Patrick Bradley - Intangible


Patrick Bradley - Intangible

Con Patrick Bradley andiamo a cavalcare l'eccellenza musicale sotto forma di grande fusion, di gagliardo funk e raffinato smooth jazz. Patrick è un artista che mantiene sempre alta la qualità di tutte le sue registrazioni ed il cui talento, seppur non molto conosciuto, è innegabile. “Intangible” è l'ultimo regalo di questo formidabile tastierista e compositore, datato 2017, ed appena uscito sul mercato discografico. Il nuovo album di Patrick Bradley è dunque intitolato come la definizione convenzionale di tutto ciò che non è fatto di sostanza fisica o non può essere toccato. Un aggettivo che ben si adatta a tutte le forme di musica. Un lavoro nel quale Patrick è andato alla ricerca delle sue stesse matrici musicali e con esse si è confrontato a viso aperto con rispetto e spirito di sfida. Accantonando ogni speculazione filosofica o spirituale, si riconosce, nel nuovo progetto di Bradley, l’ennesimo passo in avanti della sua evoluzione di musicista, ancora una volta aiutato dalla leggenda delle tastiere Jeff Lorber. Ci sono poi altri musicisti coinvolti in queste registrazioni e sono tutti di grande livello: Paul Jackson Jr., Adam Hawley e Michael Thompson (chitarra), Jimmy Haslip (basso), Andrew Carney (tromba), Gary Novak (batteria) e David Mann (fiati). Tutte i brani sono stati composti da Patrick Bradley e Jeff Lorber. Come anticipato è un disco nel quale il buon Patrick rende omaggio a tutti i musicisti che hanno influenzato il suo sviluppo musicale, come ad esempio Keith Emerson (ELP), George Duke, Joe Sample, lo stesso Lorber e altri ancora. Sulla base di questa felice intuizione Patrick e Jeff condividono le loro idee e la loro mirabile tecnica tastieristica per produrre un album frizzante e pieno di spunti interessanti. Il groove qui comnicia fin da subito, quindi, mettetevi comodi e lasciate che la musica vi trasporti. Il talento è al top su queste tracce e la musica sembra tagliata esattamente per il feeling ed il tocco magico di Bradley. Mettendo in mostra la sua inimitabile finezza e destrezza, Patrick Bradley lavora con un obiettivo chiaro ed una solida visione, divertire con brio, intrattenere con il ritmo ed il giusto livello di raffinatezza per accendere e mantenere viva la scintilla dell’interesse nell’ascoltatore. Una caratteristica non troppo diffusa in ambito smooth jazz e che invece in questo caso davvero non manca. Le performance di Bradley e Lorber all’organo, su ogni tipo di tastiera, ed al pianoforte sono semplicemente spettacolari. Patrick e il suo amico di lunga data Jeff imperversano in lungo ed in largo per tutto il disco, con naturalezza e gusto, padroneggiando disinvoltamente brani bellissimi come "Funky Greens" e "Tailwind" o il trascinante pezzo d’apertura intitolato “Dear Friends”. I sempre puntuali riff di chitarra di Paul Jackson impreziosiscono un numero ricco di groove come "On Tap",  così come gli interventi del sax di David Mann. Il funk domina la scena deliziando gli appassionati del genere su “Funky Green” all’interno della quale il duello tra gli organi hammond di Bradley e Lorber è entusiasmante. La superiore qualità di questo album è indiscutibile, al pari della costante bellezza dei 10 pezzi che lo compongono. È per questo che è facile ritrovarsi ad andare avanti e indietro un po’ su tutte le tracce come ad esempio "Find the Way", "Destiny" o ancora Out Of Bounds": il groove funky fusion pervade la musica di Intangible come in nessuno dei precedenti lavori di Patrick Bradley. Si nota un sensibile allontanamento dalle atmosfere più patinate dello smooth jazz da radio fm in favore di una musica più ruvida ed essenziale, che pesca nella tradizione degli anni '70, nel soul e nel jazz e perfino nel progressive con un rinnovato slancio creativo ed una buona dose di originalità. Sulle note di copertina il tastierista californiano non manca di fornire una breve descrizione scritta di ogni singolo brano, la sua personale spiegazione su cosa sta alla base delle sue composizioni. Una cosa molto interessante se avete una mente curiosa ed amate informarvi approfonditamente sulla musica che state ascoltando. Se siete dei fan del genere funk-jazz-fusion e di sicuro se siete appassionati di Bradley e di Lorber e, più in generale delle tastiere, questo album non vi deluderà e vi ritroverete ad ascoltarlo sempre con grande piacere. Il miglior disco di Patrick Bradley fino ad ora è maledettamente solido ed accattivante e non può mancare nella discoteca di nessun collezionista. Al giorno d’oggi questo livello qualitativo in una produzione discografica di contemporary jazz è merce rara, da preservare con cura. La partecipazione di Jeff Lorber è già di per se una garanzia di qualità, ma bisogna sottolineare come Patrick Bradley prenda in mano con sempre più autorità il timone dei suoi progetti. In quest’ottica Intangible è da considerarsi in gran parte frutto della sua straordinaria creatività e rappresenta al meglio un modo di intelligente e coinvolgente di fare jazz nel 21° secolo.