Sergio Caputo - That Kind of Thing


Sergio Caputo - That Kind of Thing

Il Sergio Caputo che non ti aspetti, ma che, se conosci la sua storia, puoi anche intuire si intitola That Kind Of Thing. Il musicista e chitarrista romano vanta un curriculum di tutto rispetto, offuscato dal suo successo come cantante pop, ma impreziosito dalla collaborazione con alcune stelle del jazz come Dizzy Gillespie, Lester Bowie, Tony Scott, Mel Collins, Tony Bowers, Enrico Rava e Danilo Rea. Dal punto di vista musicale sappiamo tutti che la gamma delle influenze che ne hanno determinato lo stile si estende dal jazz al pop, con una particolare predilezione per lo swing. Nel 2003, ad un certo punto della sua carriera ed in un momento forse non troppo fortunato a livello discografico, Sergio Caputo si trasferì in California dove si mise a scrivere e produrre l’album "That Kind of Thing": una rivoluzione totale nella sua produzione, dato che il cambiamento fu così radicale da condurlo nell’ambito dello smooth jazz strumentale. Lui stesso descrive il suo nuovo progetto come "Cool" e "West Coast Jazz", vale a dire proprio quel tipo di jazz contemporaneo tipico del continente americano che è divenuto così popolare nel corso degli anni. L'album inizia con Everything I Do: Sergio si esibisce in un sobrio ed elegante gioco di chitarra su una struttura latineggiante semplice e piacevole. Charles McNeal lo accompagna al sax. McNeal è un abile specialista di tutti i sassofoni che vive a Oakland e che ha suonato con John Faddis, Wynton Marsalis, Leslie Drayton, McCoy Tyner, Ray Obiedo, Boz Scaggs ed un numero infinito di altri artisti. "Guess I Miss You Again” ricorda un pò una canzone sullo stile di Tom Jones, ma è ovviamente strumentale ed anche in questo caso è evidente l’influenza della musica latina, soprattutto a livello ritmico. Caputo suona, su tutte le canzoni, chitarre, tastiere e basso (tranne Intimacy e Jazzy Girl) ed inoltre provvede alla programmazione delle componenti elettroniche ed agli arrangiamenti. Intimacy vede la partecipazione del trombettista Enrico Rava, uno dei padrini del jazz italiano. Nella sua lunga carriera Rava ha suonato ogni tipo di jazz: dal bebop a quello contemporaneo e la sua tromba è come sempre unica ed impressionante. Serenata Roja, nella sua semplicità e con la sua atmosfera mediterranea, è una fantastica escursione nella musica spagnola, il mood che sembra essere perfetto per una chitarra acustica come quella di Sergio. McNeal, con il suo flauto, è il magistrale accompagnamento di Caputo in questo brano molto suggestivo. Like a Shooting Star fa nuovamente leva sulle radici mediterranee con una romantica melodia tutta incentrata sulla chitarra acustica e con un notevole sostegno delle percussioni. Questa volta è Mike Olmes che dà voce alla tromba con sordina che fa da contrappunto al brano. Waiting For Your Love è una malinconica canzone dove ancora una volta troviamo il trombettista Mike Olmes districarsi con la melodia, alternandosi con la chitarra semi-acustica di Sergio Caputo. My Lost Venues è un'opportunità per ascoltare il sax di Rob Sudduth: un musicista dell’area californiana davvero dotato di grande classe. Sergio è intelligente ed umile nel lasciare a Rob il ruolo di strumento principale e sostenerlo solo con qualche riff di chitarra. In The Madness Of My Dreams è un altro bel gioco di assoli tra la chitarra di Sergio e la tromba di Mike Olmes con un ritmo di bossa nova molto simpatico e perfettamente adeguato alla melodia. Marty Wehner fa la sua gradita comparsa al trombone. Il trombonista è un musicista molto ricercato che ha suonato con alcuni grandi nomi dell'industria discografica e viene regolarmente chiamato per concerti live e negli studi di registrazione come session man. Sulla conclusiva Jazzy Girl ecco nuovamente Enrico Riva alla tromba, in un brano dal sapore molto smooth jazz. Nel 2003 perfino i fan più appassionati di Sergio Caputo restarono spiazzati dal brusco cambio di direzione che il musicista romano aveva intrapreso spostandosi in terra americana, anzi molti nemmeno erano a conoscenza di una registrazione di questo genere, e lo davano ormai per sparito dalle scene. Abituati a Sabato Italiano, Spicchio di Luna e Garibaldi Innamorato, non avrebbero mai capito un album di smooth jazz strumentale come questo. Sergio, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di fermarsi ma voleva fortemente una svolta profonda nella sua carriera. E voleva attuare la sua personale, piccola rivoluzione con un disco di jazz contemporaneo basato certamente sulla sua chitarra, ma che fosse anche una piattaforma strumentale adatta alla partecipazione di alcuni interessanti musicisti americani e del suo amico Enrico Rava. Voleva lasciare un segno tangibile della sua capacità di non essere solo un cantante pop di successo ma anche un musicista jazz a tutto tondo, in grado di andare oltre la formula della canzone. Nella sua semplicità, ma con gusto e molto equilibrio, con That Kind Of Thing Caputo ha dimostrato di non sfigurare nel contesto del jazz contemporaneo e di poter stare al passo con i tempi anche come chitarrista. Bravo.