Prince - Loring Park Sessions 77



Prince - Loring Park Sessions 77

E’ un diciannovenne di belle speranze, di enorme talento e pieno di grande determinazione quello che si può ascoltare (o sarebbe meglio dire gustare) in questa registrazione semi artigianale del 1977: prima del successo planetario, prima della fama, prima della irrefrenabile ascesa nell’olimpo delle star mondiali della musica. Quello di cui sto parlando è un giovanissimo Prince (nome d’arte di Roger Nelson) che anticipa di qualche mese il suo primo album ufficiale (For You) con una sessione tutta strumentale intitolata Loring Park Sessions 77. Si tratta di un contesto inedito nel quale il Principe si mise alla testa di un trio composto da lui stesso alle tastiere (ma anche alla chitarra) e da due dei suoi futuri fedeli collaboratori, vale a dire il batterista Robert B. Rivkin AKA Bobby Z ed il bassista Andre Cymone. Il contenuto di questa registrazione è un piccolo gioiello di funk jazz strumentale composto da otto brani che da un lato evidenziano già molti dei canoni stilistici della musica futura del genio di Minneapolis e dall’altro testimoniano come il Prince ancora ragazzino fosse già un musicista completo e straordinariamente dotato. Grezzo ed essenziale come solo le registrazioni per così dire improvvisate sanno essere, il disco offre una visuale inedita ed estremamente interessante di quello che negli anni a venire sarà senza ombra di dubbio uno degli artisti più influenti del panorama musicale internazionale. Secondo YouTube e successiva verifica tramite il sito Prince.org, questo progetto, è stato registrato nella sala prove del primo direttore artistico di Prince, Owen Husney, a Minneapolis. E’ interessante notare che quella location è a pochi isolati dallo storico nightclub “First Avenue” dove furono girate tutte le sequenze dal vivo del film Purple Rain. L'album cattura un sound molto frizzante ed in parte inatteso, caratterizzato da un brillante funk con chiari sentori di jazz: esattamente quelle sonorità che al tempo erano piuttosto in voga grazie anche al successo di musicisti del calibro di Herbie Hancock,  Bob James o Grover Washington, jr. (e tanti altri). Prince, come detto, si esibisce alle tastiere, in particolare al piano elettrico ed al clavinet, cioè i due strumenti pilastro del jazz funk degli anni ’70 e bisogna sottolineare la sua bravura nel doppio ruolo di accompagnamento e di solista, nonché una certa perizia anche nell’uso degli effetti. Sulla sua maestria alla chitarra c’è ben poco da dire anche perché di lì a poco il mondo imparerà a suon di assoli quanto il piccolo Roger fosse straordinario in tutto quello che faceva. Tutto il materiale è strumentale e valutandolo oggi possiamo ritenerlo come una visionaria anticipazione di alcuni suoi progetti futuri come i Madhouse o il largamente sottovalutato album Rainbow Children e perfino di quell’opera così particolare intitolata North, West, South and East, arrivata nel nuovo millennio. Loring Park Sessions 77  riassume in poco meno di un'ora di musica un periodo incredibilmente prolifico per un ragazzo emergente di soli 19 anni. Nello stesso arco temporale Prince era coinvolto anche in altri progetti meritevoli di essere scoperti come i Sound 80 (dicembre 1976 - estate 1977) o i 94 East. Insomma era già un vulcano di creatività e talento che sarebbero esplosi nel breve volgere di qualche anno, ma Loring Park Sessions 77 ci mostra già chiaramente il genio di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi.