Charenee Wade: Offering - The Music Of Gil Scott-Heron And Brian Jackson


Charenee Wade: Offering - The Music Of Gil Scott-Heron And Brian Jackson

Come spesso accade agli artisti che sono oggettivamente in anticipo sui tempi, il grande valore del rivoluzionario cantautore Gil Scott-Heron è stato solo oggi rivalutato e riconosciuto, a molti anni di distanza dall’uscita dei suoi dischi più importanti. Questa figura enigmatica della musica americana dello scorso secolo, è sempre stato circondato da un’aura di rispetto e, per una ristretta cerchia di appassionati è diventato una sorta di culto, senza tuttavia raggiungere mai un vasto consenso. Questo probabilmente è dovuto al fatto che, nella sua carriera, Scott-Heron ha caparbiamente eluso ogni sorta di categorizzazione sia nella musica che per quanto riguarda la personalità. A giudicare dai tributi postumi al suo lavoro che negli ultimi tempi sono sempre più numerosi, la sua eredità è finalmente assurta a quel livello iconico che indubbiamente merita. Il suo compagno musicale durante la sua fase più feconda, il pianista Brian Jackson, ha fornito il fondamentale catalizzatore per gran parte dei migliori album di Gil Scott-Heron ed è riconosciuto come un innovatore nel jazz e nella musica urbana moderna. Un omaggio appassionato a questi due mostri sacri della musica americana è arrivato nel 2015 dalla cantante afroamericana Charenee Wade: compositrice, arrangiatrice ed insegnante, la Wade è nota per il suo precedente album "Love Walked In", del 2011. Prima di questa uscita discografica, ha lavorato per affinare le sue abilità di vocalist, figurando come ospite nelle registrazioni di Tia Fuller, Eric Reed, e della Eyal Vilner Big Band. Armata di una grande passione e di una notevole personalità, Charenee ha deciso di cimentarsi con questo bellissimo “Offering-The Music di Gil Scott-Heron e Brian Jackson”: una raccolta di undici tra i più significativi brani dello storico duo. La Wade non si limita a un disco di banali cover, ma utilizzando i testi e la musica di Scott-Heron e Jackson come trampolino di lancio, porta i contenuti di questo album ad un nuovo livello di innovazione, onorando lo spirito della fonte creativa, evolvendolo grazie ai suoi arrangiamenti e centrando l’obiettivo di trasmettere il messaggio nella sua essenza originale. Le sue trame vocali risultano singolari ed estremamente affascinanti, e riescono a dare un’impronta personale ad un progetto difficile e molto impegnativo. La cantante attinge al momento più prolifico del duo e cioè agli anni '70, quando sia Scott-Heron che Jackson erano all’apice della loro parabola creativa. La title track “Offering” fissa in qualche modo il tono concettuale di tutto il disco, ed appare subito chiaro come il jazz sia una parte importante di questo progetto e la matrice musicale più evidente. "Song Of The Wind" mette in mostra la gamma dinamica e la tensione emotiva che Charenee può coprire, accompagnata in questo dal formidabile vibrafonista Stefon Harris. Lo stesso Harris è presente in numerosi pezzi ed il suo vibrafono è una parte importante e distintiva di questo album. L’atmosfera si fa più impegnata con "A Toast to the People", un saluto ed un omaggio a tutti coloro che si sono impegnati nella lotta di classe. C'è una bella versione di "Home Is Where The Hatred Is", che è certamente uno dei capolavori di Scott-Heron: la Wade è bravissima nel costruire un fraseggio quasi frenetico e la sua voce suona quasi fosse un sax per restituire la canzone con tutta la sua intensità. La strana "Ain't No Such Thing as Superman", è sottolineata superbamente dal bassista Lonnie Plaxico, che scandisce il tempo dando un’inquietante sensazione di liquidità e permettendo alla Wade di esprimersi in lungo ed in largo dentro un brano davvero molto affascinante. "Western Sunrise," che vede protagonista il chitarrista Dave Stryker, è un altro dei classici del repertorio di Scott-Heron ed anche in questo caso la cantante non fa rimpiangere l’originale. Anzi gli appassionati di jazz troveranno questa e le altre esecuzioni ancora migliori di quelle degli anni ’70.  Gil Scott-Heron era anche considerato un “New Black Poet”, una definizione che lui stesso amava e detestava dato che preferiva considerarsi un messaggero della gente di colore, un moderno griot afro-americano. Non è dunque per nulla facile catturare pienamente la sua essenza poetica, ma la Wade fa un’operazione intelligente proprio ponendo l’accento sul lato musicale più che su quello poetico. E’ brava la cantante a trovare la sua strada, anche se è noto che i testi, con la loro nuda franchezza, stanno alla base della musica di Scott-Heron. E’ come se la Wade prendesse in mano l’essenza di quei contenuti, attenuandone il tono, quasi a cercare una via d'uscita da quella follia che è sempre stata così incombente sulla mente di Gil Scott-Heron. Se c'è mai stata una canzone perfetta per la chiusura di questo album, "I Think I'll Call It Morning", è quella che più ci si avvicina: il jazz, il blues, il soul racchiuse in una melodia accattivante che Charenee restituisce in modo solare e limpido. Benchè la musica di Gil-Scott Heron e Brian Jackson fosse universalmente identificata con precisi riferimenti politici, culturali e razziali e fosse portatrice di sentimenti di rivoluzione e cambiamento, portava pur sempre con se un grande ottimismo e la speranza di una società più giusta ed equa. Quest’ultima spendida canzone vuole significare proprio questo: qualunque cosa accada, domani il sole sorgerà e con esso  arriveranno altre opportunità di operare quei cambiamenti e quelle scelte che sono necessarie per un bene superiore e collettivo. Con questo meraviglioso album, Charenee Wade ha dimostrato di possedere un grande talento ed un coraggio raro. Credo davvero che il suo momento sia arrivato, proprio con questa prova di maturità artistica e sapienza vocale del più alto livello. Scegliere di interpretare questo materiale non è stato un percorso facile, ma è qualcosa che rappresenta il vero spirito di un musicista jazz. Charenee ha reso queste difficili canzoni assolutamente sue, ma contemporaneamente ha assemblato un fantastico tributo a due grandissimi musicisti. È una dichiarazione d’amore, un’offerta piena di sensibilità e gusto, una piccola gemma da scoprire con attenzione e conservare con molta cura.