincere e risulta alla fine orecchiabile ma niente affatto scontato, ne troppo commerciale. "Nice 'n Juicy", "Pocahontas", "Mother Fingers", "SMOF," e "Awright, Awright" sono numeri superbamente funky eseguiti da una gran bella big-band. Il lavoro del tastierista Pete Jackson, in particolare al piano elettrico, è notevolissimo, ma funzionano a meraviglia anche il bassista Dave Markee, il batterista Randy Jones, ed il sax baritono di Bruce Johnstone, senza dimenticarsi la coesa e potente sezione fiati che Maynard Ferguson comanda e dirige in grande scioltezza. Il sound della tromba e del flicorno del leader sono vibranti e sempre limpidi e squillanti: una firma acustica davvero originale e per certi versi inconfondibile. Così, tra elettro-jazz vintage e temi di colonne sonore, ci si ritrova al cospetto di un album che pare perfetto per una guida rilassata in autostrada e ci catapulta magicamente nel mondo delle serie tv poliziesche degli anni ’70 o dei misconosciuti film della “blaxploitation”. C'è spazio perfino per una rilettura affascinante della splendida Round Midnight, arrangiata ed eseguita in stile da vera big band. Il groove è potente, il suono è quello giusto, forse non sarà il massimo della raffinatezza ma, credetemi, MF Horns Vol.3 è “tanta roba” e merita un ascolto e Maynard Ferguson è un musicista da rivalutare.