Jaco Pastorious – Jaco Pastorious


Jaco Pastorious – Jaco Pastorious

Jaco: fiume di parole, articoli, biografie, recensioni di ogni genere sono stati scritti sul personaggio Pastorious e sul suo incredibile talento. Ricorderò solamente che lui è stato un bassista, compositore e produttore discografico statunitense di jazz, fusion e funk, ma soprattutto un musicista da annoverare tra i più grandi bassisti di tutti i tempi e tra le figure più iconiche del secolo scorso. Suonava generalmente un basso elettrico fretless, ma sul palco usava anche un basso con i tasti. Nonostante la brevità della sua carriera, ha determinato una rivoluzione totale: col suo stile particolare è riuscito a caratterizzare lo strumento come nessun altro, ridefinendo il ruolo del basso elettrico come solista e suonando simultaneamente melodie, accordi, armonici ed effetti percussivi. Per numerosi bassisti anche non jazz (dal pop al rock) è stato e resta un importante punto di riferimento. Per qualsiasi serio appassionato di jazz fusion, dunque Jaco Pastorious rappresenta un mito di ineguagliata bravura. Per lo più autodidatta, a 22 anni insegnava però già il basso all'Università di Miami, dove strinse una forte amicizia con il chitarrista Pat Metheny, cosa che avrebbe portato i due a registrare insieme, pubblicando un LP poco conosciuto (semplicemente intitolato Jaco) nel 1974. Ma fu solo quando divenne membro dei Weather Report che il giovane virtuoso iniziò a lasciare il segno sulla scena mondiale. L’album di debutto da solista, pubblicato nel 1976, è una vetrina per gli incredibili talenti del bassista, per non parlare della sua maturità come compositore. A unirsi a lui in studio non c'erano altri che alcuni dei musicisti jazz più straordinari dell'epoca: Herbie Hancock, Wayne Shorter, Lenny White, David Sanborn, Hubert Laws e Michael Brecker. Anche le leggende del soul/R&B Sam & Dave fanno una sporadica apparizione. Iniziando l’album con una cover di "Donna Lee" di Miles Davis, Jaco mette subito tutte le carte in tavola, con un'interpretazione molto creativa di questo classico del be-bop. I già citati Sam & Dave contribuiscono con le loro voci al funky "Come On, Come Over", in cui Herbie Hancock e i fratelli Brecker aggiungono un certo colore e una consistenza tutta loro. "Continuum" indica quelli che saranno i suoi giorni futuri con i Weather Report, mentre nella collaborazione con Hancock  intitolata "Kuru/Speak Like A Child" i due si impegnano in una sorta di duello di talenti. Sei violinisti, tre violoncelli e tre viole vengono utilizzati per attirare l'attenzione dell'ascoltatore, ma incredibilmente, il tutto non suona mai troppo ridondante o pretenzioso. La ballata "Portrait of Tracy" è uno dei brani più noti dell'album, in cui Jaco riesce a dipingere un quadro impressionaista con il suo basso elettrico che è tanto tenero quanto intricato. Che si tratti del calypso che incontra la fusion di "Opus Pocus", di "Okonkolé Y Trompa" ispirato a Miles Davis (scritto insieme a Don Alias), con i suoi ritmi complessi di world music, o dell'esteso "(Used to Be a) Cha-Cha", con Hubert Laws al flauto e al flauto piccolo, Lenny White alla batteria e, naturalmente, lo stesso Herbie, Pastorius e i suoi amici non sbagliano mai un colpo, producendo musica che è sia rilassante che stimolante. Quella che era originariamente l'ultima traccia dell'LP, la quasi cinematografica "Forgotten Love", vede Jaco quasi soffocato da una pletora di violini, violoncelli e viole. Sebbene composta da lui stesso, è Hancock che in realtà si prende il centro della scena, offrendo un'esecuzione magistrale al pianoforte. L'edizione del 2000, pubblicata su CD, ha ricevuto la rimasterizzazione completa che l'album meritava, con le eccellenti note di copertina di Pat Metheny, e la sempre gradita inclusione di due tracce inedite. Una registrazione alternativa di "(Used to Be a) Cha Cha" e "6/4 Jam": brani che, a differenza di altri esempi di tracce bonus, in realtà migliorano l'esperienza di ascolto, arricchendola. Se non fosse già chiaro a tutti, Jaco Pastorius fu innegabilmente un grande maestro del basso elettrico fretless. Purtroppo anche a causa degli abusi di sostanze stupefacenti e alcol morì in circostanze tragiche nel 1987 all'età di soli 35 anni, lasciando un vuoto incolmabile. Ciò che questo album dimostra, senza ombra di dubbio, è che Jaco rimarrà per sempre uno dei bassisti più preminenti che il mondo abbia mai conosciuto (e ascoltato). Il solo fatto che avesse 24 anni quando lo registrò lo rende ancora più sorprendente. Da un certo punto di vista è impossibile ascoltare oggi l'album di debutto di Jaco Pastorius con lo stesso feeling di quando fu pubblicato nel 1976. Ma l'opera è comunque grandiosa ed ogni traccia prende una direzione diversa, ognuna è un piccolo capolavoro che rappresenterebbe qualcosa di cui andare fieri per qualsiasi musicista. Ciò che rende Jaco così eccezionale e in qualche modo immortale è il fatto di essere stato un precursore, un genio in grado di cambiare la storia di uno strumento come il basso, rompendo qualsiasi barriera e lasciando così un’eredità inestimabile. Oltre alla sua fenomenale tecnica e alle sue sorprendentemente mature capacità compositive, c'è da tenere conto dell'audacia dei suoi arrangiamenti. Per un uomo con questo tipo di precoce e caleidoscopica creatività, rimanere sano di mente forse era chiedere troppo; la sua graduale discesa nella follia e la sua tragica morte sono ormai una storia familiare, che rende la brillante promessa di questo glorioso album di debutto ancora più agrodolce.