David Sancious - Transformation (The Speed of Love)


David Sancious - Transformation (The Speed of Love)

David Sancious è un musicista molto difficile da classificare. Lui è un artista a tutto tondo ed un compositore molto versatile, che apprezza sinceramente tutti i generi musicali dalla classica al rock, al jazz, al blues e al funk. Forse anche per questo, al di là della sua carriera come solista si è guadagnato il rispetto di tutti, soprattutto quello inestimabile dei suoi colleghi. Di fatto però la maggior parte degli appassionati di musica conosce David Sancious per essere stato uno dei primi tastieristi di Bruce Springsteen, o per il suo lavoro come sideman con Sting, Peter Gabriel, Bryan Ferry, Jack Bruce, Erykah Badu, Michael Franks, Santana, Youssou N. 'Dour, Hall & Oates, Aretha Franklin, Zucchero e molti altri. Ma in realtà esiste una sua validissima produzione discografica nella quale Transformation (The Speed of Love) rappresenta il secondo album registrato per la Epic Records e pubblicato nell'ormai lontanissimo 1976. Segue l'ambizioso Forest of Feelings dell'anno prima, peraltro prodotto dal grande batterista Billy Cobham. Per quanto già interessante fosse quell'album d’esordio, che combinava in modo ammirevole il jazz, il rock, il funk e la musica classica, Transformation (The Speed of Love) è certamente migliore in termini di composizione, di arrangiamento e financo di esecuzione. L’album si avvale della stessa band denominata Tone, formata dal batterista Ernest Carter e dal bassista Gerald Carboy. Prodotto da Bruce Botnick si basa sugli stessi punti di forza del suo predecessore, ma le tracce sono più lunghe, vanno da sei minuti e mezzo a oltre 18 minuti, e qui ce ne sono solo quattro in tutto. David Sancious suona un ricco setup di tastiere (Rhodes e pianoforte acustico, clavinet, synth, organo, ecc.), ma Transformation (The Speed of Love) è anche una vetrina per il suo modo letteralmente sorprendente di suonare la chitarra, sia elettrica che acustica. Nel lavoro traspare un evidente amore per il soul ed il blues che il musicista riesce ad integrare con una vena di rock progressivo, oltre che con il funk e la jazz fusion. Sin dall’iniziale "Piktor's Metamorphosis", si resta stupiti dalle insolite linee di chitarra, ma soprattutto dagli eleganti intrecci di basso e batteria.  E’ un continuo saliscendi di cambi tonali e fughe ritmiche che non lascia certo indifferenti. "Sky Church Hymn #9", è un tributo a Jimi Hendrix, che utilizza inzialmente una linea blues prima di trasformarsi in una sfrenata cavalcata che abbraccia in un lampo il funky, lo shuffle boogie, fino ad un funambolico jazz-funk. Il brano mette in luce una grande maestria dei musicisti che lo interpretano con una emozionante passione ed un dinamismo pari alla fenomenale tecnica che viene messa in mostra. "The Play and Display of the Heart" è una lunga ballata acustica in cui Sancious si diverte a duettare con se stesso al piano e alla chitarra. Qui i suoni sono folk, classici e evidenziano la conoscenza delle sonorità modali orientali: il risultato è una gradita tregua dopo l'intensità dei due brani precedenti. La title track, che vede anche la partecipazione della bella voce di Gayle Moran, è un brano lunghissimo e articolato che occupa l'intera seconda metà dell’album. Inizia come una sorta di inno prog rock dai toni quasi marziali, per poi stupire per le numerose parti dove abbondano moltissime progressioni di accordi che si intrecciano e si snodano. La sezione ritmica si esalta in un continuo gioco sul tempo fino ad addentrarsi in quello che sembra una sorta di affascinante labirinto musicale nel quale il lirismo della chitarra elettrica e le vampate di organo funky delineano un affresco di grande impatto emotivo. La linea di basso di Carboy offre un favoloso contrasto armonico, con il batterista Ernest Carter che scolpisce il ritmo spingendo questa insolita jam session verso vette inattese. La band Tone esplora molti diversi elementi cromatici e lo fa in modo aggressivo ma melodicamente coerente, senza mai perdere la concentrazione e mantenendo una mirabile compostezza. Sul finire, questa vera e propria suite va ad esplorare degli universi interiori non banali ed appare quasi come una particolarissima metamorfosi musicale, prima di trovare una via quasi trascendente per arrivare alla sua conclusione. Questo Transformation (The Speed of Love) è un album maestoso, un lavoro di jazz-rock progressivo che può a ragione essere considerato iconico come Birds of Fire, Blow by Blow o Hymn of the Seventh Galaxy. Tuttavia David Sancious si distingue per la sua personalità unica e ben definita e in ultima analisi per il suo impatto emotivo, cosa non da poco quando si parla di questo genere musicale, spesso afflitto da un tecnicismo eccessivo e forse fine a se stesso. Chi ha amato la Mahavishnu Orchestra, Chick Corea e altri mostri sacri del genere Jazz Rock non può non ascoltare con uguale rispetto ed ammirazione i Tone di David Sancious.