Gino Vannelli – Brother To Brother


Gino Vannelli – Brother To Brother

Sul finire degli anni ’70 Gino Vannelli aveva già registrato cinque album, ognuno di essi di buon livello. Gino era ormai un artista di nicchia ma riconosciuto e amato, tuttavia nella sua discografia mancava ancora il capolavoro, ovvero il disco in grado di sintetizzare al meglio tutte le sue straordinarie doti di musicista e cantante. Ma proprio nel 1978 esce "Brother to Brother", il lavoro che probabilmente rappresenta l’apice della carriera musicale del cantautore italo-canadese. Le sofisticatissime architetture sonore di questo album storico lo rendono tutt’oggi una pietra miliare, in grado di spaziare magicamente tra jazz-rock, r&b, soul con la stessa, altissima, qualità. Già nei precedenti passaggi della sua discografia  Gino e suo fratello Joe si erano distinti dal resto della produzione per originalità ed innovazione. Di fatto su Brother To Brother si può trovare la consueta, impeccabile musicalità, unita ad una continua ricerca nello sperimentare con i sintetizzatori e le tastiere più all’avanguardia, coniugandole al meglio con il processo di creazione della musica. Alla base resta, fortunatamente, l’amore ed il rispetto per il jazz non più contaminato dalle influenze del progressive rock di qualche precedente capitolo. Anche a distanza di quasi 50 anni dalla sua pubblicazione questo album mantiene inalterata la sua freschezza, ma soprattutto dimostra di non temere il tempo, suonando ancora oggi moderno e pienamente godibile. Fin dall’inizio si capisce che Brother To Brother è un album potente e dinamico: basta ascoltare "Appaloosa" con la sua atmosfera R&B energica e impregnata di funky. Il cambio del batterista Graham Lear presente nei primi album, è stato superato brillantemente dal bravo Mark Craney, così da non avere alcun decadimento a livello ritmico. La produzione è palesemente firmata dal sound della famiglia Vannelli poiché sia i cori che le tastiere sono un marchio riconoscibile anche qui. Il chitarrista Carlos Rios è uno dei principali punti di forza dell’album: i suoi straordinari assoli sono una costante che vale la pena di sottolineare. "The River Must Flow" ha un groove pop contemporaneo che è brillantemente condito da vivaci esplosioni di percussioni ad opera di Manuel Badrena e proprio Carlos Rios sciorina un magico momento di chitarra aggressivo e jazzato. "I Just Wanna Stop" (scritto dall'altro fratello Vannelli, Ross) è la canzone più famosa di Gino Vannelli e non ha bisogno di presentazioni. Sguazza alla grande in quell’universo sofisticato e così fluidamente orecchiabile che stava prendendo piede in quegli anni e che qualcuno ha voluto chiamare AOR (adult oriented rock). È una melodia bellissima, gradevole e penetrante, un successo internazionale che ha finalmente dato a Gino l'attenzione mondiale che aveva faticosamente cercato per anni. Il sassofono solista che si ascolta nel brano è opera di Ernie Watts ed è un momento pieno di pathos. Il fratello Ross Vannelli ha anche scritto la canzone successiva, "Love & Emotion", un brano con qualche accento stile Bee Gees, ma più incisivo e potente, con un ardente assolo di chitarra di Carlos Rios. In Brother To Brother la batteria è tenuta maggiormente in primo piano nel missaggio rispetto al solito, evitando al contempo che le melodie risultino troppo rilassate, in più il canto di Gino non è travolgente come in passato, permettendo alla musica di avvolgere la sua voce in modo più confortevole. Due aspetti notevolmente migliorati della produzione che hanno fatto funzionare meglio tutto il lavoro nel suo insieme. L'aggiunta del basso elettrico di Jimmy Haslip (di solito si affidavano alle linee di sintetizzatore di Leon Gaer per fornire quel servizio) sulla bellisssima "Feel Like Flying" introduce un'aura ancora diversa nel sound. La progressione di accordi ben costruita di Gino, il sottile vibrafono di Victor Feldman e l'elegante giro di sax di Watts spostano il baricentro di questa canzone in un contesto maggiormente legato al jazz. E poco importa se il coro finale è forse un po’ troppo chiassoso. Ma il pezzo clou dell’album è proprio la title track "Brother to Brother": è qui che Gino e la band raggiungono davvero il top. La performance della sezione ritmica di Craney e Haslip risalta splendidamente in questa canzone dall’andamento incalzante di oltre 7 minuti. C’è poi quell’intrigante segmento centrale che interrompe la potenza del motivo principale andando a pescare nelle atmosfere avventurose e stravaganti che Gino aveva sperimentato all’inizio della carriera. In dettaglio va notato come la chitarra elettrica solista di Carlos Rios sia davvero eccezionale ed anche il modo in cui i sintetizzatori e le tastiere di Joe Vannelli spingono la traccia perfino nel territorio del prog e di più ancora del jazz/rock. "Wheels Of Life" è una lussureggiante ballata R&B, che non diventa affatto sdolcinata, e personalmente è un pezzo che apprezzo moltissimo. Sembra quasi teatrale nel suo incedere ed il ritornello ha uno spessore artistico e compositivo notevolissimo. Non a caso ha dato a Gino l'opportunità di interpretarla superbamente quando la portava sul palco in concerto. "The Evil Eye" è l'unico vero rock dell'album dove peraltro Gino sembra rilassarsi quel tanto che basta per divertirsi e non prendersi troppo sul serio. Non si eleva sopra il già altissimo livello dell’album, ma vale la pena di concentrarsi sull'infuocato assolo di Carlos Rios, scoprendo una volta di più quanto questo chitarrista meriti attenzione e rispetto. A chiudere c’è un’altra ballata, "People I Belong To", che pur partendo da una fluidità simile a "I Just Wanna Stop", non è così memorabile come la popolare hit forse perché manca proprio di quell’importantissimo ritornello. Brother To Brother è un capolavoro assoluto e se ha una colpa è che, proprio a causa dell'aumento di popolarità e di successo di massa che questo disco ha provocato, da qui in poi Gino Vannelli adottò un approccio più commerciale. Il cantante canadese forte di un  ottimo riconoscimento di pubblico e di classifica si ritagliò una comoda nicchia nel mezzo di una musica più facile ed easy listening. I suoi giorni da audace pioniere che combinava insieme coraggiosamente rock, jazz, prog e pop erano alle sue spalle, ma di sicuro non si può denigrare mai l'uomo e l’artista Vannelli per aver accettato il destino che gli era stato assegnato nel panorama musicale ed aver fatto ciò di cui aveva bisogno per sopravvivere. Lui e suo fratello Joe sono stati determinanti per la ridefinizione o addirittura la creazione del genere jazz/pop e andrebbero sempre elogiati per il loro coraggio e la loro lungimirante audacia. Loro, nel loro piccolo, hanno fatto davvero la differenza. Brother To Brother non rappresenta solamente il più importante traguardo nell’ottima discografia di Vannelli, è anche una delle più alte vette mai raggiunte dal genere cui appartiene e Gino possiede una delle voci più belle che si possono ascoltare. Imperdibile.