Eddie Henderson – Comin’ Through


Eddie Henderson – Comin’ Through

Eddie Henderson è un trombettista e flicornista statunitense. In ambito jazzistico, Eddie ha raggiunto una certa notorietà nei primi anni '70 come membro della band del pianista Herbie Hancock, continuando poi a guidare i suoi gruppi elettro fusion durante tutto il decennio successivo. Henderson si è anche laureato in medicina dopodiché ha lavorato parallelamente sia come psichiatra che come musicista, tornando al jazz (acustico) solamente con l’avvento degli anni '90. Musicista di ottima tecnica e dotato di un sound accattivante vanta quali principali influenze alcuni grandi specialisti del passato come Booker Little, Clifford Brown, Woody Shaw e (come poteva mancare) il divino Miles Davis. Come sopra accennato, ci fu un periodo, a San Francisco, tra il 1975 e il 1985, durante il quale il trombettista Eddie Henderson si destreggiava tra due discipline estremamente impegnative: praticare la medicina e suonare la tromba. Poco prima, nel 1973, Henderson aveva concluso il periodo forse più gratificante della sua carriera con la mitica band Mwandishi capitanata da Herbie Hancock. Con loro Eddie fu protagonista degli eccellenti album sperimentali intitolati Mwandishi, Crossings e Sextant. La passione per la medicina tuttavia lo spinse poi a dedicarsi con maggiore impegno allo studio. Henderson trovò un terreno fertile nella fusion del gruppo di Hancock, dimostrandosi perfettamente a suo agio proprio nell’approccio ad uno stile incentrato sul funky groove. Terminata quindi l’esperienza con il grande pianista, Eddie decise di intraprendere finalmente la sua carriera da solista, utilizzando gli stessi musicisti della band di Hancock in due album tipicamente fusion come "Realization" e "Inside Out". I due lavori consacrarono Henderson come uno degli esponenti di spicco del genere. Dopo una pausa di sei mesi con i Jazz Messengers di Art Blakey, registrò altri quattro album come leader. I primi due per la Blue Note e i successivi due per la Capitol. Il primo di questi due dischi con la Capitol è intitolato "Comin Through".  Registrato nel 1977, al fianco di Eddie Henderson suonano nomi famosi come Lee Ritenour alla chitarra e l'ex sideman di Miles Davis Mtume alle percussioni. Alle tastiere troviamo l’esperto George Cables, mentre una giovane Patrice Rushen è impegnata con le percussioni, come vocalist e solo in un pezzo alle tastiere, Howard "Locksmith" King è alla batteria e come cantanti ci sono il noto Philip Bailey  degli Earth Wind & Fire e Dianne Reeves, all'epoca quasi sconosciuta. L’album evidenzia chiaramente che la principale delle fonti d’ispirazione di Henderson fu proprio Miles Davis, anche se è altresì chiara una personalità spiccata ed una apprezzabile originalità nel fraseggio, in particolare con il flicorno. Comin’ Through inizia con il brano jazz funk più famoso di Eddie, l'eccitante "Say You Will" scritto da Mtume. L’andamento è vivace e quasi disco andando a contrastare piacevolmente la tromba di Henderson, che si muove sul tempo con una cadenza davisiana, tra accelerazioni, rallentamenti e note trattenute. Il più lento "Open Eyes" suona molto più controllato anche se sicuramente è un numero dallo spirito funkeggiante: la voce femminile è quella di Dianne Reeves e sono notevoli gli arrangiamenti dei fiati. "Morning Song" è una delle due canzoni lente di questo album e Eddie Henderson imbraccia il suo flicorno suonando esattamente nel modo che preferisco, rilassato e corposo, gli anglosassoni lo chiamano mellow mood. "Movin`On", è uno spettacolo tutto riservato a Eddie Henderson; il ritmo si mantiene nel solco del funk jazz e il trombettista sembra galleggiare nel suo elemento naturale con grande disinvoltura. Qui c’è anche da notare il notevole assolo di Mani Boyd con il sax soprano. "Source" ha una melodia semplice su un ritmo molto funk, Eddie suona la tromba con la sordina mentre alla chitarra c’è niente di meno di Lee Ritenour. "The Funk Surgeon" è il paradigma della funky music, il groove è al massimo, i fiati sono secchi e brillanti come necessario, e poi c’è il magnifico lavoro al basso di Paul Jackson. E’ un brano eccitante e pieno di energia. "Beyond Forever" è interessante soprattutto per l’alternanza continua dell’andamento ritmico e suona forse più fusion che funk, quindi si discosta leggermente dagli altri pezzi dell’album. Di sicuro è molto differente il mood proposto dalla lenta e meditativa "Connie" che peraltro offre a Eddie l'opportunità di suonare in modo dolce e rilassato praticamente in perfetta solitudine. Una sorta di oasi di tranquillità in mezzo all’esplosione di ritmo e vibrazioni funk jazz che caratterizzano Comin’ Through. Nel corso della lunga parentesi che il trombettista Eddie Henderson ha dedicato alla variante elettro fusion del jazz, è diventato uno dei musicisti più apprezzati di questo genere di crossover, sempre in bilico tra il jazz, il funk ed infine la disco. Se i primi album della sua discografia da solista erano elettrici ma decisamente complessi e cerebrali, con il passare degli anni il sound del trombettista si è fatto più leggero ed orecchiabile fino ad arrivare proprio a questo album del 1977 e ai seguenti tre lavori. Dal 1980 Eddie si è dedicato alla professione di psichiatra e quando nel 1990 è rientrato sulla scena, lo ha fatto seguendo la strada della tradizione acustica, lasciando definitivamente quella della fusion e del funk jazz. Comin’ Through è un classico esempio di vintage sounds dagli anni ’70 che vale la pena di essere riscoperto.