John Coltrane - Both Directions At Once: The Lost Album


John Coltrane - Both Directions At Once: The Lost Album

Può, nel 2018, un album di jazz classico, impegnativo e colto raggiungere la vetta delle classifiche di vendita rivaleggiando per quanto possibile con la musica trash alla quale il presente ci ha abituato? La risposta sta nel successo tanto imprevisto quanto consistente che una registrazione inedita di John Coltrane, risalente a 55 anni fa, sta ottenendo in tutto il mondo. Era il 6 marzo del 1963, quando il geniale John Coltrane e il suo stellare quartetto con McCoy Tyner, Jimmy Garrison ed Elvin Jones entrarono presso gli studi Van Gelder con l’impegno di registrare un album, come avevano fatto tante altre volte. Un album che però era detinato ad andare perduto per essere solo recentemente ritrovato. La spiegazione sul perché ci siano voluti cinquantacinque anni prima che questo “Santo Graal” del jazz fosse messo a disposizione degli appassionati sta tutta nella sua particolare genesi. La prima settimana di marzo del 1963 fu particolarmente densa di impegni per John Coltrane. Era nel bel mezzo di una maratona di due settimane al Birdland e si preparava a registrare il famoso album con Johnny Hartman, cosa che fece il 7 marzo. Ma ci fu una seduta di registrazione il giorno prima che fino ad ora sapeva di leggenda, dato che mai aveva visto la luce. Come accennato dunque, mercoledì 6 marzo, Coltrane e il suo quartetto si trasferirono al Van Gelder Studios a Englewood, nel New Jersey e registrarono materiale per un album completo, incluse diverse composizioni originali mai proposte altrove. La giornata trascorse tra varie prove, registrazioni, tagli, alternative takes. Alla fine del consueto lavoro, Coltrane lasciò gli studi di registrazione portando con se dei nastri che finirono nella sua casa nel Queens, dove viveva con sua moglie Naima. Sono proprio quei nastri, che sono rimasti intatti per tutto questo tempo, che l’etichetta Impulse! ha deciso di andare a cercare e tramandare ai posteri. Dopo aver contattato la famiglia di Coltrane, l’operazione discografica ha preso corpo e finalmente nel 2018 è arrivata la pubblicazione di Both Directions At Once: The Lost Album, che ci dà l’opportunità di ascoltare un altro capolavoro del genio di Hamlet, finora sconosciuto a tutti. In questo album ci sono due originali completamente inediti e mai ascoltati prima. Untitled Original 11383 e Untitled Original 11386, entrambi suonati con il sassofono soprano. Oltre ai due inediti, troviamo One Up, One Down,  pubblicato in precedenza solo su un bootleg live presso il Birdland,  che qui si ascolta per la prima volta in una registrazione in studio. Tra le altre rarità, una registrazione particolarissima perché priva della parte di pianoforte di Impressions. Questa sessione in studio è caratterizzata anche dalla prima registrazione di Coltrane di un brano come Nature Boy, che avrebbe poi inciso nuovamente solo nel 1965: da notare che le due versioni differiscono notevolmente. L’altra composizione non originale dell’album è Vilia, tratta dall’operetta di Franz Lehár  “La vedova allegra”. Anche questa è una novità nel repertorio del maestro ed in ultima analisi è anche motivo di curiosità, in particolare dopo aver preso atto che il quartetto la fa suonare come una ballad jazz, molto lontana dalle atmosfere classiche. Dall'aprile del 1962 al settembre del 1965, mentre era sotto contratto con l'etichetta Impulse!, John Coltrane lavorò quasi sempre con gli stessi musicisti. Dopo la sua morte, prematuramente avvenuta nel 1967, questo gruppo formato da Coltrane al sassofono tenore e soprano, McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria  divenne noto come il "classico quartetto". Il gruppo era potente, elegante e estremamente profondo. Era anche equilibrato, creativo ed innovativo come raramente è capitato nella storia del jazz. John era un artista con grandi ambizioni, con una visione chiara e futurista e con uno slancio musicale fuori dal comune. E’ il periodo nel quale puoi percepire nel quartetto una convinzione ed una integrità artistica assolutamente straordinaria: in quegli anni uscirono dalla mente di Coltrane alcuni dei pezzi più famosi della band, come lo spirituale ed onirico A Love Supreme, registrato alla fine del 1964. Il quartetto si muove meravigliosamente tra ballate, blues ed il grande songbook americano con un’astrazione ed un inventiva assolutamente prodigiose. Troppo ghiotta ed inattesa la scoperta di questa registrazione del 1963 per darla definitivamente per perduta.  È difficile immaginare che avrebbe potuto essere ignorata o dimenticata per sempre. La musica di The Lost Album non sembra, nel suo contesto, un vero passo avanti rispetto a ciò che l’artista stava sperimentando in quel momento: Coltrane  lavorava sull’improvvisazione come punto di partenza centrale, muovendosi avanti e indietro simultaneamente attorno alla melodia, ma sempre con rigore ed equilibrio ed un grande rispetto per le precedenti esperienze del jazz. Fin dalla registrazione di "My Favourite Things" nel 1961, che fu un successo, considerando che si trattava di jazz non proprio facile, Coltrane era diventato riconoscibile e famoso. Il suo successivo rapporto di lavoro con Bob Thiele, il boss della Impulse!, era basato sull’idea che lui dovesse e potesse espandere il suo pubblico, non certo ridurlo. Sei mesi prima della sessione di questo album perduto, aveva registrato un disco con Duke Ellington; il giorno successivo ne avrebbe fatto un altro con il cantante Johnny Hartman. Era nel pieno di quel paradosso artistico che può vivere un artista popolare quando deve sforzarsi di ripetere un successo passato e cercare di non arenarsi su quanto proposto precedentemente. Ma il senso di forza e di inevitabilità che associamo alla musica di Coltrane non si era esaurito. Anzi quale prodotto della sua diligenza, dell’irrequietezza, delle sue ossessioni, del suo genio, la sua musica andava sempre più evolvendosi. In Both Directions At Once: The Lost Album c'è l'idea del "nuovo" e poi c'è qualcosa come Slow Blues o Impressions che trascendono il senso della novità, andando oltre. Sono usciti molti album dopo la morte di John Coltrane, spesso erano registrazioni dal vivo o comunque erano costruiti su del materiale già conosciuto. Nessun disco di Trane era mai emerso precedentemente dalle poveri di un armadio dimenticato, ne tantomeno ci aveva dato l’opportunità di ascoltare cose inedite del grande genio del sax. Fosse anche solo per questo The Lost Album avrebbe un valore incommensurabile. Ma qui c’è di più: c’è l’istantanea di un artista globale, di un uomo dalla visione musicale integra e futurista. E’ la testimonianza tangibile, fino ad oggi mancante, di uno dei più grandi musicisti della storia del jazz e non solo.