Herbie Mann – Sultry Serenade

Herbie Mann – Sultry Serenade

Herbie Mann, è stato un flautista americano, in verità uno dei massimi esponenti di questo affascinante e non troppo diffuso strumento. Nato nel 1930,  nel corso della sua carriera ha percorso diverse strade stilistiche all’interno dell’idioma jazzistico, all’insegna di una tecnica sopraffina ed una capacità interpretativa di livello assoluto. Inoltre può a ragione definirsi un precursore di quella che più avanti sarà conosciuta come World Music per via delle sue sperimentazioni con la Bossa Nova prima e con la Africana, il Reggae e la Mediorentale poi. All'inizio della sua carriera suonava anche il sassofono tenore e il clarinetto (anche il clarinetto basso), ma va detto che Mann fu tra i primi musicisti jazz a specializzarsi proprio nel flauto, facendone il suo strumento per eccellenza. A differenza di molti suoi colleghi jazzisti, Herbie riscosse un notevole successo commerciale quando, dopo aver abbandonato il jazz mainstream passò ad una musica decisamente più popolare. Piazzò molti dischi nelle classifiche di vendita pop ed un un suo singolo intitolato "Hi-Jack" diventò addirittura una hit dance in grado di arrivare al n. 1 nella graduatoria di Billboard per ben tre settimane. nel 1975. Un processo quello della svolta funky soul che Mann intraprese già alla fine degli anni ’60, facendo proprie le sonorità elettriche ed enfatizzando un approccio decisamente più groove nel suo repertorio. Era qualcosa che il flautista sentiva dentro, pensando con convinzione che la ritmica racchiudesse l’essenza stessa della sua musica. Tuttavia, lasciando da parte la svolta commerciale più recente di questo straordinario musicista, il meglio della sua produzione artistica va ricercato negli anni dell’hard bop, tra il 1955 ed il 1965. Ed è proprio a quel periodo, per così dire aureo, che appartiene questo bellissimo album intitolato Sultry Serenade. In cinque degli otto pezzi registrati nel 1957 per la Riverside Records, Mann guida un sestetto che mette in mostra una sonorità estremamente intrigante: il suo magico flauto si affianca ad alcuni grandi e sottovalutati maestri come il sassofonista baritono/clarinettista basso Jack Nimitz, il trombonista Urbie Green e il chitarrista Joe Puma. In più c’è da sottolineare la presenza di uno dei più grandi bassisti della storia del jazz come Oscar Pettiford, che infatti non manca di entusiasmare con le sue linee originali, pulite e tecnicamente perfette. La sezione ritmica è completata dal batterista Charlie Smith che si dimostra eccellente in ogni passaggio. L’album è composto anche da tre tracce registrate in quartetto senza Green e Nimitz, dove ovviamente il massimo spazio è dedicato al flauto di Herbie Mann, il quale si conferma un gigante del suo strumento. Un disco che è decisamente un ottimo esempio di moderno jazz post-bop, con più di una pennellata melodica ed una fluidità invidiabile. Herbie Mann plasma il suono del suo flauto con grande maestria, rendendolo delicato o aggressivo, a volte dolcissimo altre più ruvido, eppure sempre tecnicamente perfetto nella sua ricerca di un lirismo mai banale. Gli altri musicisti sono un magnifico contorno alla voce del solista, essendo a loro volta degli straordinari interpreti del verbo jazzistico: Nimitz, Green e Pass sono tre esempi di quell’era fantastica per la musica jazz che andrebbero senza dubbio rivalutati. Il genio di Oscar Pettiford merita infine un discorso a parte: la sua tecnica sopraffina fece aumentare di molto gli standard contrabbassistici dell'epoca e molti strumentisti ancora oggi imitano il suo stile. Se amate il flauto e vi piace il jazz in stile Hard Bop  non dovreste perdervi questo album: Herbie Mann è uno dei più grandi specialisti dello strumento e Sultry Serenade è tra le sue incisioni più significative.