DopeGems - Necksnappin'


DopeGems - Necksnappin'

Ho già avuto modo di dire che curiosare qua e là sulla rete, ascoltare di tutto, anche senza un’apparente logica, può portare a delle inaspettate ma gradite sorprese. E’ questo il caso dei DopeGems, un quintetto proveniente dell'est della Francia che celebra il jazz funk del periodo d’oro degli anni '70, reinterpretandolo in chiave moderna attraverso il sound di una chitarra (Greg F.), un basso (Emmanuel Harang), una batteria (Slikk Tim), una tastiera (Giuliano Veludo) e un vibrafono (Yragaël Unfer).  Il titolo della prima uscita discografica dei DopeGems è Necksnappin' ed è stato pubblicato il 28 marzo 2019. Va detto subito che il disco si compone di 10 brani che sono tutte cover: sono delle versioni molto fresche ma non banali di composizioni significative degli anni ’70. I pezzi risultano complessi ed articolati come si conviene trattandosi di jazz funk ed i cinque ragazzi francesi padroneggiano perfettamente sia i loro strumenti che la produzione dimostrando una maturità non comune in un opera prima. NeckSnappin’ è un album totalmente strumentale nel quale il richiamo al sound vintage è assolutamente palese e tuttavia non manca un tocco di modernità ricco di echi lounge e nu-jazz. Si ascolti l’apertura "Condor Redux" e tutto sarà più chiaro. Si tratta di un ardito e cinametico mix del brano cult "Tre giorni del condor" di Dave Grusin. Il tenore generale dell'album è dettato da questo epico pezzo di musica di nove minuti diviso in tre sezioni che combinano il tema principale, il breakbeat e addirittura un accenno di dance. I DopeGems aumentano poi il ritmo con una versione per così dire “sovralimentata” del pezzo funky "Like a thief in the night" di Mike Longo: sono dei fuochi d'artificio jazz funk dove chitarra wah wah, tastiere e vibrafono dettano il groove. Il quintetto è in qualche modo più rilassato con la ripresa strumentale di "One night affair" degli Stylistics: quasi un brano d’atmosfera dove il vibrafono domina la scena. "First Come, First Serve" di Ramon Morris inizia con un ritmo che avrebbe deliziato gli amanti del rap negli anni '90, prima che la chitarra cambi registro al brano, avvicinandosi inaspettatamente ai toni del jazz rock. “Solstice” è un arioso pezzo di smooth jazz, che anticipa "Journey To The Shore" in cui i Dopegems cercano di coniugare il jazz e la discoteca. Il quintetto si cimenta quindi con "Footsteps In The Dark" degli Isley Brothers e si confronta in bellezza con il classico jazz funk di Bennie Maupin intitolato Quasar. I bonus sono ben due: "I Work The Whole City", tratto dalla colonna sonora di Taxi Driver e "It’s Your Love" di Roy Ayers. Un carico da novanta per dare ancora più valore a questo disco. In realtà se parliamo di cd questi ultimi due pezzi sono parte integrante dell’intero album, mentre è sul vinile (che è ugualmente disponibile sul mercato) che l’aggiunta è stata fatta per dare il massimo valore all’offerta musicale. Se NeckSnappin non offre composizioni originali degli stessi DopeGems non c'è da stupirsi, il concetto di base che ha mosso il quintetto francese è quello di far (ri)scoprire alcune perle, in parte dimenticate, della scena Jazz-Funk degli anni '70. Sono gli stessi DopeGems a spiegare il perché, dicono infatti: "È una scelta consapevole quella di non aver composto nulla: il fatto di suonare un repertorio molto ampio ci costringe momentaneamente a lavorare sulle cover, ricercando il nostro suono in un secondo momento. Secondo i musicisti francesi è sorprendente constatare che alcuni critici parlino di "cover" quando spesso non conoscono nessuna delle canzoni che suoniamo". È Slikk Tim, il batterista e polistrumentista di 25 anni (originario di Nancy) e amante della cultura Jazz, Funk e Hip Hop, che è all'origine del progetto nato nel 2011 (anno delle prime prove del quintetto). L’album ha avuto una gestazione piuttosto lunga poiché è stato registrato in soli tre giorni e con risorse limitate nell'estate del 2012. Per poi essere pubblicato solo nel 2019. A mio parere qualsiasi appassionato di funk jazz dovrebbe ascoltare questo lavoro di debutto dei DopeGems: non sarà difficile rimanere conquistati dalla freschezza e dalla dinamicità di questi 10 pezzi. In un panorama internazionale piuttosto appiattito anche in ambito smooth jazz, qui c’è del potenziale che darà soddisfazione a tutti coloro che vorranno prestare un minimo di attenzione a questi cinque giovani francesi di belle speranze. Interessante.