John Blackwell Project – 4ever Jia



John Blackwell Project – 4ever Jia

Il destino musicale del batterista John Blackwell Jr. era già delineato fin dalla più tenera età. John infatti è figlio d’arte, dato che suo padre è stato il batterista degli Spinners e di molti altri gruppi. Era quindi del tutto naturale che il piccolo John osservasse per ore e ore la tecnica di drumming di suo papà, anche durante le tournè. Il funk è stato dunque la linea guida di John Blackwell, che su quel background, per così dire genetico, ha costruito poi una sua carriera e sviluppato un proprio stile batteristico. Una abilità tecnica ed una sensibilità artistica che in seguito lo avrebbe portato ad essere una colonna portante del gruppo di quel genio di Prince. Oltre a suonare in varie band nel periodo della scuola superiore, ha avuto l'onore di lavorare con Billy Eckstein, e quindi, dopo essersi laureato al prestigioso Berklee College of Music, Blackwell ha collaborato con vari musicisti nell’area di Boston. A quel punto riuscì nell’intento di entrare in contatto con alcune delle più grandi icone della musica tra cui i Cameo e il già citato Prince. Proprio il principe, Roger Nelson, che chiedeva sempre uno standard di alta qualità ai suoi musicisti, attribuì a Blackwell il massimo elogio per il suo lavoro di batteria. Nonostante tutti questi riconoscimenti per il suo lavoro come batterista, un particolare evento ha quasi posto fine alle ambizioni di Blackwell. Nel 2004 la tragica perdita della figlia di due anni ha infatti fortemente minato la prosecuzione della sua carriera musicale. Tuttavia, in seguito, si è ripreso e ha finalmente coronato il suo sogno di guidare un proprio gruppo: con gli amici Will Lee, Paul Pesco e Corey Bernhard è nato il John Blackwell Project. Il loro album di debutto 4ever Jia è uno speciale omaggio alla figlia di Blackwell, e mette in evidenza le sue diverse fonti d’ispirazione, che includono il grande jazz fusion di Billy Cobham ed i funk dei Cameo. Blackwell è uno di quei batteristi dotati di quella invidiabile dote che consente loro di mantenere un groove profondo e costante, ma contemporaneamente di gestire una spiccata qualità melodica nei suoi assoli. Il suo virtuosismo brilla al meglio su un brano come "Jaiven", ma va sottolineato come tutto questo splendido album sia magistralmente condotto dalla batteria di Blackwell. E certo non sono da meno i compagni d’avventura di John a partire dal gigante Will Lee, che ha suonato con quasi tutti i musicisti del pianeta proprio perché le sue abilità di bassista forniscono a chiunque una solida base su cui lavorare in tranquillità. Will è sempre eccezionale nell’accendere i suoi assoli di creatività e al contempo accompagnare la melodia con trame rilassanti ed una musicalità incomparabile. Allo stesso modo i meravigliosi ricami di chitarra di Paul Pesco hanno attraversato molti generi musicali passando da Madonna a Bob James o a Mary J. Blige e molto altri. Senza dimenticare infine il talento emergente di Corey Bernhard, che fa del sound della musica urbana e di un background multietnico il suo punto di forza. 4ever Jia è un lavoro permeato di solidissimo fusion jazz, a tratti dalle tinte jazz rock, altre volte più morbidamente funky. Trasuda qualità ed energia in ogni singolo pezzo ed il drumming di John Blackwell è una delizia per qualsiasi appassionato. "Hyper-Formants" parte subito con un'impressionante linea di batteria. Questa traccia insieme a "Sexual Harassment" è davvero un gradito ritorno al periodo di splendore del jazz rock (immaginate i Return to Forever, Billy Cobham, ecc.). Quella musica era sperimentale ed innovativa ed è un piacere riascoltarla in una più moderna rivisitazione. "Black House" e "Mind of J" sono splendidi esempi di jazz funk dal groove irresistibile, nei quali non manca uno spazio anche per qualche accenno acustico. "Amazing" e “You’re The One” sono i due momenti più leggeri, che pizzicano le corde del soul funk: un po’ Cameo, un po’ Prince, evitando intelligentemente di ripercorrere il passato e dando invece una lettura moderna e contemporanea del tema canzone. Blackwell e i suoi compagni sanno anche come scegliere i musicisti ospiti, come nel caso di Esperanza Spaulding e Sue Quin. In "No Ordinary Day"  la voce carezzevole della Spaulding (senza il suo basso acustico) si distingue come uno dei momenti migliori di 4Jia. Sue Quin non è da meno nella sua esibizione sul brano Jada. La sua meravigliosa voce  mi spinge a domandarmi perché questa cantante britannica non abbia una carriera da solista. Ascoltare per credere. 4ever Jia doveva servire da trampolino di lancio per John Blackwell in un ruolo di leadership: purtroppo dal 2010 non c’è stato un seguito ed il progetto sembra essere sfumato. Peccato davvero, perché questo è un cd eccellente, di quelli rari, che ti spingono a riascoltarli più e più volte. Dagli energici brani funk passando per il jazz rock, per arrivare alle amabili canzoni soul e r&b, su 4ever Jia trovi tutto. Se quello che vi interessa è la vera musica fatta da veri musicisti, questo è ciò che fa per voi. Ogni traccia di questo album merita attenzione. John Blackwell è un batterista straordinario così come lo sono tutti gli altri musicisti di questo progetto che, ahimè, pare non avere più un futuro.