Justice System – Rooftop Soundcheck


Justice System – Rooftop Soundcheck

Non amo particolarmente ne il rap ne l’hip hop. E di conseguenza non mi piace parlarne, anche per via della mia quasi totale ignoranza in materia. Tuttavia ci sono stati dei gruppi che hanno stuzzicato il mio interesse: erano quei collettivi musicali che provenivano dal circuito hip hop e che sono riusciti a produrre del buon materiale, inventando uno stile che qualcuno ha definito anche jazz rap. I Roots, Guru, ed i Justice System sono i nomi di alcuni di questi. Vorrei parlare in particolare dei Justice System, che furono probabilmente una delle band hip hop più innovative emerse sulla scena musicale dei primi anni '90. Venivano dal Bronx (New York) cioè il luogo che è stato un po’ la culla di questo controverso ed originale genere. Il tentativo da loro messo in atto era quello di cercare di mescolare le proverbiali cascate di parole in rima con dei groove di matrice jazz funk e delle melodie vicine al jazz. I Justice System sono stati spesso paragonati ai Roots: un accostamento che ha avuto su di loro un impatto che può essere considerato al tempo stesso positivo e negativo. Il parallelismo con i Roots infatti ci può stare, ma solo parzialmente: nei Justice System, a mio parere, la qualità degli arrangiamenti e l’abbinamento del rap con le orchestrazioni fatte di veri strumenti sono nettamente superiori all'approccio più essenziale dei loro contemporanei di Philadelphia. Va sottolineato che i Justice System avevano un loro sound peculiare e possono essere considerati a pieno titolo dei veri innovatori dell’hip hop. Il loro debutto del 1994, intitolato "Rooftop Soundcheck" ci consegna un collettivo giovane e se vogliamo anche visionario, in grado di produrre un sound molto originale, corroborato da una produzione molto curata e da una notevole quantità di materiale. Ciò che propongono  i Justice System su "Rooftop Soundcheck" è in egual misura un pò jazzy e un po’ funky: ci sono i groove ritmici che tendono verso il lato del funk e poi ci sono le parti strumentali che hanno un tenore più vicino al jazz. La strumentazione ha un suono molto più corposo e coreografico della maggior parte dell’hip hop che ho avuto modo di ascoltare. Il motore di questo progetto è alimentato dalle solide linee di basso e  dalla energica batteria di Coz Boogie e Eric G mentre la musica è fluida e vivace, caratterizzata da un nitido lavoro di rifinitura effettuato in studio di registrazione. So che alcuni hanno criticato questo album proprio per un presunto eccesso nell’intervento della produzione. Io trovo che il sound del gruppo, così ben bilanciato e raffinato, sia invece un punto di forza: ciascuno degli strumenti e ogni elemento sonoro è chiaramente distinguibile, a tutto vantaggio della godibilità. Ciò che quasi sempre manca nella maggioranza delle produzioni rap e hip hop. Di sicuro un altro degli artefici principali dell’ottimo impatto sonoro dei Justice System è il chitarrista C-Roc che funge da collante per ogni brano con le sue ricche frasi funky, e poi non va dimenticato l'inestimabile lavoro di Mo 'Betta Al che si mette in evidenza sia al sax tenore che al piano elettrico Rhodes. Se anche individualmente ì Justice System sono composti da alcuni musicisti di grandissimo talento, è giusto sottolineare come sia il collettivo a determinare la straordinarietà del loro lavoro. Rooftop  Soundcheck denota un’invidiabile omogeneità qualitativa ed una rimarchevole fluidità di contenuti, una cosa che raramente si trova in una band di hip hop. Da questo punto di vista sono proprio i lunghi intervalli strumentali, così come il groove che corre lungo tutto l’album a  fornire gli spunti salienti nonché il maggior motivo d’interesse. Rooftop Soundcheck è esaltato dal suo stesso suono e dai suoi arrangiamenti, mentre il gruppo dimostra una grande versatilità, esplorando una vasta gamma atmosfere e di stati d'animo. Sono numerosi i brani degni di nota: da "Just Because" a "Soulstyle" da “Due Our Time” a “Summer In The City” la musica è tutta un fermento creativo urbano e contemporaneo in cui gli echi dei quartieri storici di New York si alternano a quelli dei fumosi jazz club. E’ una passeggiata sonora tra il fiume Hudson ed il Bronx, tra il Queens ed Harlem con il sottofondo dei vecchi grandi del jazz come Coltrane, Gillespie e Thelonius Monk, sul quale si innestano le parole in libertà del rap. Folex e Jahbaz celebrano la pura potenza della musica sottolineandola con la loro valanga poetica, animati da uno spirito artistico che li pone in un parallelismo ideale con i cantanti scat dei decenni passati. "Rooftop Soundcheck" è stato ripubblicato in digitale come "Sounds of the Rooftop", che è forse un titolo ancora più azzeccato: le calde ed energiche vibrazioni che scaturiscono dal suo ascolto sono un perfetto viatico per apprezzare anche un genere come l’hip hop, che altrimenti può risultare fin troppo piatto e ripetitivo. Sono i suoni di New York, una città  culturalmente ricchissima ed in continuo fermento. Agli inizi degli anni ’90 i Justice System introdussero un modo nuovo ed intelligente per rivitalizzare il jazz continuando ad esplorare le possibilità del rap in piena libertà. Anche a quasi vent’anni dalla sua pubblicazione questo album è perfettamente godibile e dimostra di essere invecchiato molto bene.