Jeff Berlin – Lumpy Jazz


Jeff Berlin – Lumpy Jazz

Jeff Berlin è un’altra delle grandi leggende del basso elettrico. In altre parole, è esattamente uno di quei musicisti che godono fama di essere tra i più bravi al mondo. Non sorprende il fatto che Berlin sia un pioniere della tecnica del basso slap sin da quando, nel 1979, ha introdotto questo stile percussivo e fortemente ritmico per il secondo album di Bill Bruford "One of a Kind". Come se non bastasse l’introduzione di un metodo rivoluzionario nella tecnica del basso elettrico, Jeff ha fatto da battistrada anche per un’altra metodologia singolare e originalissima sullo strumento: quella del tapping a due mani. Un esempio di questo stile è il brano Motherlode sul suo album d’esordio come solista intitolato "Champion”, pubblicato nel 1985. La singolarità di questo musicista è anche da ricercare nel fatto che quando altri bassisti hanno cominciato ad utilizzare le stesse tecniche, Berlin le ha abbandonate. Va detto inoltre che Jeff Berlin è un musicista flessibile ed estremamente versatile, certamente uno dei talenti più cristallini che siano emersi dopo la metà degli anni ’70 nell’ambito del movimento fusion. Le sue collaborazioni artistiche lo videro al fianco di molte personalità di spicco di quella corrente che tendeva a fondere mirabilmente il jazz con altri moderni linguaggi come il funk od il rock:  Pat Martino, Gil Evans, Toots Thielemans, Al DiMeola, George Benson, Earl Klugh, Larry Coryell, Bob James, Dave Liebman, Herbie Mann, Ray Barretto, The Brecker Brothers, Allan Holdsworth e Bill Bruford sono tra questi. Jaco Pastorius considerava Berlin un solista migliore di lui mentre Marcus Miller ha affermato che avrebbe voluto essere un Jeff Berlin nero: questo la dice lunga sulla bravura di questo newyorkese classe 1953. Lumpy Jazz è un album del 2006, il sesto in veste di solista da parte del formidabile bassista. Inutile sottolineare che bisogna amare veramente il basso per godere pienamente della musica contenuta in questo lavoro di Jeff Berlin. Gli assoli abbondano in ogni singolo brano e il suo basso elettrico è onnipresente nel mix musicale di Lumpy Jazz, a cominciare dal primo pezzo “Brooklyn Uncompromised” eseguito praticamente in perfetta solitudine, con il solo accompagnamento delle spazzole della batteria. Una sorta di dichiarazione programmatica di tutto il lavoro. Però è sufficiente attendere il secondo brano per vedere il mondo di Berlin con un’ottica completamente diversa. “My Happy Kids” è un veloce e bellissimo pezzo di jazz in grado di soddisfare ogni appassionato. Oltre ad offrire una distribuzione più equa delle parti dei singoli strumenti, dimostra quanto Jeff sia in grado di adattarsi ad ogni situazione e possa interagire magicamente con qualsiasi controparte. “Lien On Me” è un vero piacere per le orecchie perché è una splendida ed orecchiabile composizione che mette in evidenza delle linee di basso di una fluidità straordinaria e una lucidità nella diteggiatura sulle quattro corde che ha letteralmente dell’incredibile. Chi non conosce Jeff Berlin resterà a bocca aperta sentendo ciò di cui è capace.  La sua presenza è evidente anche quando è il bravissimo tastierista Richard Drexler a prendersi i riflettori, e resta solo apparentemente in sottofondo anche in "Toot’s Suite", un malinconico brano che è arricchito dalla presenza di un ospite d’onore come l’immortale armonicista Toots Thielmans. L’hard bop più funambolico e tecnico è la caratteristica di “Everyone Gets Old (If They Have The Time)”, un numero che non fa altro che confermare il talento straordinario di Jeff Berlin, ben supportato dalla sua band. Tra i bassisti della stessa generazione di Pastorius, Jeff è quello meno influenzato dalla musica soul o dal funk mentre ha una evidente predisposizione sia per il jazz che per alcune contaminazioni progressive. Lumpy Jazz è il classico album in grado di dimostrare che il basso elettrico può di fatto essere lo strumento solista dominante e non solamente il contorno di registrazioni incentrate sugli strumenti più convenzionali. Nelle mani di Jeff il basso si sgancia felicemente del suo legame imprescindibile con l’estremità inferiore dello spettro acustico per assurgere ad un ruolo solistico dai toni assolutamente naturali ed organici. Lumpy Jazz è un disco dal quale trapela la pura gioia di suonare, basato sulla scrittura intelligente, complessa e lirica di Berlin che, pur rifacendosi a sonorità contemporanee e ponendo il basso al centro della scena, appare sempre in perfetto equilibrio. Molti tra coloro che hanno potuto ascoltare Jeff Berlin dal vivo affermano di non aver mai sentito nessuno esprimersi con un tale livello di fluidità melodica. In effetti questo fantastico musicista continua ad influenzare generazioni di giovani bassisti e i suoi metodi d’insegnamento costituiscono una fonte d’ispirazione e di avanzamento nel linguaggio dell’arte. Jeff Berlin è un grande maestro dei nostri tempi.