Scott Petito – Rainbow Gravity


Scott Petito – Rainbow Gravity

Scott Petito è un nome relativamente sconosciuto. Ma in realtà lui è un pluripremiato compositore, arrangiatore e produttore. Scott è soprattutto un bassista e un polistrumentista di grande talento che ha suonato in centinaia di registrazioni nei più svariati stili musicali. Petito ha maturato una vasta esperienza attraverso il suo lavoro principalmente nel jazz e nel folk: ha lavorato, giusto per fare degli esempi con musicisti del calibro di James Taylor, Pete Seeger, The Band, Jack DeJohnette, Don Byron, Dave Brubeck, Chick Corea, Roy Haynes, John Scofield e molti altri importanti artisti. Scott Petito vanta anche una preparazione musicale di primordine avendo studiato composizione e arrangiamento nella più importante fucina di talenti che esista negli Stati Uniti, il Berklee College of Music di Boston. Ha inoltre prestato la sua opera alla BBC, a Robert Redford e al Public Broadcasting Service americano componendo colonne sonore e jingle. Il suo lavoro di musicista e compositore ha ricevuto riconoscimenti anche dal Billboard Magazine. Il suo primo album da solista, intitolato "Sbass Music", è un disco per solo basso di pura ambient music, molto etereo e particolare, che ha raccolto molti consensi ed è stato trasmesso da numerosissime stazioni radio negli Stati Uniti e nel resto del mondo. “Rainbow Gravity”, è il nuovo album del bassista, freschissimo di stampa. Petito convince subito con questo suo secondo impegno come leader, anche grazie al vero e proprio melting pot di musicisti di fama mondiale che è riuscito a mettere insieme. Una sfilata di stelle del jazz tra le quali figurano il sassofonista Bob Mintzer, il trombettista Chris Pasin, il chitarrista David Spinozza, i tastieristi Rachel Z, David Sancious e Warren Bernhardt, i batteristi Jack DeJohnette, Peter Erskine, Simon Phillips e Omar Hakim, il vibrafonista Mike Mainieri e il percussionista Bashiri Johnson. Con questo gruppo di formidabili musicisti a disposizione, il talentuoso polistrumentista ha scritto e arrangiato una raccolta di nove composizioni originali che mescolano il jazz moderno, l’R & B, il funk e la musica sudamericana, più una commovente interpretazione di "Lawns" di Carla Bley. Rainbow Gravity è un perfetto esempio di come può essere letto il nuovo jazz elettrico nel presente. L’album nasce da un lavoro collettivo, con tutti gli artisti che hanno contribuito, in varia misura ma con indubbia qualità, sia al progetto complessivo che all'esecuzione dei singoli brani. Questo avviene in un modo che, come afferma lo stesso Petito, mostra "una vero spirito di collaborazione ed una mirabile abilità tecnica". La musica contenuta in Rainbow Gravity rimanda al jazz elettrico della fine degli anni '60 e dei primi anni '70: agli esperimenti rivoluzionari di Miles Davis in "In a Silent Way" e "Bitches Brew" o all'energia ed alla complessità ritmica della Mahavishnu Orchestra, Herbie Hancock, Chick Corea e soprattutto dei Weather Report. Insomma l’ispirazione principale viene dai tanti innovatori che hanno letteralmente inventato nuovi suoni e stravolto gli stilemi del jazz, influenzando di conseguenza tutta una generazione di musicisti a venire. Musicalmente parlando questo è un progetto pieno di creatività e la cosa è tangibile fin dalle prime note, ascoltando la funky Sly-Fi o la successiva latineggiante Sequence Of Events. L’album tra l’altro può vantare un’invidiabile e piacevole varietà di atmosfere e gli assoli di Scott Petito, in particolare quelli all’ottavino, sono melodici e raffinati.  Il brano A Balsamic Reduction mette in evidenza sia quest’ultimo aspetto che un’equa distribuzione delle parti soliste. Il progetto prende il titolo dalla teoria della gravità dell'arcobaleno, un concetto di fisica quantistica che contraddice la teoria del Big Bang e propone per contro che il tempo si estenda e continui all'infinito. Un’idea questa che Petito come musicista e compositore persegue attivamente cercando di creare un senso di atemporalità nella sua musica. Il suo sforzo è quello di catturare un momento o una sensazione che potrebbe continuare all'infinito. Come spiega lo stesso Petito: "l'esperienza nel suonare e nell'ascoltare la musica può sospenderci nel tempo e allo stesso tempo portarci in posti nuovi con infinite possibilità. Quella relazione tra la musica e la nostra vera essenza dell'essere mi ha sempre colpito come la più umana delle esperienze." E’ così che Rainbow Gravity trasporta l’ascoltatore in un viaggio fuori dalle mode e dai luoghi comuni, sorprendendolo con il più classico jazz hard bop così come con il funky più ritmico o magari con i toni morbidi ed eterei della new age (Masika e Dark Pools). A volte più vicine al contemporary jazz, altre più sperimentali ed audaci, le composizioni di Scott sono perfetti racconti musicali, piene di narrazioni ingegnose che spingono alla meditazione ed animano il suo virtuosismo e quello dei suoi stellari compagni d’avventura. Rainbow Gravity non è il classico disco di jazz elettrico ne tantomeno di smooth jazz. Si può dire che tracci (o cerchi onestamente di farlo) una terza via che raccoglie suggestioni da molti stili e generi e grazie al contributo di una squadra di formidabili musicisti consente al bassista Scott Petito di dare vita a un album originale ed alternativo, non privo di motivi per essere ascoltato ed apprezzato.