Marcus Miller – Laid Back


Marcus Miller – Laid Back

Marcus Miller, ovvero "il basso", nel senso più alto del termine, vogliate perdonarmi il gioco di parole. Per arrivare al suo livello servono una grande mano destra, una prodigiosa mano sinistra (o viceversa), tanto cuore e al tempo stesso una mente fuori dal comune, oltre naturalmente ad un talento straordinario. A quelle vette ci sono arrivati in pochi, e tra questi c’è arrivato senza dubbio lui, il divino Marcus Miller. Il più virtuoso tra i musicisti delle quattro corde, il più funk tra gli specialisti della tecnica slap e, come è noto, il collaboratore prediletto del grande Miles Davis nell’ultima fase della carriera, senza dubbio una delle più avventurose e sperimentali della parabola del genio di Alton. Marcus il campione del mondo del basso elettrico, Marcus il vincitore di due Grammy Awards, dell’Edison Award for Lifetime Achievement in Jazz 2013, del Victorie du Jazz 2010 e nominato artista per la pace dell’Unesco 2013. Marcus Miller non è solo uno strumentista eccezionale ma è anche un fine compositore ed un produttore di gran classe. Insomma Miller è una delle figure più rappresentative della musica contemporanea. La notizia del momento riguarda l’uscita del suo nuovissimo ed ultimo album, intitolato Laid Back: un ulteriore capitolo di una carriera fantastica all’insegna della più totale ecletticità. Miller attinge alla sua conoscenza enciclopedica del jazz, del funk, del soul e dell'hip-hop per accompagnare gli ascoltatori in un viaggio che fa vedere come tutti questi generi, tutti questi stili possano conciliarsi tra di loro. Non sorprenderà a questo punto accorgersi che un album di Miller possa includere tanto le atmosfere del jazz, quanto anche qualcosa di talmente funky da ricordare la musica degli Incognito o dei Parliament. All’insegna di una duttilità e di una varietà di generi senza pari, ancora una volta Marcus regala momenti di puro intrattenimento insieme ad altri più intensi e riflessivi. Ride, Marcus Miller, alla fine di "Trip Trap", il numero dal vivo che apre l’ album Laid Black, e ne ha motivo, vista la sua bravura. Un brano che naviga nell’hip-hop contemporaneo non disdegnando nemmeno le ultime tendenze della musica Trap, innestate in un'ambientazione dai toni delle improvvisazioni jazz. Miller non fa che ribadire il motivo per cui rimane uno degli improvvisatori più creativi nel basso elettrico: Il pezzo live finisce con una strabiliante jam session tra le tastiere ed il sax, fino all’epilogo che lascia il posto agli applausi del pubblico ed alla risata di Miller. La seconda traccia di Laid Black, "Que Sera Sera, è una canzone che Marcus ha sentito nella versione cantata da Doris Day sia sul grande schermo che nella sua sit-com televisiva risalente al 1958 e continuata fino al 1973. Furono Sly and the Family Stone a realizzare la cover funkeggiante che è la strada che il bassista riprende oggi. La versione di Marcus Miller è una combinazione di funk e blues costruita attorno alla voce malinconica del cantante belga Selah Sue. Un altro bellissimo remake di Laid Back è Keep ‘em Runnin’ degli Earth, Wind & Fire: all’epoca dell’uscita dell’album All 'n All fu una vetrina per il lavoro di basso di Verdine White, uno dei fondatori di questo leggendario gruppo. Il bassista di New York trasforma la traccia in uno strano pezzo di hip-hop in cui la percussiva e brillante performance del basso è il punto focale. "Sublimity, Bunny's Dream", riprende un tema del suo progetto del 2015 intitolato Afrodeezia, un album dove ha collaborato con musicisti africani, brasiliani e caraibici per rendere omaggio agli antenati afroamericani deportati dalla madrepatria in America durante il triste periodo della tratta degli schiavi. "Sublimity" mette in campo un leggero swing con un Miller rilassato in perfetta sintonia con le percussioni in stile africano. Non mancano i numeri di puro funk jazz come 7-T’s, No Limit o Untamed nei quali, come è lecito aspettarsi, il virtuosismo di Marcus raggiunge l’apice della sua inarrivabile qualità. Ma Laid Back riserva anche momenti rilassati e romantici come la bella Preacher’s Kid o la lenta ballata Someone To love. Come sempre accade con i progetti discografici di Marcus Miller, Laid Black rivela un artista perfettamente a suo agio con le tendenze musicali del momento ed al contempo attento custode della tradizione e perciò sempre moderno ed innovativo. L’ultimo album del grande Marcus è ancora una volta un momento significativo di una carriera costellata di importanti tappe artistiche. Pur non raggiungendo le vette dei precedenti The Sun Don’t Lie, M2 o Marcus,  Laid Back è un lavoro molto interessante che mi sento di raccomandare caldamente.