Jason Rebello - Anything But Look


Jason Rebello - Anything But Look

Jason Rebello è stato uno dei più promettenti pianisti inglesi dei primi anni '90 ed il suo talento è ancora oggi un punto fermo nel jazz britannico. Jason ha iniziato a suonare il pianoforte classico quando aveva solo nove anni e all’inizio si interessò di pop e soul ma a 16 anni, dopo aver ascoltato Herbie Hancock decise di lanciarsi nel mondo del jazz. Nel momento di massima espansione del fenomeno acid jazz, conobbe una certa popolarità, e registrò anche alcuni dischi piuttosto interessanti. In seguito, con l’avvento del nuovo millennio, scomparve letteralmente dalla scena discografica per ritagliarsi un importante ruolo come tastierista nei tour al fianco di grandi artisti. Dopo sei anni di concerti e di collaborazioni con il popolare cantante e bassista Sting e altri sei con il chitarrista Jeff Beck, Jason Rebello uscì finalmente nel 2013 con Anything But Look, ovvero il primo album contenente materiale originale dai tempi di Next Time Around del 1999. Staccandosi dal jazz prettamente acustico di quell’album, Rebello ritornò ad un genere di jazz fusion vicino a quello di Herbie Hancock con contaminazioni soul-funk simili a quelle dei suoi album degli anni ’90. L’operazione è riuscita molto bene al pianista poiché questo lavoro è indubbiamente di alto livello. Gli echi Hancockiani conditi da un sentore di Stevie Wonder sono la sintesi di questa bella registrazione, arricchita non a caso dalla presenza di uno dei migliori cantanti soul britannici: Omar. E infatti proprio la voce tenorile di Omar evoca lo Stevie Wonder della metà degli anni '70 sulla notevole "Know What You Need", con il contorno funk del bassista Pino Palladino ed il tocco dello stesso Rebello al piano elettrico. Jason si distende al pianoforte alla fine del brano, ma qui è proprio la melodia ad essere il fulcro di tutto. Parlando di composizioni, la scrittura di Rebello è qui tra le sue migliori di sempre, in un contesto dal sentore commerciale ma non certo banale. "With Immediate Effect"  ricorda in qualche maniera il gruppo di Pat Metheny, poichè il vocalismo di Joy Rose intona una solare melodia accostabile al lavoro del cantante e percussionista Pedro Aznar proprio all’interno del PMG. Anche in “Anything But Look” si risente qualcosa di Pat Metheny, in particolare ascoltando il pianoforte e le tastiere delicatamente liriche di Rebello, che non possono non rimandare al dna del tastierista Lyle Mays. "In the Thick of It"  segue un percorso simile, con i vocalizzi di Jacob Collier che definiscono la melodia e Rebello che si mette in evidenza, attraverso il pianoforte e il synth, negli assoli forse più dinamici dell’intero album. Un altro strumentale, "Without a Paddle",  trova nuova linfa da un'inedita energia neo-latina, punteggiata dal groove del chitarrista Paul Stacey e dall’immancabile pianoforte del leader. "The Man on the Train" è caratterizzato dalla percussionista Miles Bould, ma è il cantante Sumudu Jayatilaka che porta un tocco di soul-jazz a questo brano tinto di samba sul quale Rebello ricama dal par suo al piano. E’ inusuale invece "Dark Night of the Soul", che Jason imposta su una ritmica nervosa, quasi ska, per valorizzare l’intervento vocale quasi classico di Alicia Carroll. Il formidabile cantante Will Downing è invece protagonista di una romantica ballata su "Is This How". "New Joy" vira su atmosfere decisamente neo-soul, attraverso il canto di Joy Rose, per un brano che ha anche avuto un seguito di successo nelle radio. Al cantante Xantoné Blacq è affidato il compito di tornare agli echi di Stevie Wonder su "Lighten up the Road", una ottima melodia ricca di sfumature salsa splendidamente cesellate da un Rebello in piena forma; da segnalare nell’arrangiamento il sapiente uso delle percussioni. Neo-soul, jazz, funk, groove latini ed un ricco contenuto di fusion compongono il cocktail di Anything But Look: il risultato è un album di sicuro fascino stilistico e grande raffinatezza con un moderato, ma non sgradevole, tocco commerciale. Jason Rebello dimostra che la musica può essere sia divertente che sofisticata e lo fa con la maestria compositiva e la tecnica pianistica che sono a lui proprie. Questa è la registrazione che ha segnato il positivo ritorno del pianista e compositore inglese nel panorama discografico internazionale: la sua assenza in verità era durata troppo a lungo.