Harvey Mason – Chamaleon


Harvey Mason – Chamaleon

Se il tuo soprannome è "Camaleonte" una ragione dovrà pur esserci. Nel caso di una leggenda mondiale della batteria come Harvey Mason  l'appellativo deriva dalla facilità con cui questo meraviglioso musicista si sposta attraverso i diversi generi musicali. Ovviamente è il jazz, ed in particolare la jazz-fusion, il territorio nel quale Mason si è guadagnato fama e rispetto unanimi, ma lui ha davvero toccato stili eterogenei e differenti, con una ecletticità straordinaria. Batterista dalla precisione memorabile e dalla tecnica sopraffina, Mason si distingue al contempo per una sobrietà ed un controllo tali da renderlo veramente uno dei più grandi esponenti mondiali della storia recente del suo strumento. E’ altresì un dato di fatto che un’intera generazione di più giovani colleghi batteristi si siano ispirati al suo lavoro ed al suo stile. Non bisogna però dimenticare che la maggior parte degli appassionati  di jazz contemporaneo conoscono Harvey soprattutto per la sua (relativamente recente) militanza con i mitici Fourplay di Bob James. Tuttavia il grande Mason è molto di più di questo, come dicevo: una moltitudine di artisti pop, R&B, soul e hip-hop hanno utilizzato le doti di Mason, sia come turnista che dal vivo in concerto oppure tramite le campionature digitali. Un elenco che comprenda tutte le sue collaborazioni è virtualmente impossibile, ma giusto per citare alcuni artisti che si sono avvalsi della sua batteria posso ricordare Barbara Streisand, James Brown, Stevie Wonder, Michael Jackson, The Notorious B.I.G. e ovviamente Herbie Hancock. Mason è straordinario anche e soprattutto quando si confronta con il jazz che è poi il suo vero grande amore. E’ quindi naturale che Chamaleon sia, e non a caso, il titolo dell'ultimo album (datato 2014) di questo autentico mito del drumming. L’amicizia e la relativa collaborazione con Herbie Hancock spiegano ancora meglio il motivo per cui Mason indossi così bene il vestito di musicista polivalente. Harvey ha suonato nel capolavoro del 1974 di Hancock, HeadHunters, e ha contribuito a scrivere la canzone più famosa dell'album, quella che si intitola proprio "Chameleon". Anche questa stessa traccia è presente nel nuovo album. Analizzando il contenuto del disco si nota come ben sei dei dieci brani siano composizioni alle quali Mason ha lavorato in precedenza come batterista e percussionista: Chameleon sembra quindi essere, almeno in parte, una retrospettiva della sua intera carriera. Si parte con Before The Down che originariamente era inserito nell’omonimo album di Patrice Rushen: l’atmosfera jazzistica e un po’ dark è restituita in maniera conforme al pezzo del 1975. Molto bella Either Way che è una composizione originale dello stesso Mason dove spiccano piano elettrico e chitarra ma che colpisce soprattutto per un meraviglioso drumming del leader. Altrettanto interessanti sono Looking Back e Looking Forward, due fantastici esempi di jazz funk che non possono non evocare immediatamente il sound degli HeadHunters. Mase’s Theme è un brano ugualmente iconico dello stile funky alla Hancock maniera, groove alle stelle! Non manca un tributo a Bobby Hutcherson con un bella cover di Montara  Il batterista di Atlantic City rende omaggio anche a Grover Washington, Jr. e Donald Byrd con i quali ha ugualmente suonato in passato. C’è "Black Frost" di Grover, la quale presenta una meravigliosa linea di basso funk ed un eccellente lavoro di sassofono di Kamasi Washington. "Places and Spaces" di Byrd mostra un arrangiamento più introspettivo dell'originale del 1975, che suonava più spumeggiante ma che qui appare più eterea e misteriosa anche se meno solare. Mason ha inserito in questo album una sua cover di “If I Ever Lose This Heaven”, apparso sull’album Body Heat di Quincy Jones. La versione aggiornata è arrangiata con un taglio maggiormente neo-soul, a dimostrazione della modernità del sound di Harvey. Ed infine è proprio Chamaleon a chiudere l'album: il remake del famoso brano che dà il titolo a questo lavoro ha giustamente un sound molto funky, un chiaro richiamo agli HeadHunters. La batteria di Mason riesce a distinguersi fornendo al contempo anche una piattaforma perfetta per la creatività del sassofono.  Anche in questa rinnovata versione il brano non perde una virgola della sua potenza e della sua suggestione. Moltissimi giovani musicisti hanno tratto ispirazione dalla produzione jazz-funk degli anni '70 di cui Harvey Mason fu un protagonista con Herbie Hancock, Dave Grusin, Grover Washington, Patrice Rushen, Bobby Hutchersn e Donald Byrd. Ma non troverete qui nessuna nostalgica indulgenza: Chamaleon è attuale e moderno, vitale e dinamico pur citando molta musica del passato. In effetti è un gran bel disco che non deluderà gli appassionati di fusion e sicuramente appagherà gli estimatori della batteria suonata ai massimi livelli. Il re della versatilità ha colpito nel segno ancora una volta. Consigliato.