Kool & the Gang - Spirit of the Boogie


Kool & the Gang - Spirit of the Boogie

I Kool And The Gang sono uno dei gruppi più famosi e popolari tra quelli che ho trattato fino ad ora. Hanno al loro attivo moltissime hit internazionali e altrettanti album. Molto meno nota al grande pubblico è invece la storia dei loro primi anni di attività. Formatasi come una band di jazz a metà degli anni '60, i Kool & the Gang si sono via via trasformati diventando negli anni ’70  una delle più intriganti ed influenti realtà del funk. Abbandonata quasi completamente anche la fase funky-soul, ecco che negli anni ’80 sono approdati ad una disco-R&B a forte tinte pop che li ha resi una delle band più gettonate, in particolare dopo il loro successo intitolato "Celebration". Allo stesso modo di altri artisti funky come James Brown o i Parliament, i Kool & the Gang hanno a lungo basato la loro musica sulla loro cultura di estrazione jazzistica e sulla consolidata amicizia tra i membri per dare vita ad un collettivo dove l’improvvisazione e l’interazione tra i musicisti fosse al centro del progetto, con in più l’iniezione dettata dall’energia e dalla leggerezza del soul, dell’R & B e, naturalmente, del funk. Parlando dei Kool & the Gang dei primi anni '70, James Brown ebbe a dire: "Sono i secondi più cattivi (il primo era lui, ovvio…) là fuori ... Fanno dei dischi così forti che dovrete fare attenzione quando suonate un loro pezzo... il loro groove è così intenso che potrebbe rovinarvi". Una frase bizzarra detta alla maniera del padrino del soul che però in realtà dice molto rispetto al valore di questo storico gruppo. I Kool & the Gang erano i re del funk nel 1975, e “Spirit of the Boogie” è stato il miglior album che loro abbiano mai registrato. Il culmine del loro processo di sviluppo e maturazione e l’apice della loro evoluzione musicale. Questo è il disco che ha permesso al gruppo di raggiungere per la prima volta la top-five nelle classifiche, ma Spirit of the Boogie è stato prima di tutto un capolavoro di funky music, e forse nascondeva dentro di se anche qualcosa in più. Ed infatti a partire dalla bellissima copertina che riprende mirabilmente l’arte pittorica africana, per finire con la purezza spirituale e musicale di molte delle sue canzoni, questo album non solo appare legato strettamente alla loro tradizione ma dimostra anche una forte consapevolezza del proprio ruolo nella storia della musica. Spirit Of The Boogie avvicina in qualche misura il suono dei Kool And The Gang a quello che li portò in seguito alla grande ribalta internazionale e può essere classificato in ultima analisi come un’opera di disco-funk, dove tuttavia non mancano le complesse trame “quasi jazz” a cui in precedenza ci avevano abituato. L’apertura commerciale è palpabile in questo peraltro sofisticato crossover e probabilmente la formula che ne esce è l’ultima espressione davvero degna di attenzione nella discografia dei Kool. Gli otto brani sono un vero inno al funk più genuino: ritmica martellante, linee di basso incalzanti, fiati potenti (e onnipresenti) ed infine cori e voci declinati nelle più classiche delle interpretazioni. Per gli amanti del genere e per i cultori della musica vintage è una vera chicca imperdibile. D’altra parte non è difficile entusiasmarsi di fronte a pezzi come “Ancestral Ceremony” che richiama i primissimi momenti della band o alla bellissima “Jungle Jazz” animata da un fuoco funky irresistibile condito dallo spirito delle jam session così caro al lato più jazzato dei musicisti dei Kool and The Gang. La title track è la quintessenza di questo collettivo: un groove dal sapore intensamente black che ha tutte le dinamiche adatte a farne quell’hit che scalò le classifiche del 1975. Insieme alla successiva “Ride The Rhythm” questi sono brani che invitano al movimento ed al ballo, con positività e intelligenza, senza rinunciare alla qualità. Eccezionale anche la trascinante “Mother Earth” nella quale i punti di contatto con gli Earth Wind And Fire diventano evidenti e dove, ad una parte cantata gradevolmente orecchiabile, fa da contraltare un sofisticato arrangiamento con il jazz sullo sfondo ed il groove sugli scudi. “Caribbean Festival” si dipana su oltre sette minuti di un’autentica festa latina, riletta in chiave funk  e carica di percussioni, di fiati e di un giro di basso ossessivo sui quali si innestano i jazzati assoli di tromba, sax e trombone. Il funk cosmico tipico dell’epoca è ben rappresentato dalla stupenda “Winter Sadness”: una rilettura del classico “Summer Madness” che i Kool avevano inserito in un precedente album e che anche in questa versione suona intrigante e misteriosa grazie alla presenza del piano elettrico e del synth, qui per una volta in primissimo piano. Spirit Of The Boogie è complessivamente un album superlativo. E con un groove così forte è facile perdonare anche un momento di debolezza come "Sunshine And Love"  nella quale prevale il lato romantico e svenevole dei Kool & the Gang, che poi sarà il loro marchio di fabbrica nel futuro. Ma bisogna soffermarsi a valutare il contesto storico e sottolineare quanto loro fossero un eccezionale gruppo funk in quel periodo, giusto prima di convertirsi, forse inevitabilmente al sound commerciale delle discoteche. Questo è un disco di grande valore che non può mancare nelle collezioni di tutti gli appassionati.