Alex Han - Spirit



Alex Han - Spirit

Ogni cosa che appartiene all’universo che ruota attorno a Marcus Miller desta immediatamente la mia attenzione. Sin dal debutto con il famoso maestro bassista di New York ho avuto a cuore un giovane sassofonista di nome Alex Han, che milita da anni proprio nella band di Marcus. Lui si è in breve tempo distinto per un talento non comune. Un talento così cristallino che non poteva che approdare presto ad un album solista. Il sassofonista e compositore Alex Han è dunque finalmente uscito nel 2017 con Spirit, il suo primo lavoro da leader: mettendosi in gioco con il suo suono audace, vigoroso e raffinato, l’esordio non poteva essere più interessante. Come è logico il progetto è stato prodotto dal suo mentore: l'insuperabile Marcus Miller. Alex Han è un membro fisso del gruppo di Miller ormai da molto tempo, ed è apparso in molti dei suoi album, continuando al contempo a partecipare alle tournée con il mitico re del basso elettrico. Costruito su dieci tracce in tutto di cui sette originali composti dallo stesso Han più una cover del malinconico hit "Fragile" di Sting, la title track Spirit passionale e meditativa, scritta appositamente per Han da Miller, ed infine il vivace "The Jungle Way Out", composta dal bassista Yohannes Tona.  Spirit è un album che mette in risalto tanto la versatilità di Han quanto la sua innegabile musicalità. E’ Alex stesso a spiegare la sua prima esperienza da solista:  "È stato un lavoro concepito con grande passione, quattro anni di impegno per arrivare a questo risultato", dichiara con orgoglio. “Sono davvero contento che sia finalmente uscito. Come succede durante la registrazione di qualsiasi album, ci sono state alcune difficoltà durante le sessioni, ma tutto è stato superato grazie ad un grande slancio ed alla perseveranza di tutti”. Racconta ancora Han: "Avevo le demo delle canzoni, ma suonavano un po' troppo elettroniche, Marcus Miller mi disse che pur suonando bene, era meglio rifare i pezzi per ottenere un sound più corposo ed naturale". Così abbiamo apportato le modifiche necessarie all’ impostazione di base del disco e ci siamo resi conto che funzionavano molto meglio, perché avevano raggiunto esattamente quell’atmosfera e quel groove che stavamo cercando. Fondamentale per ottenere il perfetto equilibrio del suono è stato il pianoforte di Federico Pena, un tastierista molto stimato, che è stato anche lui un membro della band di Miller. Pena si porta appresso il suo lirismo e la sua sensibilità, ma anche la cura dei dettagli, traslando gli stessi ingredienti del suo personalissimo sound all’album di Alex Han. "Un elemento importante che si coglie nei pezzi è proprio il pianoforte," riflette Han: è stato utilizzato uno Steinway a piena coda e la registrazione fa sembrare il pianoforte proprio come se fosse stato suonato dal vivo con noi. "Oltre a Pena, Miller e Han, suonano in Spirit il bassista James Genus, il percussionista Mino Cinelu, i batteristi Corey Fonville, Louis Cato e Sean Rickman e il chitarrista Adam Agati, solo per citare alcuni dei talentuosi artisti che Han e Miller hanno messo insieme per l’occasione. Alex è un vero prodigio musicale (ha iniziato a suonare il sassofono quando aveva otto anni) e mostra al suo debutto una straordinaria capacità di comporre melodie forti e memorabili: ad esempio "Behold" o la ritmica "Osasia" e ancora l’elegante e funkeggiante "Spectre". Quest’ultima caratterizzata da un bellissimo assolo di chitarra di Agati e punteggiato dai colpi inconfondibili del basso elettrico di Marcus Miller. Han si distingue anche per un’ottima attitudine nelle ballate, come in “Mowgli” dove si esibisce splendidamente al soprano e sulla quale, pur mantenendo il proprio tono personale occhieggia vagamente al fenomenale Branford Marsalis. “Voice Of The King” è un bellissimo tributo alla fede: etereo, ipnotico e appassionato. Descrivendo la sua infanzia Alex Han dice scherzando che ringrazia i suoi genitori per le lezioni di musica che gli hanno fatto prendere da bambino, piuttosto che per il consumo di cibo spazzatura, i videogiochi o la TV a ruota libera. Ma certo è che l'investimento dei genitori nella sua istruzione musicale ha dato indubbi risultati. Poi un grande debito di riconoscenza e un profondo rispetto Han lo riserva anche al grandissimo Marcus Miller, che si dimostra non solo uno dei geni del jazz contemporaneo, ma anche uno straordinario scopritore di talenti. Di fatto Spirit è un album davvero molto interessante e raffinato: Alex Han conferma di possedere un talento cristallino e lascia presagire una luminosa carriera per i prossimi anni. Il sax del futuro.