Urban Soul – Nothing Is Impossible



Urban Soul – Nothing Is Impossible

Allontanandosi dal rigore formale del jazz classico ed entrando di conseguenza in quel vasto mondo, più commercialmente appetibile, che oggi chiamiamo smooth jazz , ciò che troviamo è uno stile musicale estremamente variegato ed in alcuni casi non privo di interesse.  Se da un lato il richiamo al jazz è forte e ben presente dall’altro l’estrema eterogeneità dello smooth jazz è di certo fonte di contaminazione da parte di moltissime influenze per così dire “leggere” che vanno dal soul al funk, dal rock melodico all’r&b. Sono davvero innumerevoli i grandi artisti che hanno navigato con la loro arte su entrambe le sponde di questo vasto mare, da Larry Carlton a Kenny G o Al Jarreau, attraverso Bob James, Lee Ritenour, Bobby Lyle, David Sanborn, Ramsey Lewis, Spyro Gyra, Brian Culbertson, Kirk Whalum, Dave Grusin ed un lunghissimo elenco impossibile da stilare per intero. Sebbene non sia un fan accanito dello smooth jazz e abbia spesso preferito concentrarmi su stili più ricercati e storicamente maggiormente ricchi di valori, riconosco a questo sotto genere una sua eleganza formale nonché una apprezzabile propensione per un approccio gradevolmente melodico. E d’altra parte va riconosciuto che la gran parte della musica che viene attualmente prodotta non vira quasi più verso il jazz convenzionale in favore di una commistione continua tra generi affini: di sicuro alla ricerca di una maggiore fruibilità ma anche allo scopo di far emergere, se possibile, nuove forme espressive. Gli Urban Soul rientrano alla perfezione in questo contesto: loro sono una coppia di musicisti svedesi, il trombettista Jonas Lindeborg e il sassofonista Andreas Andersson, che per dare vita al loro progetto hanno voluto circondarsi di un buon numero di grandi nomi dello smooth jazz, modellando così un valido esempio di jazz contemporaneo. Va loro riconosciuta una grande competenza musicale e al contempo quell’onestà intellettuale che sta alla base di ogni buono sforzo artistico. Autoprodotto e concepito nella sua interezza dagli stessi Urban Soul, 'Nothing Is Impossible' è un album di spessore, composto da 10 brani, che includono pezzi strumentali ma anche qualche episodio cantato. Nello specifico le voci più importanti sono quelle di Bill Champlin e Michael Ruff, cioè non proprio gli ultimi arrivati e non a caso paladini di quel genere denominato West Coast che tanta buona musica ha regalato negli anni ’70 e ‘80. E poi è da sottolineare il contributo alle tastiere del concittadino svedese del duo, Jonathan Fritzen e quello alle chitarre del bravo Peter Friestedt anche lui scandinavo. Il duo svedese ha quindi riunito una band fortemente orientata verso lo smooth jazz con il preciso intento di suonare la musica che più di ogni altra ha influenzato il loro stile e che risulta essere più vicina alla loro reale ispirazione. Il progetto Urban Soul è un viaggio interessante e non privo di una sua originalità nelle atmosfere morbide e suadenti del jazz contemporaneo, declinato attraverso una visione più emozionale che tecnica ed anche per questo meno fredda di altri prodotti musicali paragonabili. L’ascolto è la migliore via per apprezzare appieno quale strada hanno intrapreso questi due musicisti europei, partendo da quella Svezia che si conferma essere il terzo polo più importante nella discografia mondiale. I brani sono tutti piuttosto intriganti, a partire da quella perfetta introduzione all’album che sono "M Avenue" e  “The Wall”: due pezzi che sono un vero e proprio manifesto di come dovrebbe suonare idealmente oggi lo smooth jazz.  E poi ci troviamo al cospetto della maestria vocale del grande Bill Champlin, che arricchisce di toni West Coast  la bella ballata "Hands Of Love". Gli Urban Soul seducono con i ritmi dal sapore latino accennati in "We Didn’t Know” completata dalla suadente voce di Sara Nordenberg. Michael Ruff presta il suo splendido talento alla ballata "Dearest Child", un brano delicatissimo che culla dolcemente l'ascoltatore con grande sensibilità. “1989” è uno splendido esempio di contemoprary jazz, ritmicamente e armonicamente perfetto, nel quale la chitarra di Peter Friestedt non può non essere ammirata ed apprezzata. “Finally” è nuovamente una ballata, lenta e discreta ma piena del fascino emanato sia dagli incisi strumentali ed anche e soprattutto dalla voce di Lovisa Lindkvist che quasi invita a sognare pomeriggi assolati e candide spiagge. Un sogno in musica che continua con "Open Arms", una cover basata su tromba e sax sul bellissimo tema dei mitici Journey. Sono certo che non mancherete di apprezzare la sonorità della tromba di Jonas Lindeborg e la voce del sax di Andreas Andersson che si distinguono lungo tutto il dipanarsi di Nothing Is Impossible con sobrietà e ottima tecnica. Se siete dei cultori dello smooth jazz e ancora non conoscete gli Urban Soul questo album è un’ottima occasione per concedere un ascolto attento al duo svedese e godersi 40 minuti di ottima musica. Tuttavia un disco come questo è perfettamente godibile anche da un pubblico più incline ai più difficili scenari del jazz convenzionale e risulterà gradevole ed accattivante anche per una platea più vasta di ascoltatori maturi.