Cedar Walton - Mobius


Cedar Walton - Mobius

Cedar Walton è stato senza dubbio un grande pianista jazz e un validissimo compositore anche se purtroppo lo ritengo fin troppo sottovalutato. A lui si devono brani che sono divenuti ormai degli standard tra iquali i più noti sono Ugetsu (conosciuta anche come Polar C o Fantasy in D), Mosaic e Bolivia.  È noto per aver registrato assieme a molti jazzisti di fama mondiale sia come leader che come sideman. Nell’arco della sua lunga carriera è stato un protagonista del jazz ma ha saputo anche sintetizzare al meglio le sue origini blues e bop con alcune delle più innovative tendenze, fino a condurlo negli anni ‘70 ad abbracciare i suoni elettrici del funk e del soul. Walton ha subito mostrato una notevole attitudine all’utilizzo del piano elettrico del quale può essere considerato a tutti gli effetti uno dei più validi specialisti. Nel 1975 registrò come solista un album intitolato Mobius, (e l’anno successivo il suo seguito ideale Beyond Mobius) incentrato proprio sul sound elettrico che all’epoca andava per la maggiore. Questo lavoro di Cedar Walton è brillante, perfettamente calato nel mood del periodo. Una vera e propria incursione nella jazz-funk fusion. Un set elettrico molto interessante anche grazie alla collaborazione di una superband di talenti musicali. Mobius è infatti impreziosito dalla pungente chitarra elettrica di un giovane Ryo Kawasaki, ma anche dalla voce cristallina di Adrienne Albert e Lani Groves. Un tocco in più di ritmo è fornito dalle percussioni di Ray Mantilla e Omar Clay e la band si avvale del prezioso lavoro al sax contralto e al sax baritono di Charles Davis. Alla tromba c’è Roy Burrowes, al basso Gordon Edwards ed infine al sax tenore un gigante come Frank Foster. La sezione ritmica è guidata dal grande Steve Gadd alla batteria. Va detto a scanso di equivoci che Mobius è un album tanto lontano dal classico hard bop quanto sorprendentemente interessante. Troviamo qui un'emozionante sintesi di R&B, funk, blues e hard bop (con un pizzico di rock), il tutto guidato dalle tastiere di Cedar Walton, che si destreggia tra Rhodes e sintetizzatori con la dovuta e consueta maestria. Mobius fu il debutto di Walton per l’etichetta RCA. Il versatile pianista dimostrò le sue abilità sia come musicista che come compositore, ma mise in luce al contempo la sua perizia quale sofisticato arrangiatore. I suoi brani offrirono un trampolino di lancio per le improvvisazioni dei diversi e tutti validi solisti. L’album è un bell’esempio del meglio del jazz elettrico della metà degli anni '70, offrendo una sintesi di stili e tendenze tipiche di quel preciso momento storico declinate con classe ed equilibrio. Senza eccessi di tecnicismo e mantenendo un gradevole contatto con la melodia, la band di Walton ha prodotto un album molto piacevole ed interessante, che anche a distanza di quasi 50 anni dalla sua pubblicazione mantiene la sua freschezza originale e si lascia ascoltare con piacere. L'audio è stato accuratamente rimasterizzato assicurando che suoni al meglio. Inoltre è sempre un piacere ascoltare lo stile pianistico di Cedar Walton che, sia quando si esibisce con il pianoforte acustico, sia quando è alle prese con gli strumenti elettrici, non smette di stupire per il suo tocco e la sua fluidità. Questo è a tutti gli effetti quello che si usa definire un bel “Rare Groove”, cosa che gli appassionati del jazz elettrico e della musica degli anni ’70 apprezzeranno molto. Ai puristi del jazz mainstream di certo piacerà molto meno, a questi ultimi consiglio dunque di orientarsi verso gli album più classici di Cedar Walton che nella sua vastissima discografia di certo non mancano.