The Mysterious Flying Orchestra - The Mysterious Flying Orchestra


The Mysterious Flying Orchestra - The Mysterious Flying Orchestra

Il nome di questa orchestra, che immagino veramente pochi di voi conoscano, rivela già di per se la natura enigmatica che sta alla base di questo progetto. Molto più famoso, almeno per gli appassionati di jazz, è invece il nome di Bob Thiele (1922-96). Thiele è ricordato soprattutto come il produttore che ha supervisionato a numerose sessioni storiche di jazz dagli anni '50 agli anni '90, in particolare dirigendo le registrazioni della Impulse durante il suo periodo d'oro (1960-69). Bob è molto apprezzato dai cultori di jazz per aver sempre dato carta bianca a John Coltrane, concedendogli la possibilità di registrare esattamente quello che più gli piaceva. E’ invece molto meno noto il fatto che Thiele abbia registrato diversi album a suo nome, tra il 1967 ed il 1993. È insolito per un produttore, e va detto che la partecipazione di Bob Thiele a questi dischi era limitata alla "direzione musicale" e occasionalmente a suonare le percussioni. Tuttavia potè usufruire del  talento dei molti musicisti che aveva prodotto e con i quali aveva collaborato per far suonare loro della musica che era probabilmente un po' al di fuori dei loro normali interessi. Queste registrazioni quasi dimenticate sono dei piccoli tesori sepolti che possono indubbiamente rappresentare un motivo di grande interesse per gli appassionati, proprio per la presenza degli artisti leggendari che vi si possono trovare. E una di queste gemme seppellite sotto la coltre del tempo e dell’oblio è un album di Bob Thiele che non porta nemmeno il suo nome, quanto piuttosto uno psudonimo piuttosto curioso. L’album è infatti intestato abbastanza enigmaticamente ad una fantomatica “The Mysterious Flying Orchestra” (TMFO). Rilasciato all'inizio del 1977 su etichetta RCA, questo LP resterà per sempre esclusivamente su vinile e non verrà più ristampato in nessun formato. Copertina alla mano sembra quasi di trovarsi di fronte ad una sorta di scherzo, ma quando inizia l’ascolto la prima impressione lascia il posto allo stupore. Ad aggiungere mistero e curiosità, sulla quarta di copertina non ci sono i titoli delle canzoni e vengono sciaguratamente trascurati i crediti dei musicisti coinvolti. Ma il progetto TMFO è invece uno scrigno che al suo interno nasconde preziosamente più di una perla musicale: dentro c’è una fusion ante litteram che non mancherà di sorprendere positivamente. Anche senza le giuste note di copertina è possibile però risalire ai musicisti che hanno suonato in questo oscuro album vintage. Si scopre così che una schiera di formidabili solisti di jazz è presente qui e tra questi non posso non citare Larry Coryell, Steve Marcus, Eddie Daniels, Bob Mintzer, Lonnie Liston Smith e Charlie Mariano. Inoltre c’è tutta la crema dei session men di New York dell’epoca: Jon Faddis, Lew Soloff, Don Grolnick, Gene Bertoncini, Jerry Friedman, Wilbur Bascomb, Andy Newmark e Guilhermo Franco. Come si può vedere siamo di fronte ad una vera e propria orchestra (per quanto misteriosa) e il risultato è indubbiamente una musica di grande impatto: un po’ funk jazz, a tratti lounge, di sicuro sempre ricca di groove. Il primo brano, "Improvisational Rondo For Saxophone And Guitar" composto da Horace Ott (responsabile perlatro di tutti gli arrangiamenti), è immediatamente una rivelazione. Inizia etereamente, con la chitarra di Larry Coryell che lentamente conduce in pieno territorio funk jazz. Il groove può richiamare in parte il sound disco ma la sostanza, al di là del ritmo, è chiaramente un jazz che pare incastonato nell’architettura orchestrale: da applausi sia la chitarra di Coryell che il sax soprano di Steve Marcus, ma colpisce il lavoro al basso di Wilbur Bascomb. Il ritmo funky è martellante e non da tregua, in un crescendo che sembra andare di pari passo con l'adrenalina dei musicisti. Ci sono con alcuni sorprendenti e piacevoli interventi di archi con un arrangiamento che si evolve e diventa più interessante man mano che il groove aumenta. Coryell è apparso nelle prime registrazioni di Marcus, il che spiega la sinergia ideale che i due condividono anche qui in questa sorta di funk jam session. Lonnie Liston Smith contribuisce all'album con due pezzi, tra cui il meraviglioso "Shadows". Smith, i cui primi dischi furono supervisionati proprio da Thiele, aveva già registrato "Shadows" e "Summer Days" per il suo storico album del 1975, Expansions. La melodia di Smith è leggera, il che richiede alla TMFO, secondo l’arrangiamento di Ott, di creare un’atmosfera più corposa, perfettamente messa in atto dalla poderosa sezione fiati. Tra l’altro Lonnie Liston Smith si esibisce in tutto il brano al piano elettrico, con uno stile che era già uno dei più particolari e originali in quell’epoca. Il bell’assolo di sax tenore è opera di Steve Marcus. "A Dream Deferred", è l'omaggio di Bob Thiele a Oliver Nelson, un artista che fu di frequente collaboratore di Thiele, e che era morto poco prima di questa registrazione. E’ un brano bellissimo: quasi una sorta di valzer ipnotico ed attraente che ha il potere di catturare l'interesse dell’ascoltatore con la sua suadente melodia blues. Non si può fare a meno di restare estasiati dagli assoli di Don Grolnick al piano elettrico e Eddie Daniels al flauto. A seguire la “Summer Days" di Lonnie Liston Smith è un numero dal sapore lounge, molto orecchiabile, dove stranamente il tastierista non suona. L’assolo di flauto, molto interessante è opera del fratello di Lonnie, Donald mentre Charlie Mariano è responsabile dell’intervento al sax soprano. La traccia si fa via via più funky, con un finale in crescendo. La canzone meno riuscita è senza dubbio l’unica che è anche cantata: Theresa Brewer è la voce di un brano piuttosto sdolcinato intitolato "Thre’s Once Was A Man Named John" (dedicato a John Coltrane). Il momento migliore è l’accorato assolo di sax soprano del bravissimo Charlie Mariano. "Nice 'N Spicy" vede il sublime Eddie Daniels prendere la scena con il suo flauto mentre Steve Marcus e Bob Mintzer duellano a colpi di sax tenore. Si tratta di una traccia fusion, dall’andamento sempre piuttosto funkeggiante, caratterizzata principalmente dal gioco intrigante dei fiati. The Mysterous Flying Orchestra è un album strano, magari non del tutto perfetto, tuttavia nasconde molti momenti di grande musica. In particolare vanno sottolineati i magnifici assoli sciorinati dai vari grandi interpreti che facevano parte del progetto. E non nascondo un certo stupore anche per la scelta fatta riguardo al genere di musica da uno come Bob Thiele, che nella sua carriera di produttore ha principalmente "frequentato" il jazz nella sua forma estetica più pura. Se siete attratti da una particolare ed intrigante forma di proto fusion vintage, colorata di caldi colori funky e suonata da alcuni dei migliori improvvisatori del jazz degli anni ‘70, questo disco è assolutamente da non perdere. Purtroppo 36 minuti di musica rappresentano una durata un pò troppo breve per gli standard odierni: alla luce dell’impatto estremamente positivo che si può avere ascoltando questi autentici “rare grooves” se ne vorrebbe decisamente di più. Ma il piacere della scoperta di questo autentico gioiello dimenticato firmato Bob Thiele di sicuro compensa ampiamente dalla sua eccessiva brevità. Consigliato.