Kamasi Washington - Harmony of Difference


 Kamasi Washington - Harmony of Difference

Ascoltare un album di Kamasi Washington ed approcciarsi con il suo stile e la sua estetica musicale è un’esperienza piuttosto singolare. Il personaggio è di sicuro eccentrico e particolare, ma la sua essenza di musicista jazz e di sassofonista sono di fatto il suo migliore biglietto da visita. Lodato da molti critici come uno dei nuovi guru del jazz, Kamasi non si è mai perso al cospetto di un’aspettativa che peserebbe sulle spalle di qualsiasi giovane artista. Anzi, per tutta risposta ha avuto l’ardire di pubblicare nel 2015 un CD di 170 minuti, intitolato in modo appropriato The Epic: ambizioso ed eclettico, richiama ai grandi del jazz spirituale come ad esempio Pharoah Sanders. Un opera monumentale e complessa che ha tuttavia attirato nuovi ascoltatori verso il jazz, andando a rinfoltire la new wave contemporanea già iniziata da altri artisti come Robert Glasper, Flying Lotus, Thundercat e Kendrick Lamar. Dopo due anni, nel 2017 è uscito il seguito di the Epic: Harmony of Difference. Quasi per contrappasso si tratta di un EP di soli 30 minuti. Il mini album nasce per incarico del Whitney Museum of Art di New York, come sottofondo musicale di un'installazione. E’ lo stesso Washington a descrivere i brani come un esercizio di contrappunto ovvero "l'arte di bilanciare le somiglianze e le differenze per creare l’armonia tra melodie diverse". Sorvolando sull’analisi musicale del contrappunto, appaiono comunque chiari i messaggi filosofico/sociali verso la fretellanza tra gli uomini e la celebrazione in positivo delle differenze. Nelle note di copertina Washington estrinseca il suo intento in termini di speranza: "ascoltare la meravigliosa armonia creata dall'unione di diverse melodie musicali aiuterà le persone a realizzare la bellezza pur nelle differenze". Ma qui parliamo di musica e quindi passiamo ad analizzare il contenuto di Harmony of Difference. L’EP è composto da 6 tracce, i primi cinque pezzi sono più brevi, mentre l'ultimo "Truth" dura circa tredici minuti. Si inizia con "Desire" che accoglie l’ascoltatore con una dolcezza inattesa, quasi come un tema lounge da film degli anni ’70.  A seguire c’è la splendida "Humility": riff caldissimo e fiati corposi e scattanti per un brano che ricorda Charles Mingus, e forse dura fin troppo poco. Il ritmo cala leggermente con la più dolce e riflessiva "Knowledge", che presenta un ottimo lavoro di tromba di Dontae Winslow e un assolo sontuoso dello stesso Washington. "Perspective" inizia come proprio come un pezzo di jazz spirituale, un po’ A love Supreme, un po’ il già citato Pharoah Sanders. Poi si passa ad un ritmo più inclazante, in uno stile che ricorda i Crusaders. L'ultimo dei quadri musicali brevi è "Integrity", un ritmo di samba ben costruito, arricchito da una bella melodia. Il gran finale dell’EP è "Truth": 13 minuti che sono il momento più intenso di Harmony of Difference. Il sound è quello che più si avvicina al precedente The Epic ed anche il brano dove le idee musicali di Kamasi meglio spiegano il suo concetto di contrappunto. Truth è costruito su una serie di stratificazioni strumentali attorno ad una melodia relativamente semplice che tuttavia riesce a dimostrare come le armonie correlate e tuttavia diverse possano coesistere. Il brano vanta un notevole contributo da parte di Thundercat al basso e  di 4 violini, 2 viole e 2 violoncelli a colorare il tutto. Aggiunte che donano peso e complessità alla composizione, proiettandola verso un futuro ormai prossimo per il jazz. Questa breve raccolta di 30 minuti di musica potrebbe superficialmente essere bollata come inferiore rispetto all’album di debutto, ma non è così. Di sicuro qui c’è il dono della sintesi ed in ultima analisi rappresenta in modo conciso i notevoli talenti di Kamasi Washington come compositore e come sassofonista. Harmony Of Difference offre una raccolta di moderna musica jazz di ottima qualità, senza orpelli o eccessiva autoindulgenza, è complesso ma sempre godibile. Non si può ignorare un musicista di uno spessore artistico come quello di Kamasi Washington. Questo è senza dubbio un grande album che, anche se valutato con la massima severità, resta tra i migliori di questi ultimi tempi. E come tale vale, a mio parere, una raccomandazione senza riserve.