The Hidden Jazz Quartett – Raw And Cooked


 The Hidden Jazz Quartett – Raw And Cooked

Forse non abbastanza spesso, ma a volte capita che i manager delle etichette discografiche abbiano una visione chiara e lungimirante di come dovrebbe suonare la loro produzione musicale. Qualche esempio in ambito jazzistico? Manfred Eicher con la sua ECM, Norman Granz con la Verve e di certo Creed Taylor, prima con la Impulse! e poi con la CTI. Lucidità di pensiero unita alla passione ed alla dedizione nel portare a termine un progetto spesso si sviluppano proprio ascoltando gli artisti suonare in contesti diversi. E naturalmente avendo il coraggio di mettere insieme qualcosa di nuovo che abbia un suono particolare, ovvero creando ad hoc una inedita collaborazione musicale. Ed è così che in terra di Germania è nato The Hidden Jazz Quartett. Ralf Zitzmann, capo dell'etichetta Agogo Records, ha messo in piedi il progetto che sta dietro i suoni interessanti e moderni che animano un album come "Raw and Cooked". Come spiega lo stesso Zitzmann: "Una sera, al Calameri Moon Club di Hannover i DJ stavano facendo ascoltare degli interessantissimi suoni neo jazz, e così ho pensato: suona tutto così fresco e vibrante quasi come se ci fosse un quartetto jazz nascosto da qualche parte. "Zitzmann decise di chiamare al telefono il sassofonista Stephen Abel, l'organista Lutz "Hammond" Krajenski, il batterista Matthias "Maze" Meusel e il bassista Olaf Casimir, tutti musicisti che conosceva bene e di grande esperienza, dando vita all'Hidden Jazz Quartett. Fu coinvolto il produttore Christian Decker e l’idea del direttore artistico dell’etichetta divenne presto realtà. "Raw and Cooked" possiede un'energia positiva che risulta immediatamente gradevole e fresca. Ne esce un sound che sembra provenire dai jazz club notturni del passato, ma è calato nel presente e proiettato nel futuro. E’ il jazz a dominare la scena, con i suoi groove dinamici e vibranti, che si alternano a volte anche con momenti più rilassati. L'album presenta tra gli artisti ospiti anche i cantanti Bajka, Omar, Greg Blackman, Anthony Joseph e Tim Hollingsworth. Ciò che è evidente durante tutta la sessione, però, è che il fantastico sound creato dal quartetto non viene mai smarrito o edulcorato, e quando uno dei cantanti prende la scena, è sempre molto in linea con l'etica complessiva dell'album. A dare il via al tutto è la meravigliosamente seducente “Luvlite” con la voce composta e misurata di Bajka. Ne consegue un mix di soul, jazz e R&B moderno, che dà subito il tono all'album. La leggenda britannica del soul contemporaneo Omar alza poi la temperatura con l'eccellente e super cool "High Heels": un classico istantaneo. La band si esprime al massimo in quella sorta di boogaloo intitolato "His Footlocker", dove sfodera un’esibizione  vivace e di gran classe. L’album mette in mostra l’approccio entusiasta con cui questi ragazzi suonano ed è ovvio come i musicisti si divertano e l’interplay risulti sempre centrato. L'organista Lutz Krajenski ad esempio eccelle durante l'intera sessione. E’ Greg Blackman a fornire la voce soul di "Tap on the backdoor" che a tratti ricorda gli Steely Dan. Bajka ritorna protagonista con "Soulsophy" un brano dai toni neo soul. "Kimberley Hotel" è invece qualcosa di diverso, dove il tappeto sonoro è scandito dal parlato del poeta di Trinidad Anthony Joseph e non possono non venire alla mente alcuni passaggi di Gil Scott Heron. “Nardis”, che ha un chiaro tocco fine anni ’60 e inizio anni ’70, suona molto jazz contemporaneo; mentre “Walzer” ha invece un sound da jazz club, rivisto con una sensibilità moderna. La voce calda e suadente di Tim Hollingsworth dà un'atmosfera notturna ed intima all’immortale standard del jazz "Lush Life": la sua è un'interessante interpretazione di questo classico senza tempo. La band chiude infine l’album con 3 bonus track tra le quali la versione strumentale della iniziale "Luvlite". il brano che di fatto può essere considerato la loro firma musicale. Inoltre è un piacere ascoltare ancora Omar in un remix in stile Motown della simpatica High Heels. "Raw and Cooked" è un lavoro che ha le potenzialità per piacere ad un vasto pubblico, forte del suo coinvolgente e moderno mix di jazz, soul e musica da club. Tutto funziona molto bene, a testimonianza della bravura, ovviamente del quartetto stesso, ma anche del produttore Christian Decker, che è riuscito a tirar fuori dal cilindro un quadro sonoro molto interessante, pur rimanendo fedele alla sincerità dei diversi elementi presenti nella musica eseguita. Con i suoi groove sempre equilibrati e rilassati e tuttavia contemporanei e stimolanti The Hidden Jazz Quartett offre un ascolto piacevole ed originale, cosa non da poco nel panorama appiattito della discografia dei nostri giorni.