Roger Smith – Consider This




Roger Smith – Consider This

Ci sono musicisti che, pur se dotati di grande talento, non raggiungono mai una vera notorietà e restano confinati all’interno di quelle nicchie di ascolto privilegiato ad esclusivo uso di una ristretta cerchia di appassionati. Uno di questi artisti è il tastierista Roger Smith, che è più noto per la sua militanza nei Tower Of Power che per la sua pur non indifferente carriera da solista. Nato nel 1945 a Dallas, Texas, Roger Smith, fu incoraggiato fin dalla più tenera età dalla sua stessa famiglia a prendere lezioni di musica. Cresciuto in seguito nella zona rurale della California centrale, dove i suoi genitori erano a mezzadria, iniziò a studiare pianoforte sebbene fosse principalmente autodidatta. Negli anni '60, ha prestato servizio nell'esercito, continuando a suonare e formando una band di blues, i Blind Melon. Per un colpo di fortuna, l'artista blues Freddie King, il cui pianista regolare non era riuscito a presentarsi ad un appuntamento per un concerto, gli diede un lavoro, forzandolo così a congedarsi dall'esercito. Questo fu l’inizio della carriera di Smith, che andò in tour con King e poi suonò con vari altri artisti in ambito blues, ma anche jazz, country e pop. Le collaborazioni furono molteplici: Gerald Albright, Jeff Beck, Rick Braun, Gladys Knight, Willie Nelson, Phil Perry, ovviamente i Tower Of Power ed infine Dave Koz e Peter White. Bisogna aspettare il 1996 per il debutto di Smith come solista, con l’album My Colors. Durante il periodo in cui questo disco era in lavorazione, il figlio e il padre di Smith morirono entrambi in un tragico incidente ed il risultante tumulto emotivo aggiunse un tocco malinconico alla sua musica, una qualità che lo ha a lungo contraddistinto. Con il tempo il suo orientamento musicale virò tuttavia verso lo stile tipico dello smooth jazz, pur non perdendo di vista il jazz ed il blues. Roger è anche un validissimo specialista dell’organo Hammond B3 e questa sua passione è rappresentata al meglio dai due album della serie Jazz Rosco: è qui che l’anima più jazzistica e la sua profonda cultura blues emergono in tutta la loro forza espressiva. Roger è musicista dalla scrittura suggestiva e brillante, molto ricca di sfumature e con una evidente profondità espressiva, inoltre può vantare uno stile tastieristico accattivante e fluidissimo, sia che si cimenti con il piano acustico sia che si esibisca con il Rhodes o l’organo Hammond. E’ per queste ragioni che Roger Smith può piacere non solo al pubblico del jazz, ma anche a tutti coloro che apprezzano un più contemporaneo e spigoloso approccio: quale in effetti è quello che l’artista riesce a dare attraverso elementi di funk, soul e R & B. Tra i musicisti con cui Smith ha spesso lavorato e che sono via via apparsi nei suoi album, ci sono il sassofonista Dave Koz, e i chitarristi Ray Obiedo e Michael Gregory. Da oltre un ventennio questo oscuro pianista e organista ha prodotto dei solidi ed interessanti album che sono sia jazz che funky, ma è chiaro che non gli sono stati attribuiti i meriti che un artista del suo livello dovrebbe ricevere. Consider This è un album piacevole e simpaticamente ricco di groove, che, come prevedibile, ha contribuito ad aumentare la sua notorietà grazie anche al contributo dell'infallibile Dave Koz e di un’altra icona del contemporary jazz come Peter White, che ha scritto e ha suonato la chitarra sulla vivace "Workin It It". Il disco è dunque riccamente condito dalla presenza di musicisti di alto profilo ma Roger Smith, il cui approccio variegato e versatile ricorda in qualche misura quello di George Duke, si esprime al meglio anche in proprio. E’ dinamico e passionale sia che elabori il groove soul-jazz vintage di "Rough Cut" (con gli arrangiamenti di fiati della premiata ditta Norbert Statchel e Adolpho Acosta dei Tower of Power) sia che torni al vecchio amore blues in "Vega". Roger non disdegna di sconfinare in altri tipi di atmosfere come su "Hali Imaile (The Maui Song)" che è influenzato dalla cultura hawaiana. Su tutto spicca il pianismo sempre preciso eppure piacevole ed elegante di Smith che a mio parere è il suo vero punto di forza: un ascolto consigliato per tutti gli appassionati di tastiere jazz. Consider This è un solido tassello che si aggiunge al suo sottovalutato catalogo e si  presenta con una manciata di canzoni che dovrebbero rendere felici i fan del genere. Non a caso il successivo album Both Sides, ha avuto anche un certo riscontro a livello di ascolti ed è infatti entrato nella Top 10 della classifica Jazz di Billboard per ben 17 settimane. Questo può essere un punto di partenza per scoprire tutta la produzione di Roger Smith, che ha molte frecce al suo arco e, a dispetto della sua scarsa fama, può interessare ad una vasta platea di ascoltatori.