Craig Pilo - Unsupervised


Craig Pilo - Unsupervised

Batterista americano sconosciuto ai più, Craig Pilo è un musicista, compositore e produttore di grande talento che merita senza dubbio di essere scoperto ed apprezzato. Sebbene già nel 2007 rimasi molto colpito dall'album di debutto di Craig, Just Play, devo dire che le composizioni, gli arrangiamenti ed il suo drumming, nell'album più recente, Unsupervised, mi hanno davvero convinto. Il bellissimo secondo lavoro da solista del batterista si presenta più essenziale del precedente, praticamente con un trio di musicisti: Ed Czach al piano elettrico, Jim King al basso, ed ovviamente lo stesso Craig Pilo alla batteria. I tre sono coadiuvati in alcuni brani anche da qualche ospite. Il disco è incentrato sulla musica di Stevie Wonder, Keith Jarrett, Billy Cobham, David Leonhardt, Randy Brecker, Jose Bertami e su quattro composizioni originali del leader. La maturità musicale e la crescita di Pilo negli ultimi anni, sotto tutti i punti di vista è stata eccezionale, una concreta testimonianza del suo duro lavoro, della sua creatività e di una grande professionalità. L’album si apre con un meraviglioso arrangiamento di "Spiral Dance" di Keith Jarrett, un brano trascinante nel quale al contrabbasso, alla batteria ed al piano Rhodes è affiancato un sax. Bellissima la ritmica dettata dai controtempi delle percussioni. "Whispers of Contentment" è invece una dolce ballata ricca di pathos: Pilo si mette in mostra in particolare negli ultimi due minuti del pezzo con un sapiente uso delle spazzole. "HGH" è  una composizione di Craig, con quell’irresistibile suono jazz-fusion stile anni '70 ricco di sferzate poliritmiche. La celebre canzone di Stevie Wonder "As" è rivista con un approccio singolare, sia nel groove che nell'arrangiamento, molto originale grazie alle interruzioni segnate da brevi ma incisivi assoli di batteria. Il coro verso la fine completa piacevolmente la canzone, rimandando all’originale. "One a Day" è un'altro degli originali di Pilo, con alcuni interessanti unisono suonati dal trio. Chi conosce gli Azymuth e la jazz fusion brasiliana, apprezzerà molto il classico "Partido Alto", fedele all’originale ma con un'interpretazione ritmica personalissima del batterista. La terza composizione di Pilo intitolata "One for DLS", è un bel blues con un sofisticato tocco fusion. Interessante anche l'approccio del trio al celeberrimo brano di Billy Cobham "Stratus". Un classico del jazz-rock  reso qui molto bene, con un ampio spazio lasciato al batterista per testimoniare sul campo quanto il nostro Craig Pilo abbia attinto dall’oggi 79enne fenomeno di origine panamense. Stilisticamente il batterista deve molto proprio al guru mondiale dello strumento Billy Cobham. "Mulberry Sky", è una bellissima ballata nella quale oltre al trio troviamo il sax e la tromba. A chiudere questo fantastico cd c’è "Some Skunk Funk" ovvero una meravigliosa interpretazione del classico brano dei Brecker Brothers. Pilo sembra divertersi molto proponendo un vertiginoso assolo di batteria con alcuni stacchi e  molte rullate che non passano certo inosservate. In veste di produttore del disco, Craig Pilo ha poi svolto un lavoro favoloso nel selezionare i brani per l'album e arrangiarli nel migliore dei modi. Ogni traccia di Unsupervised ha la sua personalità e una sua convincente originalità e tuttavia si ha una gradevole sensazione di coesione e omogeneità. E’ una bella cavalcata di jazz contemporaneo sull’onda di diverse e variegate emozioni. Ciò che Craig Pilo ha fatto benissimo in questo album è suonare proprio ciò di cui i brani necessitano senza troppa autoindulgenza verso un uso eccessivo della batteria a discapito del risultato finale. E’ una visione moderna del jazz, adeguata ai tempi, che non strizza l’occhio alla musica commerciale, ma che propone al contrario un repertorio complesso, suonato con una mirabile tecnica ed una indubbia passione.