Nypan – Big City


Nypan – Big City

Come moltissimi altri artisti  di ogni forma espressiva contemporanea, Oyvind Nypan ha da sempre subito l’indefinibile fascino di New York City, che rappresenta senza dubbio un polo d’attrazione per menti creative di qualsiasi genere. Il chitarrista norvegese jazz Oyvind Nypan ha così deciso di volare a New York con il preciso intento di registrare la sua musica con alcuni dei suoi session man preferiti ma, a causa di ovvi problemi di logistica, il suo sogno di una registrazione nella Grande Mela doveva necessariamente essere un affare da risolvere in un solo giorno  Ma il sogno alla fine è divenuto realtà con la felice uscita di questo splendido album, suggestivamente intitolato proprio Big City. I protagonisti sono di rilievo: la formazione è composta dal sassofonista Ben Wendel, dal pianista Taylor Eigsti, completata dal bassista Joe Martin e dal batterista Justin Faulkner, oltre che, naturalmente dal leader che ovviamente suona le chitarre. Considerando che questo è un quintetto che non aveva mai suonato insieme prima di questa unica data e che tutto è stato organizzato e registrato nell’arco di 24 ore, si percepisce una fantastica coesione nella narrativa musicale ed un'energia eccezionale, probabilmente dettata dall’influenza, per così dire elettrica, della città stessa. Tutto questo è particolarmente evidente non solo sul brano d’apertura, "The Greeting", che combina al meglio un bel groove di basso, uno squisito backbeat e ottimi assoli di Wendel e Nypan, ma anche su "Come What May", una sorta di post-bob con spirali di suoni labirintici e scatti veloci. Per non parlare di "Grasstopper", un blues giocoso e contorto con frammenti di be bop e scoppiettanti assoli. Entrambi questi brani sposano tradizione e innovazione con un’infallibile senso di freschezza. Nypan è in grado di emettere un sound urbano volando sicuro sulle corde della sua chitarra. Nonostante la semplicità della sua struttura, è decisamente fuori dal contesto del cosiddetto jazz scandinavo, che è solitamente orientato verso un approccio più contemplativo. Ciononostante, Nypan è perfettamente in grado di esguire meravigliosamente una ballata affascinante come "Starfall" e trasmettere una grande carica emotiva. "You Old Tasmanian Devil You", promette irriverenza e rapidità, ma invece dal brano traspare un'aura spirituale e rilassata, che che va collocarsi nel territorio del jazz modale. "Close To The Sun" mantiene l'atmosfera su binari ariosi giocando con uno scattante ritmo in 6/8 dove gli assoli rapidi e nervosi da parte del leader della band e del pianista Eigsti tramutano le sequenze di note in splendide emozioni. Un altro motivo che mi ha immediatamente catturato l'orecchio è stato "Kung Kong". Oltre al lirismo classico portato dal pianismo colto di Eigsti, è assai apprezzabile l'eloquente interazione tra sassofono e chitarra. L'inteplay su Big City è a dir poco impressionante, per non dire altro. Eigsti e Nypan sono impegnati in uno scambio costante di frasi e suggestioni, alternando perfettamente frasi melodiche e cornici armoniche. Il sassofonista Ben Wendel assume con sobrietà il suo ruolo e lo fa con eleganza e raffinatezza. Il bassista Joe Martin ed il batterista Justin Faulkner costruiscono una solida base poggiata sulla dinamica ed attenta al contesto melodico creato tutto intorno. Øyvind Nypan offre qui la sua uscita più completa e matura come compositore, chitarrista e leader della band. il suo stile chitarristico è chiaro e articolato, eppure nel contempo è attento al contesto generale, pieno di sentimento e groove. Big City offre un jazz moderno, fresco e di buon gusto. Questo album segna un importante passo avanti nella continua evoluzione di Nypan, un chitarrista di talento che merita certamente molte più possibilità di potersi esprimere. New York ed i suoi musicisti hanno fornito quella spinta creativa di cui Nypan aveva realmente bisogno, lo aspettiamo con le prossime uscite per capire dove potrà arrivare veramente, per ora godiamoci il suo buon jazz.