Gary Bias – East 101


Gary Bias – East 101

Gary Bias, è noto principalmente per la sua militanza nel mitico gruppo degli Earth, Wind And Fire, con i quali ha scritto pagine importanti della storia della band. Lui è però un musicista con una grande esperienza, che ha avuto una carriera rilevante anche prima di entrare nel famoso complesso dei fratelli White. Ha iniziato a suonare il sassofono all'età di undici anni e con il tempo ha sviluppato un timbro passionale ed evocativo che fluttua in modo intrigante in un mix tra jazz, funk e soul. Nonostante la sua considerevole esperienza ha però all’attivo solamente due album come solista: il primo del 1981 ed il secondo del 1999. Gary infatti ha messo per molti anni il suo sax al servizio di grandi artisti come Stevie Wonder, Quincy Jones e Whitney Houston. Curiosamente Bias è stato compagno di scuola di Gerald Albright, Patrice Rushen e Ndugu Chancler ed in seguito, mentre perseguiva la sua laurea in musica presso la California State University di Los Angeles, fu assunto per un tour con la Quincy Jones Orchestra. Dopo il college si unì al famoso artista di jazz latino, Willie Bobo, e poi andò in tournée addirittura con la Duke Ellington Orchestra. All'epoca aveva solo 23 anni. Un momento culminante nella carriera di Bias fu quando compose la celebre canzone "Sweet Love" portata al successo planetario da Anita Baker nel 1985. La melodia in oggetto gli è valsa un Grammy Award per la canzone R&B dell'anno. Il 1987, fu infine l’anno della vera svolta perché entrò a far parte della leggendaria band degli Earth, Wind and Fire. Il suo passo verso la prima linea, questo veterano del sax, lo fece con East 101, un album dai contenuti piuttosto impegnati e quasi sperimentali, fortemente orientati verso un linguaggio jazzistico moderno e decisamente lontano dalle atmosfere morbide ed orecchiabili delle sue usuali collaborazioni artistiche. La prima traccia dell'album è la straordinaria "Asiki", un brano di atmosfera ma di gran classe con Bias impegnato al sax soprano accompagnato dal vibrafonista Rickey Kelly e con uno straordinario assolo di David Tillman al pianoforte. "Dear Violet" è un brano che Gary Bias dedica a sua nonna: un momento molto spirituale nel suo approccio con il solo sassofono ed il basso nello stile di Pharoah Sanders. Una canzone che sembra quasi non voler mai iniziare veramente. "Arthur's Vamp" inizia con un bel basso: qui Bias mostra un feeling simile alle sonorità di Arthur Blythe (a cui ovviamente è dedicata la traccia). Ogni assolo è di ottima fattura ed è quasi in contrasto con il rilassato antipasto iniziale dell'album. La title track East 101 è invece più leggera e vivace e la band trova spazio per gli interventi dei singoli strumenti. Infine troviamo la jazzistica “As Children Play” dove si può ascoltare il sassofonista suonare il flauto. È un tema impostato su una ritmica di valzer jazz che mette in risalto ancora una volta l’abilità di David Tillman al pianoforte, dello stesso Bias anche al sassofono soprano e del bassista Roberto Miranda. L’album esprime una bellissima e onirica forma di jazz spirituale, registrata in un'epoca in cui questo linguaggio era ormai completamente fuori moda. East 101 di Gary Bias rimane un lavoro poco conosciuto anche per gli standard dei cultori più informati del jazz, forse anche perchè il suo approccio non proprio facile richiede molta attenzione da parte degli ascoltatori. In effetti questo genere di musica cessò di fatto di esistere intorno alla fine degli anni '70, lasciando spazio per altre contaminazioni e suggestioni molto più funk ed elettriche. Registrato con un cast di supporto di tutto rispetto con il vibrafonista Rickey Kelly, il bassista Roberto Miranda, Fritz Wise alla batteria ed il pianista David Tillman, Gary Bias svela qui per la prima volta tutto il suo talento, rimasto nascosto dietro alle collaborazioni con altri artisti. Una manciata di composizioni originali intrise di sentimento e dai grandi orizzonti, molto evocative e profonde in grado di colpire l’ascoltatore. Il suo flauto e il suo sassofono creano un jazz complesso, spesso virato nello stile modale, che rappresenta tanto una sfida quanto un momento confortante e meditativo. Gary è una voce forte del panorama jazzistico che avrebbe meritato senza dubbio una maggiore notorietà.

Kirk Fischer - Friends


Kirk Fischer - Friends

Kirk Fischer è un pianista ed un compositore texano ed è davvero poco noto, soprattutto fuori dagli USA. La sua particolarità sta in primis nel fatto che non è un professionista della musica perchè di fatto per lui la carriera musicale è una sorta di hobby. Kirk è un professore universitario, e solo grazie ad un caso ha potuto registrare un album a suo nome. Fin dagli anni ’90 Fischer ha coltivato la sua passione suonando e registrando nel suo studio di casa ed esibendosi dal vivo praticamente solo a livello locale, nell’area di Austin. La possibilità di produrre un disco è venuta solo dopo essere entrato in contatto con l’affermato trombettista Greg Adams. Fischer mai avrebbe potuto immaginare che il risultato di questa conoscenza sarebbe stato la pubblicazione del suo primo cd: dieci brani che mettono insieme alcune interessanti cover con le sue stesse composizioni. Ma il lavoro è arricchito anche da bellissimi arrangiamenti d’archi, e dalla potenza dei fiati dell’East Bay Soul guidati in prima persona da Greg Adams, la cui sopraffina produzione ha reso “Friends” una delle uscite di jazz contemporaneo più interessanti del 2017. Kirk Fischer ovviamente suona le tastiere, ed è accompagnato da diversi musicisti: Herman Matthews (batteria), Kay-Ta Matsuno (chitarra), Dwayne "Smitty" Smith (basso), Johnny Sandoval (percussioni), Greg Adams (tromba, flicorno) , Lee Thornburg (tromba, flicorno, trombone), Greg Vail (sax) e il ROQ Goddess String Quartet. Tutti dimostrano grande dedizione ed un apprezzabile vigore nel creare un'atmosfera armoniosa, orecchiabile, estremamente godibile. Qualcosa che sta tra i momenti più strumentali di Burt Bacharach, David Foster ed a tratti certa musica da commedia all’italiana degli anni ’70. Spruzzate di jazz, arrangiamenti sontuosi e molto buon gusto. L’esempio lampante è il brano che da il titolo all’album, che viene letteralmente ad un altro livello da una un'orchestra magnificamente arrangiata dove gli archi suadenti e i fiati vellutati creano un mood veramente piacevole. Con Dis 'Sup Kirk sceglie un approccio più contemporaneo: la band viaggia gagliardamente groovy con l’orchestra che dà più sapore a tutto il contesto. Se poi parliamo di cover, Fischer fa un ottimo lavoro con una versione innovativa del classico di Hall & Oates "Kiss On My List": morbida e vellutata. Un’altra interpretazione decisamente particolare è quella della celebre "The Way It Is" di Bruce Hornsby, stravolta quanto basta per essere quasi difficile da riconoscere. E poi c’è la vivace e potente "Thunder and Lightning" di Chi Coltrane, che Fischer esegue all’organo Hammond B3 con Greg Vail al sax. Ma in ultima analisi è proprio con i suoi pezzi originali che Kirk centra davvero il bersaglio. Il groove torna sovrano con le atmosfere smooth di "Bast Majority" grazie anche ad un uso impeccabile del sound potente dei fiati dell’East Bay Soul. "Open The Eyes Of My Heart" è costruita attorno ad un'altra performance di classe del sax di Greg Vail, mentre in "Blame It On Your Own Self"  Kirk Fischer mette in piena luce la sua abilità di pianista armonizzando al meglio per la sezione fiati che qui esplode in tutta la sua potenza espressiva. “Shades Of Grey” ha una melodia romantica ed accattivante, suona quasi come una colonna sonora di un film: malinconica ed intrigante. Infine “Reach Into Your Heart” è un po’ la summa di tutto il contenuto di Friends, raccogliendo al suo interno ogni suggestione ascoltata in questo bellissimo album. Anch’essa cinematica ed orecchiabile, non fa che confermare come Kirk Fischer sia riuscito a produrre un lavoro tanto eccellente quanto inatteso. Una rara sinergia traspare attraverso l’intero progetto, cosa che sprigiona entusiasmo e serenità, regalando momenti di musica estremamente godibile. Anche se Kirk Fischer (o forse proprio per questo) è un artista praticamente sconosciuto, mi sento di raccomandare a tutti l’ascolto di Friends.