Unit 3 Deep – Groove Theory


Unit 3 Deep – Groove Theory

Gli Unit 3 Deep sono una nuova band di contemporary jazz formata  dal pianista e tastierista Patrick Cooper, dal bassista David Dyson e dal batterista Duane Thomas. La formazione ha visto la luce nel 2015 ma i membri hanno precedentemente lavorato come turnisti suonando per numerosi musicisti tra i quali Walter Beasley, i Pieces of a Dream, gli Spur of the Moment, i New Kids on the Block, Rahsaan Patterson, Marion Meadows e molti altri. L’attività di supporto ad altri artisti continua anche adesso, nonostante il nuovo impegno in prima persona come solisti. Personalmente sono sempre molto interessato ai nuovi gruppi che salgono alla ribalta e gli Unit 3 Deep hanno attirato subito la mia attenzione. Groove Theory è il loro album di debutto, freschissimo di pubblicazione, dato che è disponibile dal 1 ° marzo 2018. Il gruppo ha pensato di arricchire il suo sound con la presenza di alcuni ospiti speciali: la vocalist Lori Williams, il chitarrista Alvin White, i sassofonisti Walter Beasley, Phillip "Doc" Martin e Craig Alston, il trombettista Dreandre "Re Dre" Schaifer e il percussionista Alfredo Mojica. La maggior parte del materiale è originale ed è stato composto sono dalla band, con l'eccezione di due soli brani. La musica del gruppo è focalizzata su una forma sofisticata e superiore di smooth jazz, rispetto a quest’ultimo sicuramente meno patinata e più stimolante dal punto di vista creativo. Già dopo i primi accordi del primo pezzo intitolato Friday, ci si rende conto che questa formazione possiede una precisa determinazione a spingersi in un territorio ambizioso. Si nota immediatamente il lavoro preminente del basso elettrico di David Dyson che non è affatto subordinato all’architettura complessiva dei brani ma assume un ruolo quasi dominante, mentre tutti gli arrangiamenti suonano molto più contemporanei ed articolati del classico smooth jazz. E’ particolarmente interessante il gioco di contrasti che la band riesce a creare mantenendo il  basso e la batteria su di un piano dinamico e nervoso, mentre la chitarra e le tastiere lavorano egregiamente sulla struttura armonica, spesso declinata su ritmi più rilassati. La tensione e l’emozione nascono proprio dai tempi contrastanti. Sulla notevolissima Friday c’è da notare un esuberante assolo di tromba di Schaifer che sottolinea come la natura di questo disco sia meno commerciale e più jazz oriented della media. Sus City invita l'ascoltatore ad assaporare un’affascinante incursione nei climi latini brazilian oriented: la cantante Lori Williams vocalizza in stile samba/bossa in questo che è un omaggio alla musica sudamericana in piena regola. Moving Forward è un orecchiabile brano dal tempo medio che scorre come un tranquillo ruscello di montagna in cui la melodia sembra quasi seguire il corso naturale delle acque. Il basso resta un fattore primario, ma le tastiere qui si prendono una giusta porzione d’importanza. Ain’t Nobody è la cover della famosa canzone di Rufus e Chaka Khan, pubblicata nel lontano 1983, ma ancora attuale. La canzone nella versione originale ovviamente vive della potenza selvaggia della eccezionale cantante afroamericana. Gli Unit 3 Deep filtrano il pezzo attraverso un’ottica meno sgargiante ma più riflessiva e indubbiamente più jazzata: l’alchimia sta nella capacità di scomporre quanto basta la composizione per poi rimettere insieme i tasselli con una intelligente e coraggiosa dose di innovazione. Molto bello il lavoro della chitarra di Alvin White, che peraltro si fa valere in tutto l’album. La band è in piena ricerca di una nuova strada per il cool jazz del terso millennio e quindi non c’è titolo più adatto di “In Progress”. Ritmicamente è del tutto appropriato e questo numero colpisce l’ascoltatore con il basso elettrico ed il sax che sono gli strumenti che per larghi tratti dominano la scena. In particolare sono proprio la linea del basso e l’assolo di quest’ultimo a lasciare il segno, mentre il piano acustico di  Patrick Cooper ribadisce che la barriera con la musica commerciale è stata abbondantemente superata dagli Unit 3 Deep in favore di qualcosa di più artisticamente evoluto e complesso. Groove Theory è il manifesto programmatico della band: con il basso funky slap che incarna perfettamente l'essenza del groove attorno alla batteria sincopata e sempre molto viva. Un esempio davvero perfetto di moderna fusion jazz della miglior qualità, con un cambio di atmosfera finale davvero sorprendente nel quale entra prepotentemente la chitarra elettrica. E’ un po’ come ascoltare i Return To Forever e la Mahavishnu Orchestra traslate nel 2018. I Do Not Know Why è una canzone del ’99 scritta da Jesse Harris che divenne popolare come singolo della cantante Norah Jones. Questa cover è interpretata da Lori Williams con lodevole perfezione formale. L’appartenenza del gruppo alla cerchia del miglior contemporary jazz è ribadita da un brano come So Good che ha nella tromba “davisiana” con sordina di Dreandre "Dre King" Schaifer il suo punto di forza. Il bassista David Dyson offre ancora una volta una base pulsante e vivace sulla successiva Funk Gumbo, su cui gli altri musicisti espandono il groove come meglio non si potrebbe. Il brano finale è il più lungo dell'album: It Is Not Over Yet è una lenta ballata jazzistica, carica di pathos ed atmosfere notturne e romantiche, sottolineate dagli assoli del pianoforte, del sax e da quello meraviglioso del basso fretless. Il formidabile trio Unit 3 Deep, con la collaborazione di un manipolo di validissimi musicisti, ha confezionato un album di debutto che tiene pienamente fede al titolo: la teoria del groove non sarà un assunto scientifico, ma se la bellezza della musica ha comunque un suo valore specifico, allora questo progetto riesce nell’intento di indovinarne la formula. Gli Unit 3 Deep sono una band da tenere d’occhio, il prossimo album ci dirà di più su dove possono arrivare i loro già notevoli talenti.